#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato su Odiens, Europa il 9 ottobre 2014
Il punto di riferimento obbligato è costituito dalla fiction ‘Un’altra vita’, il successone su RaiUno, uscito dalla bottega di Cinzia Th Torrini (regista) e di Ivan Cotroneo e Stefano Bises, scafatissimi sceneggiatori. Storia di amori, dissapori e destini. Non ne abbiamo, colpevolmente, visto (tendiamo a rifuggire dagli intrecci di amori e di vita, figuriamoci da un’altra vita) neppure un fotogramma, ma siamo circondati da “non sai cosa ti perdi”.
E non possiamo non guardare con reverente ammirazione all’aumento degli spettatori dall’uno all’altro martedì: da 7mln a 7,7mln e dal 26% al 30% dell’intera platea. Di così tanti, due terzi sono donne, anzi (in larga prevalenza) nonne, tanto per confermare che come per appassionarsi al calcio bisogna capirne le regole, così per sintonizzarsi sui casi della vita occorre averne vissuta un bel po’.
Chi ha pagato (ragionando sull’ora di punta dalle 21.30 alle 23) il conto di un così dilagante successo?
E qui c’è la sorpresa, perché a rimetterci davvero non sono stati i concorrenti più generalisti: Rai2 con Made in Sud non ha ceduto nulla; Canale5 col filmetto trash ha lasciato sul campo appena mezzo punto, come Giannini e Floris (con tutto che sono ancora lungi dall’essere irrinunciabili); Italia1 col telefilm poliziesco-intrigante è rimasta invariata e Retequattro è addirittura aumentata di ben 3,5 punti di share grazie all’immortale Rambo.
A rimetterci le penne è stata l’offerta satellitare e delle altre tv in genere (perfino la macchina da guerra dei canali Discovery) che nell’insieme cede da un martedì all’altro proprio i punti dei quali i generalisti risultano ingrassati. Così rivelando rispetto all’offerta generalista una friabilità che seppellisce di colpo molte delle banalità correnti attorno all’inevitabile tramonto della “tv di tutti” a vantaggio delle tv per i micro target.
E alimentando il sospetto che se per qualcuno sta suonando la campana del progresso tecnologico (col video “à la carte” via web, richiamato, a comando del singolo, su ogni apparato fisso e mobile) e del conseguente trionfo della tv “personalissima”, questo mondo predestinato al declino è proprio l’insieme della tv dei “canalini”, mentre quella dei buoni vecchi canaloni (specie se saranno meno numerosi e dispersivi dei sette nani attuali) potrà continuare a starsene al centro dell’attenzione dei tanti che, appena vi intravedono qualcosa, ci si tuffano dentro, anche per il piacere della compagnia.