Nel corso di NewsMedia4Good, lo scorso 1 dicembre, la 13esima edizione di Nostalgia di Futuro (https://www.media2000.it/newsmedia4good-metaverso-nostalgia-di-futuro-2021/) organizzato con la Media Partnership di Avvenire da Osservatorio TuttiMedia, il network europeo che riunisce media e aziende attenti alla transizione digitale della comunicazione e ha come fine l’aggiornamento, l’acquisizione di conoscenze e la divulgazione di tematiche connesse alla cultura digitale, è stato presentato il nuovo logo dell’Osservatorio TuttiMedia/MediaDuemila.
La formazione al centro
La nuova identità visiva è stata concepita e realizzata dagli studenti del Master in Graphic Design Scuola Postgraduate dello IED di Milano. Presente all’incontro, oltre ai ragazzi, Carlo Branzaglia (Coordinatore Scientifico Scuola Postgraduate IED), che nel suo intervento si è soffermato sul tema dei beni comuni, beni comuni che non sono solo quelli su cui si è lavorato molto finora, e cioè gli spazi urbani in termini di cittadinanza, ma la stessa infosfera della comunicazione, fondamentale anche nella gestione dei diritti allargati. La stessa autorialità dell’informazione viene messa oggi in discussione con rigidità minori di quanto non fosse in precedenza. E altrettanto fondamentale è il tema della responsabilità, che non è solo oggi di chi produce l’informazione mainstream, ma anche di chi produce news e contenuti distribuendoli sulle piattaforme che permettono di farlo. E la responsabilità individuale, così come la relazione tra la responsabilità individuale e la libertà collettiva, necessita di una formazione e la nostra formazione, forse, non è sufficientemente finanziata per affrontare questo tipo di sfida. Viviamo oggi di fatto – ha detto Branzaglia – in un’economia di relazione.
“Da uomo di formazione – alla Scuola Postgraduate dello IED di Milano il motto è “Design yourself”, progettati prima che ti progetti qualcun altro – – sono consapevole che ci sono delle leve che possono essere utilizzate nei confronti di ragazzi in crescita che appunto vivono in un’economia di relazione, che è fatta di quello che è chiamato comunemente “phigital”, che alla fine si gioca su tre/quattro piattaforme da loro usate in maniera spettacolare, ognuno secondo le proprie abilità, e su attività fisiche. “Relazione” anche perché noi raramente vediamo i nostri ragazzi nelle aule e anche nelle nostre case che non considerino concetti molto individuali, come il concetto stesso di libertà, la loro libertà individuale, in relazione con quella di qualcun altro. Andando oltre la metafora e gli scenari ragionevolmente foschi di un Matrix, è indubbio che l’economia di relazione fa sì che ci siano delle attività che stanno trasformando enormemente il sistema con il quale non solo fruiamo di informazione, ma con cui la produciamo, informazione – e l’esempio del mondo musicale è illuminante – sempre più nelle mani dei piccoli produttori, di quelli che si muovono quasi in maniera fai da te sul mercato e che rispondono poi in modo innovativo anche ad alcune problematiche di gestione dei diritti, come il diritto d’autore ad esempio, affidandosi agli algoritmi e a soluzioni tecnologiche come la blockchain. Importante, quindi, far crescere chi è in grado di rileggere questi sistemi di fruizione e produzione dei contenuti”. Come sostiene Franco Siddi, Presidente OTM: “Da giornalista, chiamato a diverse esperienze, ripeto che i piccoli e grandi cambiamenti devono essere affrontati apertamente. Aggiornarsi è determinante”.
La nuova identità visiva
Sono stati quindi gli studenti del Master in Graphic Design Scuola Postgraduate dello IED, Istituto Europeo di Design, di Milano gli artefici del nuovo logo e del nuovo brand dell’Osservatorio TuttiMedia/MediaDuemila. Alcuni di loro intervenuti alla presentazione tra cui Luisa Bersi che ha condiviso con Maria Pia Rossignaud (Vicepresidente Osservatorio TuttiMedia e Direttrice Media Duemila) l’entusiasmo con cui il gruppo ha affrontato il progetto di rebranding, per l’opportunità di entrare in contatto e comprendere le finalità di una realtà come OTM. Lucia Montanari è entrata poi nel merito del concept della nuova identità visiva dell’Osservatorio, nata da una riflessione sul concetto di “Rumors of the future”, il payoff di OTM, e di come potesse essere rappresentato. Tali segnali sono stati interpretati come vibrazioni, frequenze, che l’Osservatorio capta e rende comprensibili e accessibili a tutti in modo da poter prevedere i cambiamenti del futuro e poterli vivere attivamente nel presente. A livello formale sono stati intesi come onde sonore, realizzando un marchio formato da 5 elementi verticali, di cui 4 rivolti verso l’alto a significare la tensione verso il futuro ed uno rivolto verso il basso ad indicare la volontà dell’Osservatorio di mantenere comunque un rapporto con la tradizione. Come colore identitario è stato scelto l’arancione, che è il colore che simboleggia il futuro, l’innovazione e la creatività, che sono valori importanti per l’Osservatorio.