SDG Summit 2023, a New York mezzo mondo si confronta sull’Agenda 2030
In questi giorni (18-19 settembre) a New York si sta svolgendo l’SDG Summit 2023 delle Nazioni Unite, in cui si fa il punto su quanto gli Stati e le Istituzioni sovranazionali stanno facendo per il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) contenuti nell’Agenda 2030.
Gli obiettivi in questione fanno riferimento ad un insieme di temi estremamente rilevanti a livello mondiale, che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.
Parità di genere, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, energia pulita e accessibile, lavoro dignitoso, imprese e infrastrutture, lotta alle disuguaglianze, città e comunità più sostenibili, consumo e produzione responsabili, tra i temi chiave.
“È giunto il momento di mettere a punto un piano globale per salvare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), che a metà strada verso la scadenza del 2030 sono tristemente fuori strada“, ha dichiarato lunedì a New York il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres.
Secondo quanto emerso dai tavoli organizzati presso il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite, però, ad oggi, solo una piccola parte di tali obiettivi sostenibili è sulla buona strada per arrivare a buon fine entro il decennio.
“Ogni obiettivo contiene 169 traguardi, ma attualmente solo il 15% è in regola, mentre molti stanno andando a ritroso“, si legge nel comunicato delle Nazioni Unite.
Progetti in calo, ma soprattutto in gap di risorse finanziarie a 4 trilioni di dollari l’anno
Secondo l’Uctad (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo), il numero di nuovi progetti su base annua a livello planetario è calato del 7%, ma non solo.
A mancare sono le risorse finanziarie. C’è un gap di 4 trilioni di dollari all’anno per rendere possibile il lavoro sugli obiettivi e accelerarne la realizzazione, di cui 2,2 trilioni di dollari solo per la transizione energetica.
Se si vuole davvero realizzare l’Agenda 2030 si devono trovare altri 30 trilioni di dollari di investimenti aggiuntivi.
Oltre al problema della mancanza di finanziamenti adeguati, si solleva un’altra criticità: non solo mancano 4 trilioni di dollari annui a livello globale, ma il gap è in realtà raddoppiato rispetto al 2015.
Acqua pulita, fonti energetiche green e cibo di qualità per quanti?
Un dato che deve far pensare a fondo sullo stato della transizione energetica ed ecologica a cui tanti Paesi del mondo hanno aderito.
Siamo davvero in grado di procedere su questa strada? Soprattutto, ci stiamo credendo davvero? Cosa stanno facendo di concreto i Governi dei Paesi di tutto il mondo per raggiungere gli Sdg dell’Agenda 2030?
Sono domande a cui i politici e tutti i rappresentanti delle istituzioni mondiali dovrebbero rispondere pubblicamente. Fallire l’Agenda 2030 significherebbe condannare mezzo pianeta agli effetti peggiori dell’estremizzazione del clima, del surriscaldamento globale, delle disuguaglianze nell’accesso a acqua potabile, fonti energetiche pulite e cibo di qualità.