La Commissione europea nel suo Programma illustrativo nucleare (Pinc), ha calcolato che per mantenere il parco energetico nucleare europeo serviranno, da qui al 2050, investimenti che andranno dai 650 ai 760 miliardi di euro. Cifre necessarie per interventi che vanno dallo smantellamento dei vecchi reattori e gestione dei rifiuti, al mantenimento di quelli esistenti sino alla costruzione dei nuovi. Al momento sono attivi 129 reattori in 14 Paesi Ue, con un’età media di 30 anni per una capacità produttiva di 120 gigawatts.
Bruxelles prevede, sulla base delle informazioni ricevute dagli stati membri, che ci sarà un declino della capacità di generazione nucleare sino al 2025, mentre il trend si invertirà dal 2030 per arrivare sino a 105 gigawatts nel 2050, con una quota in calo dal 27% al 20% per l’elettricità nucleare nel mix energetico europeo.
Per la precisione, saranno necessari tra i 350 e i 450mld per nuovi reattori nei prossimi 35 anni, per rimpiazzare gli attuali che giungeranno a fine vita. Altri 40-50mld, invece, serviranno invece per le operazioni a lungo termine di quelli esistenti, la cui vita potrà essere estesa di 10-20 anni in media. Comunque 50 dei 129 reattori esistenti saranno chiusi entro il 2025. Ad ottobre 2015 erano già 89 i reattori spenti in Europa, ma solo 3 in Germania sono stati finora interamente smantellati.
Secondo le stime di Bruxelles, proprio per questo e sulla base delle informazioni ricevute dai 14 stati con reattori, serviranno 253 mld per lo smantellamento delle strutture e la gestione dei rifiuti nucleari sino al 2050, di cui 123 solo per lo smantellamento e 130 per i rifiuti. ‘Cinque anni dopo Fukushima, l’Europa ha imparato la lezione’ e con questo piano, ha sottolineato il commissario Ue all’Energia Miguel Arias Canete, mette ‘insieme per la prima volta in un unico documento una visione d’insieme di tutti gli aspetti per gli investimenti nell’energia nucleare‘.