Da diversi anni sembrava una missione impossibile introdurre un’imposta minima globale per porre fine alle elusioni fiscali delle multinazionali, in primis dei GAFAM, che beneficiano anche di aliquote favorevoli in alcuni Paesi “amici”, come l’Irlanda.
Con la presidenza italiana del G20 si è riusciti ad approvare l’accordo politico finale per introdurre, da fine 2023 – questo è l’obiettivo – la minimum tax globale sui profitti delle imprese multinazionali.
L’ok dai ministri delle Finanze e i governatori delle Banche Centrali del G20
Ieri, è stato approvato, dai ministri delle Finanze e i governatori delle Banche Centrali del G20, riuniti a Washington per il loro quarto incontro ufficiale sotto la presidenza italiana del G20, l’accordo politico finale sulla minimum tax globale basata su due pilastri, spiegati dal Messaggero:
- I ricavi delle multinazionali ed in particolari di quelle digitali saranno ridistribuiti nei Paesi dove queste società operano.
- Un livello minimo di tassazione al 15%, dove le norme di alcuni Paesi prevedono attualmente aliquote più favorevoli.
Le entrate per gli Stati grazie alla nuova imposta
Grazie ai due “pillar”, ecco le stime delle risorse economiche, riportate dal Sole24Ore, che potrebbero entrare nelle casse degli Stati a livello globale.
- 150 miliardi di entrate nuove, frutto della minimum tax del 15% prevista per i colossi (non necessariamente tecnologici) che hanno fatturati superiori ai 750 milioni di dollari in ogni giurisdizione.
- Gli altri 125 miliardi invece già esistono ma cambierebbero destinazione con la redistribuzione delle imposte per le multinazionali (con fatturati da almeno 25 miliardi e un margine di almeno il 10%) negli Stati dove vendono beni e servizi pur senza avere una presenza fisica di sedi e uffici.
2,7 miliardi all’Italia
In base ai calcoli dell’Osservatorio fiscale della commissione Ue, la minimum tax al 15% porterebbe in Europa 48,3 miliardi: di cui 2,7 miliardi all’Italia.
L’accordo, sostiene il comunicato finale, “permetterà la costruzione di un sistema fiscale internazionale più stabile e più equo”. “Ci attendiamo che i due nuovi pillar”, ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco “siano attuati nel 2023, a quel punto le tasse nazionali, come quella italiana e francese, saranno rimosse nel 2024″
L’ok finale il 30 ottobre al G20 a Roma
Toccherà ora ai capi di Stato e di governo che si riuniranno a Roma il 30 ottobre sancire definitivamente il nuovo meccanismo delle imposte globali a Google, Facebook, Apple, Amazon, Microsoft, Netflix, ecc…