Vertice insolito a Bruxelles. Il Commissario Ue alla Digital Economy, Günther Oettinger, ha organizzato martedì una cena con i Ministri e i Sottosegretari responsabili per le tlc dei 28 Paesi membri.
Sul tavolo alcune decisioni urgenti: la riforma delle tlc che rischia di saltare, ma anche la discussione aperta sulle nuove regole per le multinazionali americane del web, come Google, sul quale starebbero insistendo Francia e Germania.
In agenda roaming e net neutrality
Secondo alcune fonti Ue, Oettinger vorrebbe ‘appianare’ la situazione con i Paesi membri in modo da portare avanti la riforma delle tlc.
I due noti riguardano il roaming e la net neutrality sui quali si starebbe tentando la via del compromesso.
Il roaming non dovrebbe sparire del tutto ma dal luglio 2016 il costo delle chiamate fatte da cellulare all’estero si dovrebbe ridurre a 0,05 centesimi al minuto contro gli attuali 0,19 centesimi.
Sulla neutralità della rete gli Stati sembrano d’accordo in linea di massima sul principio di non discriminazione, aprendo però alla possibilità di costi aggiuntivi per i servizi che divorano banda, come Netflix, per assicurare una migliore velocità e qualità delle connessioni.
Anche per questo tema c’è una discussione aperta che dovrebbe approdare in primavera al Parlamento europeo dove sicuramente troverà l’opposizione di alcuni eurodeputati ancora molto legati a una definizione più rigorosa di net neutrality.
La posizione dell’Italia
Il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli chiede: “No al rinvio al 2018 sulla fine roaming e riaffermazione della net neutrality come principio fondamentale”.
Dopo la prima riunione del gruppo Tlc del Consiglio dell’Ue sotto la presidenza lettone, Giacomelli ha dichiarato che “Il Governo italiano è contrario a compromessi al ribasso sul mercato unico digitale: l’obiettivo di abbassare le tariffe per gli utenti finali senza abolizione del roaming non è sufficiente. Servono scelte in linea con le attese dell’opinione pubblica europea e compatibili con i tempi indicati dall’europarlamento”.
“L’Europa dev’essere ambiziosa”, ha detto ancora Giacomelli il quale, sulla neutralità della rete, ha ricordato che in febbraio si esprimerà l’americana FCC (Federal Communication Commission), probabilmente in linea con le posizioni espresse dal presidente Obama.
“Per l’Italia la strada da seguire è quella di procedere con la revisione della Direttiva sul “Servizio universale”, inserendo in questa il principio dell’accesso adeguato alla rete per tutti i cittadini europei, dove i soggetti che utilizzano la rete a fini commerciali (e quindi anche gli OTT) contribuiscano al suo sviluppo. Solo tenendo insieme il principio di neutralità della rete con il diritto di un accesso adeguato alla rete da parte dei cittadini europei saremo in grado di garantire lo sviluppo di una rete aperta e senza discriminazioni e dove si possano sviluppare servizi ed opportunità per imprese e cittadini”.
“Solo un ruolo forte delle istituzioni – ha concluso Giacomelli – può scongiurare i rischi di accordi diretti tra operatori di telecomunicazioni e Over-The-Top che potrebbero creare barriere all’ingresso del mercato”.
Diritto d’autore
Ma accanto alle tlc il menù della cena di martedì a Bruxelles prevedeva altre fondamentali questioni.
L’Agenda digitale è stato uno dei piatti forti della serata visto che è ormai prossimo l’appuntamento di maggio quando la Commissione Ue presenterà i propri piani.
La Francia in particolare vorrebbe evitare che il programma di riforma per i prossimi anni si limiti solo al diritto d’autore, temendo di dover rimettere in discussione i propri finanziamenti all’industria culturale.
Regole nuove per gli OTT
Per il Governo d’oltralpe la priorità sono invece gli Over-The-Top (Google, Amazon, Facebook e Apple) contro i quali vorrebbe che la Ue avesse un atteggiamento più aggressivo attraverso nuove regole che riguardino tutte le piattaforme internet.
Anche la Germania preme perché Bruxelles vada in questa direzione.
Argomenti sui quali, secondo la stampa francese, il Primo Ministro Manuel Valls avrebbe molto insistito con il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, in occasione della visita di quest’ultimo a Parigi la scorsa settimana.
Il Governo francese vorrebbe in particolare che le web company contribuissero al finanziamento delle infrastrutture della banda larga.
La Commissione Ue al momento preferisce attendere, forse di vedere come si chiuderà il dossier antitrust che riguarda Google (la decisione è attesa per l’estate, ndr) prima di prendere una posizione definitiva.
Ma c’è già chi giura che sarà molto difficile resistere alle pressioni di Francia e Germania.