Usa-Messico: presidente “anti-Trump” Obrador promette nuove relazioni con gli Usa
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Messico e Stati Uniti stanno per entrare in una nuova era delle relazioni bilaterali. I messicani hanno scelto in modo schiacciante Andres Manuel Lopez Obrador come prossimo presidente del Messico, abbracciando le sue idee di sinistra e le sue critiche al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Come scrive lunedi’ 3 luglio la “Cnn”, Lopez Obrador, conosciuto anche con le sue iniziali “Amlo”, succedera’ al presidente Enrique Pena Nieto il primo dicembre, e promette di affrontare le sfide piu’ importanti del Messico – poverta’, violenza e corruzione -, denunciando l’elitarismo e portando il populismo nella carica piu’ alta del paese. A livello internazionale, molti guarderanno soprattutto alla sua linea nei confronti del presidente Usa Donald Trump. Sul muro di confine proposto da Trump, il titolo di un recente libro pubblicato da Obrador dice tutto: “Ascolta, Trump! Di’ si’ a un nuovo inizio per il Messico, dicendo No a un muro”. Dopo la vittoria di Amlo, Trump ha twittato le sue congratulazioni e ha detto che non vedeva l’ora di lavorare con il presidente eletto. “C’e’ molto da fare, che portera’ benefici sia agli Stati Uniti che al Messico”, ha detto Trump. Amlo ha ricambiato le gentili parole e ha voluto ringraziarlo per il suo messaggio: “Congratularsi con me, e’ stato molto rispettoso”, ha detto. “Questo e’ quello che stiamo cercando nel nostro rapporto con gli Stati Uniti, che ci sia rispetto reciproco, non litigare e cercando sempre un accordo”. Come scrive il “New York Times”, anche se la rabbia elettorale che ha spinto l’ascesa di Obrador e’ in gran parte il risultato di questioni interne, non mancheranno le pressioni affinche’ il nuovo presidente adotti una linea piu’ ferma nei confronti del suo omologo statunitense. Nel costruire la sua terza candidatura alla presidenza, Obrador ha messo insieme un gruppo di alleati, alcuni con visioni contraddittorie: ci sono la sinistra, i sindacati, i conservatori di estrema destra e il sostegno dei gruppi religiosi. Resta dunque da vedere come gestira’ tutti questi interessi una volta in carica.
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Spagna, il governo Sanchez da’ il via allo spoil system in almeno 20 societa’
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, si appresta a cambiare i vertici di varie societa’ strategiche come Renfe, Correos, Adif, Sepi, per piazzare i suoi uomini di fiducia. Secondo il quotidiano “El Mundo”, questo e’ l’inizio di uno spoil system che coinvolgera’ non meno di 20 gruppi che fatturano in totale 35 miliardi di euro. Nelle sue prime riunioni, il Consiglio dei ministri ha gia’ individuato Isaias Taboas, segretario di Stato ai Trasporti, come nuovo presidente di Renfe e sponsorizzato Isabel Pardo de Vera, fino ad ora direttore generale dell’Alta velocita’, ai vertici di Adif. Entrambe le posizioni prevedono una retribuzione di almeno 160 mila euro l’anno, secondo le informazioni fornite dal portale della trasparenza. Ma non sono queste le uniche nomine di Sanchez. Il premier ha anche collocato il suo ex capo di gabinetto, Juan Manuel Serrano, alla presidenza di Correos, un gruppo che fattura 1,75 miliardi di euro l’anno e da’ lavoro a 50 mila persone. Fra i nuovi vertici si ricorda anche Vincent Fernandez a capo della Sociedad Estatal de Participaciones Industriales (Sepi). Fernandez arriva alla Sepi sponsorizzato dal ministro dello Sviluppo, Maria Jesus Montero, con cui ha collaborato al governo dell’Andalucia. I tentacoli dello Stato arrivano anche a grandi imprese quotate come Red Electrica (statale al 20 per cento), Indra (20 per cento), Bankia (60 per cento), Aena (51 per cento), Enagas (5 per cento). In questi casi il governo puo’ nominare consiglieri e influire enormemente sul profilo del presidente.
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Usa: presidente Trump riorganizza staff Casa Bianca per la nomina alla Corte Suprema
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump riorganizzera’ temporaneamente il personale della Casa Bianca in vista della nomina del giudice della Corte Suprema che occupera’ il posto di Anthony M. Kennedy, che andra’ in pensione. Lo ha annunciato lunedi’ il portavoce della Casa Bianca, Sarah H. Sanders. Raj Shah, dell’ufficio stampa, si congedera’ dalle sue responsabilita’ per concentrarsi esclusivamente sul coordinamento della comunicazione del presidente per la scelta che Trump ha detto annuncera’ lunedi’ prossimo. Donald F. McGahn II, l’avvocato della Casa Bianca, si occupera’ dell’intero processo, assistito da un team di avvocati dell’ufficio legale e da un altro dal dipartimento di Giustizia, che contribuira’ alla ricerca dei candidati e a preparare gli incontri. “Squadre di avvocati dell’Ufficio legale della Casa Bianca e del dipartimento di Giustizia stanno lavorando per garantire al presidente tutte le informazioni di cui ha bisogno per scegliere il suo candidato”, ha detto Sanders in una nota. “Il dipartimento di Giustizia e’ pienamente impegnato a sostenere gli sforzi per la nomina e la conferma del nuovo giudice”.
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Spagna, Psoe costretto a scendere a compromessi per rinnovare i vertici della tv di Stato
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Il rinnovo dei vertici di Radio Television Espanola (Rtve) sta diventando un’ardua partita da giocare per il governo di Pedro Sanchez. Dopo essersi visti bruciare tutti i principali candidati alla presidenza dell’emittente, il Partito socialista operaio (Psoe) e Podemos saranno ora costretti a scendere a patti con Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) o con il Partito popolare (Pp) se vorranno andare a segno. Ieri infatti e’ fallito l’ennesimo tentativo di dare a Rtve un nuovo capo, nella persona di Tomas Fernando Flores. Secondo quanto riporta il quotidiano “Abc”, il giornalista, indicato dalla sinistra, ha incassato appena 150 voti a fronte dei 234 necessari, pari a due terzi del Congresso, per ottenere la luce verde. Per conquistare la maggioranza, il Psoe dovrebbe convincere gli eletti di Erc che, dal canto loro, si sono detti disponibili a dare appoggio all’esecutivo solo quando Sanchez si mostrera’ disposto ad aprire al dialogo senza riserve con la Catalogna. Secondo fonti parlamentari, invece, il Pp sarebbe pronto a venire incontro al primo ministro solo se il Psoe fondera’ la sua lista di candidati al consiglio di Rtve con la lista dei popolari.
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Gran Bretagna, nuove tasse su carburanti ed alcool per finanziare la Sanita’
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Il governo britannico e’ ad un passo dal decidere nuove le tasse su carburanti ed alcool per raccogliere i miliardi di sterline necessari a finanziare una serie di impegni di spesa ed allo stesso tempo ridurre il deficit di bilancio: lo rivela il quotidiano laborista “The Guardian”, secondo cui gran parte del ricavato andrebe a favore della Sanita’ pubblica. Fonti governative hanno detto al giornale laborista che l’esecutivo sta “seriamente considerando” l’ipotesi di aumentare le accise sui carburanti, mettendo fine al loro congelamento deciso otto anni fa e rispetato in quet anni anche dall’attuale cancelliere allo Scacchiere Philp Hammond: l’obbiettivo e’ di raccogliere almeno 800 milioni di sterline (900 milioni di euro, ndr) nel corso del corrente anno fiscale e diversi miliardi nei prossimi anni. Lo scopo e’ di finanziare la promessa fatta dalla premier Theresa May, che negli scorsi giorni si e’ impegnata ad immettere entro il 2023 altri 20 miliardi di sterline (22,5 miliardi di euro, ndr) nel National health system (NHS, il Servizio sanitario nazionale britannico; ndr); le cui manchevolezze, secondo tutti i sondaggi di opinione, sono in testa alle preoccupazioni di cittadini ed elettori britannici. Del resto, fanno notare a Whitehall (il quartiere londinese dove hano sede i principali ministeri, ndr), nel fare questa promessa la May aveva avvertito che i fondi necessari e migliorare i servizi offerti dall’NHS solo in parte potrebbero essere frutto dal cosiddetto “dividendo della Brexit”, cioe’ dal risparmi che la Gran Bretagna ricavera’ dal non dover piu’ versare il proprio contributo al bilancio dell’Unione Europea dopo il divorzio. La questione del “Brexit dividend” potrebbe sembrare un argomento di pura tecnica finanziaria, ma in realta’ ha un importantissimo ruolo politico-simbolico: i sostenitori della Brexit, infatti, avevano fondato la campagna elettorale per il referendum del giugno 2016 proprio sull’aspettativa di consistenti risparmi che sarebbero potuti andare a migliorare l’NHS. Il “Guardian” rivela che l’esecutivo sta anche pensando di aumentare le accise sulle bevande alcoliche, che potrebbero portare altri 200 milioni di sterline (225 milioni di euro, ndr) all’anno nelle casse dello Stato. Per il Partito conservatore, scrive il giornale laborista, e’ doloroso rinunciare al congelamento delle tasse su carburanti ed alcool, perche’ si tratta di una delle loro piu’ sventolate bandiere propagandistiche; ma del resto, fa notare il “Guardian”, al momento non c’e’ altra via se il governo vuole continuare a mantenere sotto controllo il deficit pubblico, che altrimenti esploderebbe. Anche perche’ dopo aver annunciato l’incremento del bilancio a disposizione dell’NHS, la premier Theresa May si e’ trovata assediata da praticamente tutti i suoi ministri, che stanno facendo a gara nel presentarle richieste di aumento dei bilanci dei rispettivi dicasteri; ed un’altra fondamentale promessa elettorale del Partito conservatore e’ proprio quella di riportare in pareggio i conti dello Stato entro la meta’ del prossimo decennio.
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Brexit, la premier Theresa May offre un compromesso ma invece provoca una tempesta nel Partito conservatore
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Gli sforzi della premier birtannica Theresa May per giungere ad una posizione di compromesso sulla Brexit che plachi le polemiche interne al suo governo, hanno invece suscitato una tempesta di reazioni negative: lo scrive il quotidiano tradizionalista “The Times”, commentando quanto e’ successo ieri lunedi’ 2 luglio dopo che l’ufficio del primo ministro aveva reso noto le linee-guida di un documento che sara’ sottoposto al gabinetto ristretto in una cruciale riunione convocata per venerdi’ prossimo 6 luglio nella residenza di campagna ai Checquers. Il “Times” descrive come “febbrile” e da “ultimi giorni” l’atmosfera politica che si respirava ieri a Westminster (il quartiere londinese che ospita il Parlamento ed i principali ministeri, ndr): all’attacco si sono scagliati sia gli esponenti dell’ala piu’ anti-Ue del Partito conservatore e del governo (i cosiddetti “Brexiteers”), che quelli piu’ filo-europei (i “Remaineers”); e non e’ mancato chi ha apertamente evocato la possibilita’ di lanciare la sfida per soffiare alla May la guida del partito e dell’esecutivo. Tutto ruota intorno al fatto che il No. 10 di Downing Street (l’ufficio del primo ministro) neppure ieri ha messo a disposizione dei ministri i dettagli delle proposte sulla base delle quali la Gran Bretagna questa estate condurra’ le trattative con l’Unione Europea sui futuri rapporti economici, commerciali e doganali dopo il divorzio del marzo 2019: l’ufficio del primo ministro si e’ limitato ad annunciare che una proposta di compromesso, definita vagamente come una “terza via”, era in preparazione e sara’ sottoposta ai ministri del Gabinetto nella riunione di venerdi’. Cio’ e’ bastato per suscitare un’ondata di proteste: il nodo fondamentale da sciogliere restano le future frontiere, cioe’ la permanenza o meno della Gran Bretagna nell’unione doganale europea dopo la Brexit; e la “terza via” evocata dai collaboratori di Theresa May invece di rasserenare gli animi ha suscitato sospetti e rancori. Su tutto questo caos incombe come una minaccia il voto parlamentare sulla legge per la Brexit, che la Camera dei Comuni ha messo in calendario per il 17 luglio prossimo: sara’ probabilmente li’ che avverra’ la resa dei conti tra le due ali del Partito conservatore; e intanto, nota sconsolatamente il “Times”, in attesa che il governo britannico facci achiarezza al suo interno sono completamente bloccate le trattative l’Ue a Bruxelles.
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Francia, il premier Philippe ricevera’ tutti i ministri per dei singoli colloqui
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – A un anno dalla loro nomina, i ministri francesi saranno ricevuti singolarmente dal premier Edouard Philippe per un colloquio durante il quale si fara’ un bilancio della loro attivita’. “Le Figaro” spiega che l’obiettivo e’ quello di “migliorare l’azione collettiva”. Il ministro dell’Educazione nazionale, Jean-Michel Blanquer, sara’ il primo della lista, con un appuntamento fissato a Matignon questa mattina. Seguira’ il giorno dopo il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, e quello dell’Ambiente, Nicolas Hulot, giovedi’. Per quest’ultimo le discussioni si annunciano particolarmente delicate, visto che lui stesso ha fatto sapere che dopo l’estate potrebbe presentare le dimissioni. Ieri Philippe ha dichiarato di volere delle “conversazioni a quattr’occhi” per sapere come si puo’ migliorare “l’azione collettiva”. Il quotidiano ricorda che l’idea non e’ nuova visto che durante l’ultima campagna per le presidenziali di un anno fa il candidato dei Repubblicani, François Fillon, promise un metodo simile. Il segretario di Stato per le relazioni con il Parlamento, Christophe Castaner, ha giudicato positivamente l’iniziativa: “credo che a valutazione sia necessaria, vale per tutti, vale nelle imprese, vale anche per un ministro”, ha detto Castaner.
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Sahel, presidente Macron: la Francia ridistribuira’ le forze nella regione
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha visitato la Mauritania ieri, in occasione del summit dell’Unione africana. Ne parla la stampa transalpina, spiegando che per il capo dello Stato francese si e’ trattato della prima tappa di un mini-tour di due giorni che oggi lo vedra’ impegnato in Nigeria. Negli ultimi giorni nella regione si e’ registrata un’escalation di violenze, prima con l’attacco a una base regionale del G5 Sahel avvenuta venerdi’ e poi con un’imboscata a Gao, nel nord del Mali, dove sono rimasti feriti quattro soldati francesi. “Prenderemo decisioni concrete per una ridistribuzione delle nostre forze e del posizionamento per i prossimi anni” ha detto il presidente francese, che nel pomeriggio si e’ intrattenuto con i suoi omologhi africani dei paesi appartenenti al G5 Sahel, il dispositivo militare congiunto composto da Burkina Faso, Mali, Niger, Ciad e Mauritania. Il progetto presenta un forte ritardo, nonostante siano state gia’ effettuate tre operazioni. Tuttavia, secondo l’Eliseo, “le cose avanzano”. Il presidente francese ha affermato che queste difficolta’ devono portare gli attori impegnati nell’operazione a “intensificare lo sforzo” per finalizzare gli obiettivi. Per Parigi, il G5 Sahel e’ la soluzione piu’ sicura per sostituire le truppe di Barkhane, impegnate sul posto dal 2014.
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Germania, l’Unione di centrodestra ha trovato un accordo in materia di immigrazione
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Alla fine, in tarda serata di ieri, la Cdu e la Csu – i due partiti che compongono l’Unione di centrodestra tedesca – hanno trovato un compromesso circa la politica di accoglienza che almeno per ora allontana lo spettro di una crisi di governo a Berlino. L’accordo tra i due partiti prevede la realizzazione di centri di transito per i rifugiati gia’ registrati in altri paesi della Ue al confine tedesco-austriaco. Tali centri tratterranno e predisporranno l’espulsione dei richiedenti asilo verso i paesi europei che per primi ne hanno recepito la domanda. Il capo della Csu e ministro dell’Interno tedesco, il cristiano sociale Horst Seehofer, che aveva annunciato le proprie dimissioni, le ha ritirate in risposta al raggiungimento dell’intesa. Il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel, ha parlato di “un ottimo accordo”. Dopo 6 ore di negoziazioni Seehofer ha dichiarato: “Abbiamo un chiaro accordo su come prevenire la migrazione illegale in futuro ai confini tra Germania e Austria. Si tratta di un accordo chiaro per il futuro che sara’ molto duraturo”. Le riunioni si erano susseguite per tutto il pomeriggio di lunedi’ e il cancelliere e il suo ministro dell’Interno si erano confrontati con la mediazione del presidente del Parlamento, il cristiano democratico Wolfgang Schauble.
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Germania, si complica il dibattito interno alla maggioranza sulle politiche di asilo
03 lug 11:10 – (Agenzia Nova) – Proprio mentre Cdu e Csu, i due partiti dell’Unione di centrodestra, raggiungevano un accordo in materia di immigrazione per superare, almeno temporaneamente, le tensioni delle ultime settimane, i Socialdemocratici, partner di governo di quei due partiti, hanno preso una posizione in materia di asilo che pare destinata a riaccendere lo scontro interno alla coalizione. Un documento presentato dall’Spd chiede di dare protezione a coloro che “fuggono da persecuzioni politiche o religiose o da una guerra e vogliono salvare le loro vite da noi”. I Socialdemocratici chiedono che il governo si concentri su “umanita’” e “responsabilita’”. Chi ha bisogno di protezione ha bisogno di sicurezza, prospettive e rapida integrazione, afferma il partito. D’altro canto, coloro che non hanno diritto alla protezione devono tornare nel loro paese d’origine o in un paese terzo sicuro. “Le procedure dello Stato di diritto e il pieno accesso a queste procedure sono il quadro indispensabile”, si legge nel documento prodotto che si distingue nettamente dal “piano generale” del ministro dell’Interno, il cristiano sociale Horst Seehofer. L’Spd nel suo documento attribuisce grande importanza alla conservazione della liberta’, e il diritto alla libera scelta dell’impiego e di residenza all’interno della Ue. E’ “uno dei risultati centrali in Europa”.
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