Lo status

OpenAI medita di cambiare da non-profit a profit per trovare nuovi investitori

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OpenAi sta valutando se modificare il suo status da non-profit a profit per favorire nuovi investimenti togliendo il tetto massimo.

Nvidia e Apple stanno discutendo di investire nel round di finanziamenti multimiliardario del produttore di ChatGPT.

Il produttore di ChatGPT sta valutando di modificare il suo status di organizzazione non-profit per attrarre investitori, secondo quanto riferito dal Financial Times.

Con l’attuale struttura di OpenAI, agli investitori della società vengono emesse azioni dalla sua divisione a scopo di lucro supervisionata dal suo consiglio di amministrazione non-profit il cui “beneficiario principale è l’umanità, non gli investitori di OpenAI”.

La società ha annunciato la sua struttura di “profitto massimo” nel 2019, dopo aver fondato la società nel 2015 come organizzazione non-profit. OpenAI non ha preso una decisione definitiva in merito alla sua struttura, ma sta valutando di non avere un limite massimo, ha riferito il Financial Times.

Un’AI che avvantaggi tutti

“Restiamo concentrati sulla creazione di un’intelligenza artificiale che avvantaggi tutti e, come abbiamo precedentemente condiviso, stiamo lavorando con il nostro consiglio di amministrazione per garantire che siamo nella posizione migliore per avere successo nella nostra missione”, ha detto un portavoce di OpenAI. “L’organizzazione non-profit è fondamentale per la nostra missione e continuerà a esistere”.

Nel frattempo, la società è in trattative per raccogliere miliardi di nuovi finanziamenti da importanti sostenitori come il produttore di chip Nvidia, Apple e Microsoft, che potrebbero valutare la società oltre i 100 miliardi di dollari.

Round di un miliardo

La società di venture capital Thrive Capital sta guidando il round con un investimento di circa 1 miliardo di dollari, ha riportato il Wall Street Journal. All’inizio di quest’anno, Elon Musk, che ha co-fondato OpenAI prima di andarsene nel 2018, ha intentato una causa contro la startup e il suo amministratore delegato Sam Altman, sostenendo che la sua partnership multimiliardaria con Microsoft tradisce il suo impegno fondante a beneficio dell’umanità. La causa ha sostenuto una violazione del contratto, una violazione del dovere fiduciario e pratiche commerciali sleali. Musk ha chiesto che a OpenAI fosse ordinato di aprire la sua ricerca e tecnologia al pubblico e ha chiesto ad Altman di rinunciare ai soldi da quelle presunte pratiche illegali. Musk ha ritirato la causa a giugno, ma resta uno dei maggiori rivali di OpenAI.

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