L’Open RAN è un aspetto abilitante del 5G, un trend tecnologico nell’ottica del principio di apertura delle reti mobili. L’esplicazione tecnica di questo principio si ritrova in un gruppo che si chiama, non a caso, Open RAN Alliance, di cui fanno parte tra gli altri diversi operatori globali fra cui Tim, BT, Telefonica, Vodafone, Orange, Deutsche Telekom e diversi vendor come JMA Wireless e ZTE.
L’Open RAN Alliance ha scritto e fissato le specifiche tecniche che permetteranno l’inter-lavoro di nodi di diversi fornitori. In parole povere, l’obiettivo è rompere la dipendenza degli operatori nei confronti del duopolio Nokia ed Ericsson, dopo l’estromissione di Huawei da diversi mercati europei.
Si tratta di un’organizzazione per la standardizzazione delle reti mobili, che lavora accanto ad altri enti di standardizzazione storici come il 3GPP. L’obiettivo dell’Open RAN Alliance, che sta per Open Radio Access Network, è la creazione di reti aperte e indipendenti dallo stretto legame, troppo spesso al limite del lock-in monopolistico, con i vendor di attrezzature di networking.
L’O-RAN Alliance è un ente di definizione degli standard cui aderiscono oltre 200 aziende del settore tecnologico, tra cui Microsoft, Facebook, produttori di chip, società di software e i principali fornitori europei Ericsson e Nokia. Aderiscono diversi vendor cinesi, ma non Huawei.
Ma qual è il problema che vuole risolvere l’Open RAN?
La rete mobile nel corso del tempo si è sviluppata su architetture di tipo monolitico. Soprattutto sulla rete radio, quella che è più vicina al cliente, si sono sviluppati due aspetti che oggi sembrano anacronistici se confrontati con la realtà attuale del mondo ICT. Questi due aspetti sono l’aggregazione di software e hardware, nel senso che software e hardware sono fatti dallo stesso fornitore e non possono essere disaccoppiati.
In Germania, fa sapere l’Handesblatt, il Governo vuole investire oltre 300 milioni di euro nella tecnologia Open Ran, 237 milioni di euro per un hub di ricerca 6G e 250 milioni di euro per aumentare la domanda ed espandere le reti 5G.
Il parallelo fra reti mobili e mondo dell’Informatica
Un po’ come se noi, per far girare Windows o Microsoft Word, fossimo obbligati a comprare il computer di Microsoft. Quindi, non potremmo comprarne uno da HP, uno da Dell perché non girerebbe quel software.
Questa sembra una cosa per noi fuori dai tempi, però sulla rete mobile di fatto ancora è così perché software e hardware sono forniti dallo stesso vendor.
L’altro aspetto invece è che i nodi di rete possono essere interconnessi tra loro soltanto se sono dello stesso fornitore.
Open RAN Alliance, di cui anche JMA Wireless fa parte, ha fissato le specifiche tecniche per permettere a dei fornitori, anche nuovi entranti come JMA ma anche molti altri, di sviluppare del software per il controllo della rete mobile 4G e 5G indipendentemente dall’hardware.
In quest’ottica, l’hardware è soltanto un server commerciale sul quale gira il software. In più ci sono delle interfacce specifiche che possono permettere di far inter-lavorare nodi di rete di fornitori diversi. In questo modo, un operatore può scegliere di prendere un pezzo da un fornitore, un pezzo da un altro a seconda di chi sia il migliore nel suo campo.
JMA Wireless partecipa all’Open RAN Alliance
L’azienda ha già sviluppato il software di banda base, quella che è l’intelligenza di accesso alla rete radio mobile, per il 4G e il 5G ed è quello che viene denominato X RAN. Tra l’altro, JMA Wireless ha fornito la sua soluzione a Tim per la realizzazione del primo trial Open RAN in Italia a Faenza.
Vedi anche: Tim-JMA Wireless, a Faenza la prima soluzione Open RAN in Italia
Luca D’Antonio (JMA Wireless): “Il nostro ruolo nell’Open Ran”
5G, Sassano (FUB) ‘L’Italia ha bisogno di una politica nazionale sullo spettro’
Ma quale livello di collaborazione ci si può attendere nel prossimo futuro fra gli operatori mobili e i membri della Open RAN Alliance per la creazione di un ecosistema Open RAN? Di certo, gli operatori dovranno sostenere il peso maggiore per la creazione di un ecosistema Open RAN. Senza un impegno serio da parte delle telco il nuovo ecosistema O-RAN non potrà certo fiorire.
Dal punto di vista di JMA Wireless, l’ecosistema Open RAN porterà dei benefici tangibili al mondo del mobile, perché consentirà agli operatori di rompere le catene che uniscono indissolubilmente fra loro hardware e software.
Più libertà di scelta per gli operatori
E’ la prima volta dalla nascita della prima generazione di reti mobili che un operatore mobile può scegliere e realizzare su misura il suo software di proprietà per fare in modo che la rete funzioni al suo meglio. Il tutto a prescindere dal fornitore dell’hardware della rete. Ed è sempre la prima volta che un operatore può scegliere i migliori fornitori all’interno della RAN, la rete radio, dove si trova la parte più ampia dei suoi investimenti in termini di costi.
In conclusione, l’Open RAN è un nuovo approccio rivoluzionario all’architettura delle reti mobili. Ma gli operatori devono fare la loro parte, vale a dire alimentare le aziende che stanno realizzando e fornendo i nuovi componenti per la nascita dei nuovi prodotti O-RAN, che fanno fatica a competere con i provider tradizionali. In questo modo, l’ecosistema O-RAN potrà decollare e cominciare a crescere, innescando il suo ciclo virtuoso.
Prospettive per la crescita dell’ecosistema Open RAN in Italia
Dopo l’adesione di Tim alla Open RAN Alliance, le prospettive per lo sviluppo dell’ecosistema nel nostro paese sono buone. Tanto più che il sistema funziona.