Amministrative 2016

‘Nuovo Statuto, Open Data e SPID: ecco le mie priorità per Roma Digitale’. Giachetti (Pd) risponde ai 5 quesiti di Key4biz

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Il candidato sindaco del Pd Roberto Giachetti, al ballottaggio con Virginia Raggi del M5S risponde ai quesiti del Professor Donato Limone su Roma Digitale pubblicati su Key4biz. Al centro del programma Open Data, SPID e l’istituzione di un Chief Technology Officer.

La rubrica PAdigitale, a cura di Donato A. Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza. Analisi e approfondimenti sul processo di attuazione della Riforma della PA. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo le risposte del candidato sindaco del Pd Roberto Giachetti alle domande sulla ricetta digitale per Roma, poste tre giorni fa su Key4biz ai candidati sindaci in vista del ballottaggio dal Professor Donato Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli studi di Roma “Unitelma Sapienza”  (Roma Capitale, Roma Digitale. Qualche consiglio ai candidati Raggi e Giachetti prima del ballottaggio). Giachetti espone, attraverso alle sue risposte ai quesiti posti dal professor Limone, i punti salienti del suo programma digitale per Roma, a partire dall’istituzione di un Chief Technology Officer e di un Open Data Officer in Campidoglio, per rendere i dati dell’amministrazione aperti e fruibili dai cittadini. Restiamo in attesa delle risposte dell’altro candidato del M5S Virginia Raggi. 

 

 

Quesito 1. Come affrontare i ballottaggi indicando sin da ora i segni di discontinuità con il passato?

Roberto Giachetti. I principali elementi di discontinuità sono relativi all’organizzazione. Il primo punto qualificanti il programma è una distinzione chiara tra un Campidoglio con funzioni di programmazione e di controllo e Municipi essenzialmente responsabili della gestione amministrativa. In questo cambiamento un ruolo essenziale hanno le tecnologie. Ed in questo senso il Campidoglio per cui lavoreremo è un’organizzazione allineata a quel che accade nelle migliori prassi internazionali, in cui gestione dei dati e utilizzo della tecnologia hanno un ruolo sempre più essenziale per migliorare la performance dei servizi amministrativi e per un coinvolgimento attivo della cittadinanza. Questo il senso della nostra proposta di avere un Chief Technology Officer e un’Unità di Innovazione che rispondano direttamente al vertice dell’amministrazione.

Riteniamo, infatti, che uno dei gap più importanti della nostra amministrazione sia relativo alla velocità con cui si innesta la tecnologia nel ‘fare amministrazione’. Ecco che noi abbiamo immaginato una figura ed un Ufficio che faranno proprio questo: seguire le evoluzioni della tecnologia e dell’innovazione per innestarla continuamente nell’amministrazione. Una struttura che ci allineerebbe alle migliori esperienze internazionali e che abbiamo definito dopo averne analizzato alcune.

D’altra parte, è anche qui sul modello delle migliori esperienze internazionali che sarà rilanciato il progetto Open data del Comune e sarà introdotta la figura dell’Open data Officer. Saranno resi pubblici e controllabili tutti i dati dell’Amministrazione e delle società partecipate: risorse assegnate e spese, ambiti tematici, soggetti attuatori, tempi di attuazione, pagamenti, avanzamento delle procedure amministrative. Una miniera di dati che vogliamo diventino la base di attività innovative.

Più in generale ci è chiaro che il modo di agire dell’amministrazione deve cambiare e che deve basarsi su singoli progetti: ognuno con motivazioni chiare, obiettivi misurabili, una valutazione sui risultati ottenuti. Non è un caso aver chiamato i nostri ambiti di intervento “cantieri”: abbiamo voluto segnalare l’attenzione per il tempo e la verificabilità.

Quesito 2. Come trasformare Roma Capitale in una città con uno Statuto adeguato al suo ruolo?

Roberto Giachetti. I rilievi dell’articolo di Limone sono incisivi e molto chiari. Mancano nel nostro Statuto termini che non possono mancare nello Statuto di una città ‘moderna’. Va affrontata da subito la questione dello Statuto della città. Per definire un testo semplice, allineato alle trasformazioni che la pubblica amministrazione sta vivendo nella società dell’informazione. Uno Statuto che tenga conto delle trasformazione che il ‘fare amministrazione’ nell’incontro con le Nuove Tecnologie e dei criteri che si affermano, come parole d’ordine, nel diritto pubblico: partecipazione, trasparenza, co-progettazione.

Quesito 3. Quale modello organizzativo scegliere?

Roberto Giachetti. Il modello è quello di cui abbiamo accennato rispondendo alla prima domanda. Io penso che in un momento storico in cui la differenza di competitività tra le economie e le società dipende dalla qualità dell’azione pubblica, noi dobbiamo lavorare per un centro dell’amministrazione capitolina autorevole. Capace di programmare e di controllare, responsabile di un tassello cruciale come l’innesto della tecnologia nell’azione amministrativa.

In parallelo, in linea con il principio di sussidiarietà, dobbiamo avere Municipi finalmente all’altezza delle richieste dei cittadini. Oggi non è così: ed i presidenti di Municipio non riescono a sfruttare l’enorme vantaggio di essere vicini ai problemi. Bisogna dotarli di risorse umane e organizzative maggiori per un’attuazione più vicina ed efficace. Il tutto deve avvenire con regole chiare. Il rapporto dinamico tra indirizzi del centro e attuazione municipale deve essere basato su obiettivi chiari, trasparenza dei risultati, valutazione ferrea, un meccanismo di premi e sanzioni a governare il meccanismo. Dobbiamo lavorare per un sistema che incentivi l’efficienza del raccordo tra Indirizzo ed attuazione. Ed è su questo stesso doppio binario, centro e periferia, che imposteremo anche i contratti di servizio delle aziende partecipate, che dovranno rispondere sia al Campidoglio che ai Municipi.

Quesito 4. Come lanciare la semplificazione amministrativa per eliminare la carta, abbattere i costi, ridurre gli oneri per i cittadini?

 
Roberto Giachetti. La centralità delle tecnologie digitali nella trasformazione del modo di ‘fare Amministrazione’ in tutto il mondo è ben esplicitata nel programma. E questo si declina, innanzitutto, nella semplificazione amministrativa. Su questo abbiamo individuato nel programma una responsabilità in più del Comune di Roma. L’amministrazione capitolina deve avere, insomma, l’ambizione di diventare un’amministrazione che per prima sperimenta le innovazioni promosse dal governo nazionale. C’è, insomma, una responsabilità in più nell’essere l’amministrazione della Capitale.

In quest’ottica particolare ci attrezzeremo, da subito, per rendere i nostri servizi disponibili e accessibili al Sistema Pubblico dell’Identità digitale (SPID), in modo che i cittadini, aderendovi, potranno accedere online a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione con un’unica identità digitale. Oltre a questo con la Piattaforma Unica tracceremo tutti i procedimenti del Comune e dei Municipi e avvieremo un monitoraggio dei procedimenti, per eliminare lentezze, duplicazioni, inerzie. Sceglieremo i 50 procedimenti più utilizzati da cittadini e imprese per renderli più rapidi, trasparenti, partecipati e capaci di dare risposte ai romani. Il punto d’arrivo è un’Amministrazione senza carta.

Quesito 5. Come rapportarsi con i Municipi? Come pianificare il rapporto con la Città Metropolitana?

Roberto Giachetti. Noi entriamo in una prospettiva di ‘doppia devoluzione’. Se il raccordo con i Municipi è cruciale per il corretto funzionamento della macchina amministrativa e l’erogazione di servizi di qualità ai cittadini, un altro punto chiave è quello del raccordo con la Città Metropolitana. Sul primo punto, come visto, pensiamo ad un rapporto basato su obiettivi e risultati in cui il Campidoglio fissa le regole del gioco e Municipi forti svolgono la propria attività.

Il tutto con forme di responsabilizzazione dei Municipi ottenute attraverso una partecipazione alla riscossione dei tributi e delle sanzioni e un sistema di premialità per incentivarne il migliore funzionamento. Sul piano dell’altra parte della ‘devoluzione’, quello del raccordo con la Città Metropolitana, pensiamo ad una riorganizzazione delle funzioni in quest’ottica e verso la definizione di nuovi strumenti di governo territoriale. Con un primo passo essenziale: quel piano strategico metropolitano che è un elemento cardine, a nostro modo di vedere, per il futuro della nostra città e della sua area metropolitana. E’ questo atto – che pensiamo operativo ed innovativo – che deve servire da guida per una Roma che guardi con ambizione al futuro

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