Si è tenuta ieri a Palazzo Vidoni la “consultazione ristretta” sul nuovo CAD per raccogliere le osservazioni sul provvedimento da parte di una rosa selezionata di esperti. Un tentativo da parte del ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione di Marianna Madia di spegnere la pioggia di polemiche sul decreto legislativo che integra il vecchio Codice dell’Amministrazione Digitale, varato il 20 gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri e già bollinato.
L’incontro, ventilato sul nostro sito, è stato un’occasione di confronto “franco e proficuo” sulle tante questioni aperte relative al nuovo CAD.
All’incontro, come referenti istituzionali, c’erano i deputati Paolo Coppola (Pd), presidente del tavolo permanente per l’innovazione e l’agenda digitale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e consigliere per il digitale del ministro Madia; Stefano Quintarelli (ex Scelta Civica passato al Gruppo Misto), presidente del comitato d’indirizzo dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid); Sergio Boccadutri (Pd), coordinatore dell’Area Innovazione del Partito Democratico; Antonio Samaritani, direttore generale di Agid; Elio Gullo, dirigente del Dipartimento della Funzione Pubblica presso l’Ufficio per la Modernizzazione delle Pubbliche Amministrazioni; il Digital Champion Riccardo Luna.
Dall’altra parte del tavolo, in qualità di esperti “selezionati” (ma con quale criterio?) per portare all’attenzione del ministro i loro rilievi e le proposte di modifica al nuovo CAD, esponenti, tra gli altri, di Forum PA, Stati Generali dell’Innovazione, Osservatori del Politecnico di Milano, altre associazioni, l’avvocato Eugenio Prosperetti, l’avvocato Ernesto Belisario e altri avvocati.
Diversi i punti toccati, fra cui la necessità di inserire la nuova norma nel solco del regolamento europeo eIDAS (Electronic Identification and Trust Services) in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno, che si applicherà dal primo luglio 2016.
E’ stata chiesta dal gruppo di esperti la costituzione di un tavolo permanente multistakeholder sul digitale nella PA e la richiesta di rinviare le regole tecniche nei regolamenti collegati alla norma di rango primario del nuovo CAD.
Vedremo ora se le osservazioni e i rilievi degli esperti saranno accolti.
Quindi tutto bene?
Non proprio, perché molti tra gli esperti italiani del settore non rientrano nella rosa fin troppo ristretta selezionata (ripetiamo, da chi? E con quali criteri?) per il confronto sul nuovo CAD.
Ma chi ha deciso la lista degli esperti che hanno partecipato alla consultazione sul nuovo CAD?
Perché non sono stati inclusi esperti accademici e addetti ai lavori, che avrebbero di certo arricchito il dibattito?
Perché non sono state convocate anche le aziende più importanti che operano nel settore del digitale, che vivono ogni giorno i livelli di inefficienza della PA italiana?
Insomma, resta da capire perché il Governo si sia limitato a selezionare questa rosa fin troppo ristretta.
Secondo alcuni si tratta di un’operazione di facciata, di una consultazione in un certo senso fittizia, perché senza un’ampia partecipazione di stakeholder l’esito del confronto sarà comunque manchevole di posizioni che non sono state nemmeno prese in considerazione.
Un’altra analoga consultazione è avvenuta sempre ieri a Palazzo Vidoni sull’altro decreto legislativo della Riforma Madia in materia di digitale, quello del FOIA (Freedom of Information Act). Anche questo confronto si è tenuto in un “clima positivo” e ha visto dalla parte dei proponenti i rappresentanti della rete Foia4Italy e fra i referenti istituzionali l’onorevole Anna Ascani (Pd) e Elio Gullo.
Ma le riserve dell’opinione pubblica sullo stato di avanzamento del Foia4Italy sono ampiamente registrate in rete e sotto gli occhi di tutti.