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In Puglia i dati peggiori. Il 33% dei bambini 3-10 anni sono in eccesso di peso
Quasi la metà degli adulti italiani lotta con i chili di troppo e l’obesità, soprattutto tra gli uomini, continua a crescere. Nel 2023, il 46,3% della popolazione adulta ha problemi con la dieta: il 34,6% è in sovrappeso e l’11,8% è obeso. E si tratta soprattutto di uomini: il 13% degli italiani è obeso rispetto al 12,2% del 2022.
Gli uomini sono i più colpiti soprattutto quando raggiungono i 35 anni di età: tra i 35 e i 64 anni oltre la metà, il 51,2%, sono già in sovrappeso, il 20% in più rispetto al dato femminile, 29,9% e dopo i 75 anni, la forbice si riduce di circa 10 punti. La fascia 65-74 anni presenta i livelli più alti: qui 7 uomini su 10 (70%) risultano in eccesso di peso, mentre le donne si fermano al 50%. Anche l’obesità tocca il picco in questa fascia (17% per gli uomini e 14,9% per le donne), ma dopo i 74 anni i dati (13,7% contro 13,8%) tendono ad allinearsi. Nell’arco 18-19 anni, il 13,4% degli italiani è in sovrappeso e il 4,4% è obeso, valori che salgono rispettivamente al 42,7% e al 15,9% a 65-74 anni, confermando un trend di crescita con l’età.
Quanti sono gli obesi in Italia
Se la sedentarietà fosse uno sport, molti italiani avrebbero già vinto la medaglia d’oro: nel 2023, infatti, il 35% della popolazione dai 3 anni in su ha dichiarato di non praticare alcuna attività fisica. Un valore comunque in calo rispetto al 37,2% registrato nel 2022 e decisamente inferiore al 41,1% del 2013. Il miglioramento è evidente sia negli uomini, con una riduzione di 2,6 punti percentuali, sia nelle donne, che fanno registrare un calo di 1,8 punti. I livelli di sedentarietà femminile, tuttavia, rimangono più elevati (38,8%) rispetto a quelli maschili (31%), pur con un divario di 5,9 punti percentuali, minore dei 7,8 punti del 2013. La diminuzione più forte si osserva tra i bambini di 6-10 anni (-4 punti) e tra gli adulti e anziani di 60-74 anni (-4,1 punti).
Risulta poi particolarmente significativo il dato che riguarda i più piccoli di 3-5 anni: il 50,6% non pratica sport né attività fisica nel tempo libero, percentuale che scende al 17,7% tra i 6 e i 10 anni ma risale oltre il 40% a partire dai 65 anni. Tra le persone di 75 anni e più, il 54,7% degli uomini e il 72,8% delle donne si dichiarano sedentari, mentre nella fascia 65-74 anni la sedentarietà supera il 40%.
Obesi in Italia: il divario Nord-Sud
Al Sud si mangia bene, non c’è dubbio, ma i numeri raccontano della necessità evidentemente di fare maggiore attenzione…al condimento. Come si può evincere anche dal grafico interattivo sopra, nel 2023, nel Mezzogiorno quasi il 50% degli adulti è in sovrappeso o obeso (36,8% in sovrappeso e 13,1% in obesità), mentre al Nord la percentuale resta sotto il 43% (31,7% in sovrappeso e 10,7% in obesità). Spiccano i valori di Puglia (51,1%), Campania (51%), Basilicata (50%) e Calabria (49,8%). Rispetto al 2022, la quota di adulti in eccesso di peso cresce leggermente nel Centro e nel Nord-est, mentre si riduce da 50,1% a 48,8% nel Mezzogiorno e resta sostanzialmente stabile nel Nord-ovest.
L’analisi territoriale mostra un andamento analogo anche per la sedentarietà, che si attesta al 24,3% nel Nord, sale al 29,4% nel Centro e schizza al 47,5% nel Mezzogiorno. In diverse regioni meridionali e insulari, infatti, circa la metà della popolazione dichiara di non praticare sport né attività fisica nel tempo libero, con picchi in Basilicata (52,9%), Campania (52,5%), Sicilia (51,2%) e Puglia (48,1%). Fa eccezione la Sardegna, dove la sedentarietà si ferma al 33%.
Chi studia è meno obeso
A leggere i dati Istat non è solo una questione di dieta o palestra, ma anche di libri: all’aumentare del titolo di studio diminuiscono i chili di troppo e la sedentarietà. Tra i laureati si registra un tasso di eccesso di peso del 34,7%, con il 27,3% in sovrappeso e il 7,5% in obesità. Tra i diplomati, la proporzione sale al 46,3% (11,6% in sovrappeso e 34,7% in obesità) mentre tra chi possiede al massimo la licenza media raggiunge il 56,5%, con il 15,3% in sovrappeso e il 41,2% in obesità.
Analoghe disparità si osservano nei livelli di inattività fisica: il 17,9% dei laureati dichiara di non svolgere sport o attività fisica, mentre tra i diplomati la quota sale al 29,1% e supera il 55,6% tra coloro che non vanno oltre la licenza media. La fascia 25-44 anni mostra un divario marcato, con un tasso di sedentarietà tre volte e mezzo superiore tra le persone con basso titolo di studio (50,9%) rispetto a chi ha un livello di istruzione più alto (14,9%). Questa correlazione si riscontra in tutte le fasce di età e in entrambi i sessi, confermando quanto l’istruzione influenzi le scelte di vita salutari.
Quanti sono gli obesi in Italia tra bambini e adolescenti
In Italia, l’infanzia “pesa” di più al Sud che al Nord: un terzo dei bambini di 3-10 anni è in eccesso di peso, con picchi allarmanti al Sud e percentuali decisamente più contenute al Nord. La differenza di genere non è da meno, con i maschi che fanno segnare numeri più alti delle femmine, soprattutto dopo i 6 anni.
Nel biennio 2022-2023, in Italia, il 26,7% dei minori tra 3 e 17 anni è in eccesso di peso, con punte del 33% tra i bambini di 3-10 anni. Qui spiccano le femmine di 3-5 anni e i maschi di 6-10 anni, mentre la quota scende al 17,4% tra gli adolescenti di 14-17 anni. I valori più alti si riscontrano tra i più piccoli, si nota una forte differenza di genere: i maschi toccano il 29,3% contro il 24,0% delle femmine, divario che si accentua dopo i 6 anni.
L’analisi storica indica un calo tra il 2010-2011 (28,5%) e il 2016-2017 (25,5%), una stabilità fino al 2018-2019 e poi una risalita dal 2020-2021 al 2021-2022 (27,2%), prima di una lieve riduzione nel 2022-2023. Come per gli adulti, emerge un significativo gradiente Nord-Sud: delle 10 regioni con valori oltre la media, 7 sono meridionali. Tra queste, Campania (36,5%), Calabria (35,8%), Basilicata (35%) e Sicilia (33,8%) superano un terzo di bambini in eccesso di peso. Al contrario, Trento (15,1%), Bolzano (17,4%), Friuli Venezia Giulia (18,4%) e Lombardia (19,5%) registrano i livelli più bassi.
Stili di vita familiari e influenze sui figli
Le abitudini dei genitori lasciano un’impronta profonda sui figli: se in famiglia si fuma, si beve in modo rischioso o si trascura l’attività fisica, le probabilità che i ragazzi seguano lo stesso percorso aumentano sensibilmente. Le difficoltà economiche e un livello di istruzione più basso possono rendere questo circolo ancora più difficile da spezzare.
La correlazione con il peso è evidente: quando entrambi i genitori sono in eccesso di peso, il 34,7% dei figli presenta la stessa condizione, percentuale che scende al 18,5% con genitori normopeso. Sul fronte dell’inattività fisica, il 51,3% dei giovani è sedentario se entrambi i genitori non praticano attività sportiva, contro appena il 10,3% di chi ha genitori attivi. Infine, i ragazzi in famiglie economicamente svantaggiate mostrano una sedentarietà più alta (27,5%) rispetto a quelli in condizioni agiate (21,3%), e in presenza di genitori con licenza media la percentuale di figli sedentari sale al 34,3%, contro il 14,8% riscontrato tra i giovani con genitori laureati.
I dati si riferiscono al: 2022-2023
Fonte: Istat