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‘Occupazione e crescita, i valori dell’industria audiovisiva da difendere’. Intervista a Stan McCoy (MPA)

Le proposte presentate il 9 dicembre 2015 dalla Commissione Ue, una sulla portabilità dei contenuti e l’altra sul commercio elettronico transfrontaliero, hanno acceso il dibattito in vista della riforma del diritto d’autore che sarà presentata la prossima primavera.

I due provvedimenti erano molto attesi e strettamente legati alla realizzazione del Mercato Unico Digitale. Tra le principali novità, l’avvio a partire dal prossimo anno della portabilità dei contenuti ovvero la possibilità di accedere ai servizi pay da qualunque Paese UE mentre prima l’abbonamento poteva dare accesso al servizio solo nel Paese di residenza.

I contenuti online non avranno più frontiere.

La materia, però, è complessa e spinosa e si prevedono cambiamenti radicali che riguarderanno in particolare il fenomeno del geoblocking.

Abbiamo intervistato Stan McCoy, Presidente Motion Picture Association (MPA) per la regione EMEA, per avere un quadro più dettagliato della situazione e di cosa cambierà con il Mercato Unico Digitale sul fronte della distribuzione dei contenuti.

Key4bizQuali effetti avranno queste nuove misure sulla concessione delle licenze territoriali?

Stan McCoy. La creazione di film e serie tv è un business sperimentale ad altro rischio. Necessita di ingenti investimenti iniziali, con nessuna garanzia di realizzare un profitto, o addirittura di recuperare quanto già investito. Ma una cosa che possiamo dire con certezza è che, senza il finanziamento che deriva dalle licenze e dagli accordi territoriali, nessuna produzione avrebbe neanche la possibilità di vedere la luce.  Abbiamo quindi bisogno di incoraggiare le Istituzioni UE ad aggiustare il tiro e a muoversi in una direzione che non pregiudichi i modelli di finanziamento consolidati che sono alla base della nostra industria.

Key4bizCosa ne pensa della portabilità dei contenuti?

Stan McCoy. L’Industria è a favore del principio di fornire ai consumatori l’accesso temporaneo a film online e servizi tv, che hanno legalmente acquistato, mentre sono in viaggio nell’Unione Europea. Ci sono problemi con l’attuale proposta sul tavolo a Bruxelles, ma credo che possano essere risolti. La proposta ha bisogno d’essere rafforzata per assicurare che non pregiudichi l’esclusività territoriale che sta alla base del modo con cui film e serie televisive vengono finanziati e che ha permesso finora all’industria di offrire ai consumatori l’entertainment che piace a loro.

Key4bizCosa suggerirebbe in merito alla riforma del Diritto d’Autore?

Stan McCoy. Ritengo che occupazione e crescita debbano essere considerati come il metro di qualsiasi cambiamento proposto. Da quando esiste il cinema, il Diritto d’Autore è servito come base per un’industria di successo e per creare posti di lavoro e crescita. Anche con la rivoluzione tecnologica travolgente di oggi, il copyright rappresenta la garanzia più efficace per la creazione, la produzione e la diffusione di opere creative e culturali.

Credo che sia importante continuare a dare il messaggio che, lungi dall’essere un ostacolo, solo in Europa, l’attuale sistema del Diritto d’Autore dà lavoro a 7 milioni di persone e garantisce 509 milioni di euro di PIL.  Permette inoltre la distribuzione dei contenuti su base territoriale, multi paese e paneuropea in misura tale da soddisfare la domanda del mercato.

Key4biz.  Cosa fare per tutelare l’industria audiovisiva?

Stan McCoy. La visione del Mercato Unico Digitale che la Commissione europea sta portando avanti si fonda su una premessa errata, vale a dire che c’è un pubblico paneuropeo monolitico che aspetta d’essere servito. Mi ricorda il film ‘L’uomo dei sogni’, quando il protagonista camminando in un campo sente una voce dirgli ‘Se lo costruisci, lui tornerà’. Questo funziona nel film ma sul mercato serve soprattutto la domanda.

Secondo uno studio di Eurobarometro, commissionato recentemente dalla Commissione europea, le abitudini di consumo e i modelli di visualizzazione sono cresciuti in modo sempre più individualizzato in tutta Europa. Solo l’8% dei consumatori ha provato ad accedere a contenuti online predisposti per altri Paesi, il che suggerisce che preferiscono contenuti su misura per le loro esigenze specifiche piuttosto che offerte paneuropee generiche. Certo che in futuro tutto questo potrebbe cambiare, ma crediamo fortemente che le decisioni del mercato devono continuare a essere basate sulla domanda e non sulla regolamentazione del governo. La realtà odierna è che l’opzione di licenza territoriale resta vitale per la comunità audiovisiva europea. Come MPA facciamo parte dell’ecosistema europeo di produzione e distribuzione e siamo qui per sostenere i nostri amici e colleghi in Europa per far arrivare il messaggio che abbiamo bisogno di lavorare insieme per fare le cose giuste, per assicurarci che i migliori film e serie tv vengano realizzati, andando anche ad incrementare quei 7 milioni di posti di lavoro del settore creativo nell’UE.

Key4biz.  Lei è uno dei partecipanti all’evento FAPAV di Roma del 26 febbraio su ‘Best practices, criticità e prospettive per l’enforcement dei contenuti audiovisivi su Internet’. Quali potrebbero essere le soluzioni per contrastare la pirateria online?

Stan McCoy. Non c’è un’unica soluzione; ci vuole una risposta a livello di ecosistema. I servizi legali sono i migliori e più forti che mai, più di 3 mila in Europa. Abbiamo siti importanti come wheretowatch.com, mesientodecine.com e in Italia mappadeicontenuti.it che facilitano l’accesso dei consumatori alle offerte legali. Abbiamo bisogno di fare molto meglio soprattutto nell’informare le giovani generazioni di tutto il lavoro che c’e’ dietro un film e dell’impatto che ha la pirateria non solo sulla società e sulle stars ma anche sulle centinaia di persone che ci lavorano. E’ chiaro che abbiamo pure bisogno di trattare con i siti pirata in modo equo e bilanciato. Dall’introduzione del Regolamento Agcom, l’Italia ha compiuto un passo in avanti per un’efficace lotta alla pirateria online ed è stato un grande successo lavorare con il nostro partner locale FAPAV. Adesso c’è bisogno che altri stakeholders dell’ecosistema internet, come per esempio i motori di ricerca, i sistemi di pagamento e gli inserzionisti, abbiano un ruolo più attivo nella lotta alla pirateria digitale.

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