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OpenAI modifica la sua policy per consentire applicazioni militari

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In precedenza, l’uso di prodotti OpenAI per scopi “militari e bellici” era esplicitamente vietato, ma tale restrizione è stata rimossa, aprendo così la porta a collaborazioni con il settore della difesa.

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L’articolo descrive un recente cambiamento nella politica di utilizzo di OpenAI, che ora consente applicazioni militari delle sue tecnologie. In precedenza, l’uso di prodotti OpenAI per scopi “militari e bellici” era esplicitamente vietato, ma tale restrizione è stata rimossa, aprendo così la porta a collaborazioni con il settore della difesa.

La modifica ha sollevato preoccupazioni in merito alla coerenza della missione di OpenAI, poiché la società continua a dichiarare che i suoi strumenti non devono essere usati per sviluppare armi o sorveglianza. Tuttavia, OpenAI ritiene che ci siano casi d’uso nel campo della sicurezza nazionale che siano in linea con la sua missione, come la collaborazione con DARPA per la creazione di strumenti di cybersecurity per proteggere software open source utilizzati da infrastrutture critiche.

La rimozione della clausola “militare e bellico” ha suscitato un dibattito su come OpenAI intenda definire i confini tra impiego civile e militare delle sue tecnologie.

Sebbene OpenAI insista nel voler mantenere una linea di condotta etica, la nuova policy sembra aprire a una maggiore flessibilità interpretativa per giustificare casi d’uso complessi e potenzialmente controversi. L’articolo riflette infine sull’impatto che tali decisioni potrebbero avere sull’ecosistema AI e sulle collaborazioni future tra aziende tecnologiche e il settore della difesa.

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Un professore universitario abbandona l’insegnamento a causa di ChatGPT

L’articolo esplora la decisione di un professore universitario di abbandonare la professione dopo quasi vent’anni a causa dell’adozione crescente di modelli linguistici avanzati come ChatGPT da parte degli studenti.

L’autore evidenzia come l’uso di AI nella stesura di testi e ricerche abbia alterato la dinamica educativa, portando gli studenti a evitare il processo di riflessione necessario per sviluppare un pensiero critico e la capacità di scrittura.

Nonostante numerose strategie per integrare l’AI nell’insegnamento, la dipendenza dagli strumenti di generazione linguistica ha diminuito la qualità dell’apprendimento, con studenti che preferiscono affidarsi all’AI anche per compiti complessi. Il professore, frustrato dalla mancanza di impegno nel superare le difficoltà di scrittura e dalla difficoltà di provare l’uso improprio dell’AI, conclude che la tecnologia sta riducendo l’efficacia del metodo educativo tradizionale.

L’articolo sottolinea inoltre che, sebbene l’AI possa democratizzare l’accesso alla correzione grammaticale per i non madrelingua, non permette loro di sviluppare uno stile personale e una voce accademica. Di conseguenza, l’autore ritiene che l’AI, pur rappresentando una risorsa, stia trasformando il ruolo del docente e minando l’integrità accademica degli studenti.

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Un noto artista AI afferma di perdere milioni di dollari a causa di furti delle sue opere

Jason M. Allen, artista noto per aver utilizzato la piattaforma Midjourney per creare opere d’arte generate da AI, denuncia di perdere milioni di dollari a causa di furti ripetuti delle sue opere digitali. Allen, che nel 2022 ha vinto un concorso d’arte in Colorado con un’opera prodotta attraverso l’AI, si trova ora nella paradossale situazione di vedere il suo lavoro copiato e venduto illegalmente su piattaforme come Etsy e OpenSea, senza la possibilità di ottenere protezione legale.

Il problema principale risiede nella decisione dell’Ufficio del Copyright degli Stati Uniti, che ha stabilito che le opere create con l’AI non possono essere registrate come protette dal diritto d’autore.

Allen ha intentato un’azione legale contro tale decisione, sostenendo che il suo contributo creativo nell’interazione con l’AI dovrebbe essere riconosciuto come equivalente a quello degli artisti tradizionali. La vicenda mette in luce la complessa questione della tutela del copyright in un contesto dominato dalla tecnologia AI, aprendo un dibattito su come la legge debba adattarsi a nuove forme di espressione artistica.

Inoltre, il caso di Allen pone l’attenzione sulle contraddizioni etiche dell’uso delle AI: mentre egli reclama diritti sulle sue opere, le stesse piattaforme AI che utilizza sono accusate di violare i diritti di migliaia di artisti, i cui lavori sono stati usati per addestrare gli algoritmi.

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