Registriamo l’ennesimo fallimento per Mario Rossetti con le clamorose dimissioni di Gabriele Sgariglia amministratore delegato del Consorzio Open Fiber Network Solutions, costituito appena tre mesi fa. A quanto ci risulta Gabriele Sgariglia si sarebbe dimesso la scorsa settimana, in disaccordo con l’attuale vertice aziendale. Si sa che a volte le aziende, quando vogliono disfarsi di te, prima ti isolano e poi ti mettono all’angolo.
Gabriele Sgariglia era notoriamente uno dei manager apicali di Open Fiber (avendo ricoperto anche il ruolo di capo della rete) ed era stato nominato dallo stesso Mario Rossetti come amministratore delegato del Consorzio, in quanto uomo di esperienza che con il Consorzio avrebbe dovuto rappresentare nel piano industriale di Open Fiber la panacea a tutti i problemi. Sgariglia si aggiunge quindi agli altri manager che hanno già lasciato l’azienda o ad altri che stanno per farlo: tutti manager a cui si deve il successo della precedente gestione Open Fiber, che ha portato l’azienda a valere quasi 8 miliardi di euro.
La missione dell’ad Mario Rossetti
Sembra ormai una missione, quella dell’amministratore delegato Mario Rossetti, l’allontanare i manager che hanno fatto bene per sostituirli con manager indicati da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) o raccomandati dal PD, anche se non hanno alcuna esperienza o competenza in materia. Del resto, dal momento dell’arrivo di CDP nella gestione di Open Fiber, è ormai difficilmente contestabile il crollo dell’azienda. Dopo il discutibile e singolare progetto di far lavorare i carcerati per gli scavi necessari alla posa della fibra, per il quale ci chiediamo quanti ne siano in campo, è arrivata la geniale (e per noi quanto meno bizzarra) idea di creare questo Consorzio, un’idea sfornata sempre da Mario Rossetti, idea che si è rivelata quindi l’ennesimo fallimento.
Cosa è successo
Cercare di bypassare i fornitori contattando direttamente i loro subfornitori è stata una mossa sbagliata e controproducente. Cosi come si sono rivelate disastrose sia la scelta di comprare scavatrici, macchinari che sono lì fermi sia di assumere persone che da mesi stanno con le braccia conserte. Come nei casi precedenti e come sembra essere lo stile della casa (perché la responsabilità è sempre degli altri), il vertice di Open Fiber ha subito dato tutta la colpa al povero Gabriele Sgariglia che, accusato di non aver saputo gestire il Consorzio, si è dimesso. Ci sorprende invece come Ivan Rebernik, membro del consiglio di amministrazione del Consorzio, ma anche direttore del personale di Open Fiber e responsabile dell’organizzazione aziendale, sia stato silente ed abbia avallato la costituzione del Consorzio, l’assunzione di centinaia di persone inattive e permetta lo scarico delle colpe su Gabriele Sgariglia.
Si ha l’impressione che alcuni facciano a gara a chi saprà imbonirsi la nuova gestione CDP, permettendo scempi come quelli appena descritti che probabilmente comportano spreco di denaro pubblico con danno per l’azienda e per il Paese.
Naturalmente, anche in questo caso le nostre pagine sono a disposizione di Open Fiber, qualora un rappresentante dell’azienda volesse replicare, precisare o confutare.