È online l’aggiornamento del “Paniere dinamico di dataset” in Italia per il 2017. Secondo quanto diffuso dalla piattaforma dati.gov.it, l’aggiornamento ci restituisce un risultato complessivo che può ritenersi positivo, con una crescita dell’indicatore dal 45,68% del 2016 al 55,15% del 2017.
La sfida per l’Italia, ovviamente, è mantenere un trend analogo anche nei prossimi anni, tenendo peraltro conto che, secondo quanto previsto dall’Accordo di Partenariato, il valore target dell’indicatore per il 2023 risulta essere del 90% per ciascuna categoria di regioni, in considerazione della continua diffusione di un tema ritenuto particolarmente importante per la modernizzazione della Pubblica Amministrazione nel suo complesso, a sostegno della domanda.
In generale, i paesi dell’UE ottengono il 72% in termini di disponibilità di dati aperti nel 2017, rispetto al 57% nel 2016 e al 46% nel 2015. Risultati analoghi sono stati rilevati sull’indicatore di maturità del portale open data nazionale, che raggiunge per il 2017 il 76% con un aumento di 10 punti percentuali rispetto al 2016 e un significativo passo avanti rispetto al livello di maturità del 32% rilevato nel 2015.
Combinando i due indicatori, l’Open Data Maturity in Europa rivela che nel 2015 i paesi dell’UE avevano completato solo il 44% del loro stato di avanzamento sulle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico attraverso i dati aperti, questa percentuale era aumentata fino al 59% nel 2016 ed ora è di nuovo aumentata fino a raggiungere il 73% nel 2017.
L’Accordo di Partenariato con l’Italia (2014-2020), secondo quanto disposto nelle pagine online dell’Agenzia per la Coesione territoriale (Opencoesione.gov.it), è il documento approvato dalla Commissione europea e predisposto dal nostro Paese, in collaborazione con le istituzioni di livello centrale e locale e i partner economici e sociali, “che definisce strategie, metodi e priorità di spesa delle risorse cofinanziate dai Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE) per il ciclo di programmazione 2014-2020”.
Come previsto dal Regolamento (UE) 1303/2013 (Regolamento di disposizioni generali sui Fondi SIE), l’Accordo si declina su 11 obiettivi tematici articolati in risultati attesi e azioni, con un forte orientamento a risultati misurabili anche attraverso indicatori volti a cogliere i principali cambiamenti attesi sul contesto territoriale di riferimento.
Tra le 11 azioni previste, troviamo ad esempio: incremento dell’attività di innovazione delle imprese; migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime; promuovere la competitività delle PMI; sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio; tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse; promuovere sistemi di trasporto sostenibili; promuovere inclusione sociale; investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze; promuovere un’amministrazione pubblica efficiente attraverso aumentando trasparenza e interoperabilità, e favorendo l’accesso ai dati pubblici.
A maggio, inoltre, la Commissione europea ha avviato un’azione finalizzata al rilevamento del grado di maturità degli open data e sullo stato di attuazione della direttiva Public Sector Information (PSI) negli Stati membri. Ogni anno i risultati di questa indagine vengono rappresentati e illustrati attraverso l’Open data Maturity Report.
L’indagine nazionale svolta lo scorso anno ha rappresentato uno degli elementi significativi che hanno determinato il buon posizionamento dell’Italia nel Maturity Report 2017.
Per l’anno in corso, sul Portale dati.gov.it è stato predisposto il questionario “Indagine sul grado di maturità degli open data 2018”, a cui è possibile partecipare fino al 18 giugno 2018, attraverso cui raccogliere i contributi delle amministrazioni utili per la definizione dell’Open data Maturity Report 2018.
Vale la pena ricordare, secondo stime dell’European Data Portal, che tra il 2016 ed il 2020 il valore di mercato accumulato dagli open data potrebbe arrivare a superare i 325 miliardi di euro, per 100 mila nuovi posti di lavoro e 1,7 miliardi di euro di risparmi per la Pubblica Amministrazione.