#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato in Odiens, Europa del 15 settembre 2014
A partire dall’8 settembre sono ricomparse le Dame del pomeriggio, con le sembianze di Cristina Parodi su RaiUno e quelle consuete (da anni abita lì) di Barbara D’Urso su Canale 5 (in piena sovrapposizione, manco fossero il Giannini e il Floris attesi al martedì sera). A quale delle due va assegnata la palma del “generalismo”? Quale delle due Dame riesce ad accontentare la più ampia tipologia di spettatori?
Non avendo visto neppure un minuto di trasmissione (a quell’ora, come cantava Jannacci, siamo quasi sempre via e la tv in diretta non può essere vista in versione registrata senza tradirne l’essenza) possiamo cercare la risposta guardando al pubblico che quella tv l’ha guardato.
Nel testa a testa complessivo le distanze si sono accorciate rispetto all’anno passato e RaiUno stavolta raccoglie spettatori più o meno nella stessa quantità di Canale 5: ambedue attorno al 16 per cento e quindi, nel complesso, quasi un terzo del pubblico totale. Con il che accertiamo che la scatola con le persone parlanti (il talk show) è come sempre il trionfatore della tv di compagnia e che non c’è canale generalista, appartenga o meno a una azienda pubblica, che possa trascurare di offrirlo.
Per Cristina Parodi (e questa è la buona notizia per RaiUno) l’aumento di pubblico è dovuto per intero agli spettatori meno anziani. Mentre Barbara d’Urso ha tenuto sostanzialmente invariate le proprie schiere, che già mostravano un’età media inferiore rispetto a quelle della tv di Stato.
I livelli di istruzione degli spettatori sono restati pressoché identici rispetto alla stagione passata e simili per ambedue i canali: difficile che a guardare l’uno o l’altro si soffermino i premi Nobel, ma non siamo in un mondo primitivo, sempre parlando degli spettatori.
Barbara D’Urso, come sempre, raccoglie il grosso dell’audience al Sud mentre Cristina Parodi eredita e mantiene un ascolto più equamente distribuito fra le varie zone del paese (e non cesseremo mai di esortare i sociologi a studiare più da vicino le radici di questo tradizionale privilegio meridionale per l’estetica del Biscione di Arcore. Dopo le analisi di Salvemini – un secolo fa –, anche questa può essere una traccia per raccapezzarsi nei meandri della sempre più insoluta questione Meridionale).
E così, tutto sommato il pomeriggio delle ammiraglie sembra ben radicato nella vita quotidiana e tiene insieme tipi di pubblico adeguatamente variegati. Tornando alla domanda iniziale (dove ci si è avvicinati maggiormente all’idea di una “tv generalista”?) la risposta sembra essere un salomonico: in entrambi i casi. Con la conferma di uno strutturale domanda di “tv piazza” (o salotto, che è la piazza tradotta in tv) dove si parla di “ciò che è sulla bocca di tutti”. Tv comunitaria, ci spingeremmo a dire, che è bello sapere che esista, anche per tenersene all’occorrenza alla larga quando non siamo dell’umore di fare comunella con gli altri.