Tanto tuonò finché piovve. Che i risultati di Open Fiber siano disastrosi è ormai cosa nota ed è sotto gli occhi di tutti. E il giudizio più severo è attestato dai dati pubblicati dal MiSE, attraverso i Report mensili di Infratel, che non lasciano alcun dubbio su ritardi e manchevolezze.
Open Fiber: piano industriale disatteso
Tutto ciò testimonia inequivocabilmente come il Piano industriale preparato da Mario Rossetti, attuale AD di Open Fiber, ed approvato lo scorso 3 dicembre sia stato completamente disatteso, al punto da richiederne un altro, più realistico, serio e da riscrivere dalla A alla Z.
Sono infatti noti i gravi ritardi di Open Fiber nelle Aree bianche, resi noti dal MiSE, e nelle Aree nere, il che porterà l’azienda ad avere ricavi stabili o addirittura inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso.
Open Fiber: manager in fuga
A ciò si aggiungono i casi eclatanti di fuga di molti stimati manager, in disaccordo con le strategie e la gestione operativa dell’AD, che hanno fatto il resto in termini di ulteriore depauperamento dell’azienda.
In questa situazione sarebbe davvero sconfortante, se non impensabile, credere che il nuovo Piano industriale possa essere redatto dall’attuale AD.
Solo un nuovo vertice avrebbe la credibilità per farlo e per richiederne l’approvazione e solo un nuovo vertice potrebbe avere la capacità di attuarlo.
Ecco perché la vicenda non può essere risolta all’interno.
Patata bollente in mano al CDP e quindi al MEF
La patata bollente passa inevitabilmente nelle mani di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e quindi del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Vogliamo qui ricordare che i due dossier industriali più caldi ed urgenti sul tavolo di Giorgia Meloni sono ITA da un lato e rete unica e Open Fiber dall’altro. E quest’ultima, in particolare, pesa molto anche per i rischi di perdita dei fondi europei per le Aree bianche e dei ritardi nell’attuazione del PNRR per le Aree grigie.
MEF intervenuto nel caso ITA
Nel caso di ITA, il MEF è prontamente intervenuto, avendo i propri consiglieri direttamente nel CdA, ed ha sfiduciato e tolto le deleghe al Presidente Esecutivo dell’azienda.
Ma la questione di Open Fiber rimane ancora aperta, ed è ancora più importante per lo sviluppo economico e digitale del paese.
Secondo indiscrezioni che circolano in queste ore, con la nascita del nuovo governo il MEF potrebbe essere costretto a chiedere a CDP che i propri consiglieri Barbara Marinali, Alessandro Tonetti e Roberta Battaglia procedano con la revoca delle deleghe all’amministratore delegato ed una riassegnazione delle stesse visti i disastrosi risultati economici dell’azienda.
In questo contesto, non sarebbe meglio se l’attuale amministratore delegato giocasse d’anticipo, togliendo CDP ed il MEF dall’ imbarazzo?