Quest’edizione della rubrica “ilprincipenudo” si pone più eterodossa del solito (d’altronde l’eccentricità è dichiarata a chiare lettere finanche nel “naming” della rubrica): avremmo potuto dedicare molta attenzione alla affollata kermesse che si è tenuta ieri nella Sala dei Gruppi Parlamentari della Camera, a via Campo Marzio, promossa da un gruppo cultural-politico che fiancheggia il Movimento 5 Stelle, “Parole Guerriere”, che ha organizzato un incontro su come la Rai “comunica il cambiamento”, capeggiato dalla senatrice Dalida Nesci… e non la dedicheremo, qui ed ora almeno, perché grande è stata la delusione per la complessiva evanescenza delle tesi sostenute, nonostante un tavolo di relatori “de rois”: dal Presidente della Camera Roberto Fico al Presidente della Rai Marcello Foa all’Amministratore Delegato Fabrizio Salini, con un intellettuale come Marco Guzzi (presentato come “poeta e filosofo”).
Se Guzzi ha assunto il ruolo del provocatore (d’altronde, quello di ieri è stato il 16° di quelli che si autodefiniscono – sic – “Seminari Rivoluzionari a Montecitorio”) fautore di una Rai libera dai vincoli della partitocrazia, in grado di proporre letture altre ed alternative della realtà, la “risposta” dei due maggiori “decision maker” di Viale Mazzini è stata debole, debole assai.
Tutti auspichiamo una Rai che sia più “servizio pubblico”, ma la definizione stessa di “servizio pubblico” è intimamente polisemica, e non ci sembra che Foa e Salini abbiano reagito granché alle tesi del provocatore. Ci limitiamo ad estrapolare un passaggio dell’appassionato intervento di Marco Guzzi: “Fatecela vedere la Rai del cambiamento! Il Tg1 e il Tg5 mandano in onda la stessa notizia ed anche nello stesso momento. Il sistema è truccato! I programmi che hanno audience, se poi vai a guardare i commenti su Facebook, non hanno gradimento! Anzi, il vomito! Ci sono milioni di italiani che non si sentono rappresentati e ci sono programmi di una violenza mostruosa! Viene programmata la cattiveria e la stupidità, mentre servono programmi che aiutano a crescere, che ti fanno sentire meglio, non peggio”.
Questa la reazione del Presidente della Rai Marcello Foa: “Apprezzo la passione civica, ma voglio anche dire con chiarezza che la Rai non si cambia da un momento all’altro, altrimenti è una rivoluzione, ma noi siamo in democrazia. Tre anni sono pochi per fare il cambiamento epocale che occorre. È un’impresa titanica. Questo va detto con chiarezza. È facile strappare un applauso”, cavalcando questa aspettativa di cambiamento – ha sostenuto Soa con un qual certo sorriso che gli è tipico – “ma a certe trasformazioni non si arriva da un momento all’altro”.
Torneremo sulla questione, ma nel mentre osserviamo il silenzio, totale (anzi tombale), del dibattito politico (Partito Democratico, se ci sei: batti un colpo!) rispetto a quel che sta avvenendo intorno alla gestazione del “piano industriale” e del “piano editoriale” della Rai, mentre si avvicina la scadenza prevista dal “contratto di servizio” tra Stato e Mise (il 7 marzo 2019)…
Passando dal “macro” al “micro”, questa mattina, nello spazio WeGil della Regione Lazio (di fronte al mitico cinema Nuovo Sacher di Nanni Moretti), è stata organizzata la presentazione alla stampa ed ai media di un… nuovo canale radio-televisivo che si autodefinisce “ibrido” oltre che cross-mediale, Nsl Radio Tv (l’acronimo lo andremo a sciogliere soltanto a fine articolo).
Iniziativa strana, curiosa, interessante: in estrema sintesi, un giovane (classe 1974) imprenditore, Christian Lelli, con business focalizzato sulle prestazioni mediche private con sensibilità sociale (si autodefinisce “laboratorio medico privato di prossimità”), ha deciso di “diversificare” le proprie attività ed investire nel settore della comunicazione. Il gruppo con il quale opera – fondato nel 2013 – ha un giro d’affari di oltre 10 milioni di euro l’anno, e si è specializzato nella fornitura di prestazioni mediche a basso costo in regime privatistico, in totale autonomia rispetto al sistema sanitario nazionale (i cui ritardi, per alcune prestazioni specialistiche, sono ormai biblici). Il Gruppo Nsl è un piccolo polo sanitario e veterinario, opera attraverso 3 centri diagnostici a Roma (ma l’ambizione è divenire un gruppo a livello nazionale), impiegando 80 medici, e segue almeno 5mila pazienti su base media mensile, con la fornitura di oltre 15mila prestazioni sanitarie al mese.
Il canale Nsl Radio Tv si pone come un’emittente “cross-mediale”: essenzialmente, nasce come “visual radio”, con un mix strano di “fiction” e di informazione radiotelevisiva in studio, con focus ideologico ben preciso, ovvero attenzione all’ambiente, difesa del pianeta, diritti umani, disagio sociale… Tra gli attivisti coinvolti, Daniela Martano, vegana convinta.
Nsl Radio Tv intende “coniugare” radio e televisione e web, offrendo contenuti innovativi mirati a far riflettere: a documentari, film e serie televisive (di genere “factual”) in esclusiva, vengono infatti affiancati speaker radiofonici, deejay e giovani commentatori.
Ambizioso (e discretamente retorico, ci si consenta, non meno dei “seminari rivoluzionari” grillini) lo slogan di lancio dell’emittente: “noi siamo la resistenza”. Il claim completo è “Nsl, noi siamo la rivoluzione, noi siamo la resistenza”. La grafica del canale è stata curata dall’agenzia Clonwerk, che dichiara: “strappo, spaccatura, taglio… un punto di rottura netto tra la comunicazione di ieri e il nostro messaggio… è questo il concetto alla base della visual concept di Nsl”.
Un mix strano di programmi, tutti con un obiettivo: sensibilizzare, stimolare coscienza critica e senso civile. Lezioni di fisica quantistica e ingegneria, lotta alla pesca illegale, alla violenza sulle donne, sugli animali, al traffico di droga, le battaglie degli ambientalisti, approfondimenti di medicina… il tutto su uno stesso canale, insieme a radio e musica dal vivo. Tra rock, pop e jazz (con un palinsesto musicale da “hit radio impura”), l’obiettivo della “visual radio” di Nsl sarà proprio rendere lo spettatore parte di un “intrattenimento intelligente”, in un “salotto” radiofonico-televisivo (è stata evocata una trasmissione come “Propaganda Live”, come esempio in qualche modo di riferimento). Verrebbe da commentare: una funzione di “servizio pubblico” (vedi alla “voce” Rai, supra).
Nsl si pone come “omnichannel che stravolge contenuti, linguaggi e le consuete tecnologie mediatiche”. E, soprattutto, vuole “stravolgere” l’esperienza di visione del pubblico
Nsl RadioTv è attualmente trasmesso su Sky (canale 816), sul dtt (canale 74 nel Lazio e 194 in Lombardia), Tivùsat (canale 57), fm (90.00 a Roma e nel Lazio, e tra breve in Lombardia), e… su app Android e Ios. In attesa l’assegnazione di un canale sul digitale terrestre (con un unico Lcn), e l’emittente sta trattando l’inserimento nel bouquet Sky.
Abbiamo chiesto a Lelli a quanto ammonti l’investimento, e l’imprenditore (che è anche direttore artistico del canale) ci ha risposto “alcuni milioni di euro”. Un impegno rilevante è stato dedicato agli “studios”, denominati Nsl Crossmedial Studios.
L’emittente vivrà dell’investimento del gruppo medico proprietario, ma anche della raccolta pubblicitaria, anche se è stato annunciato che un terzo degli spot pubblicitari verrà riservato alle “organizzazioni non governative” (in… perfetta sintonia con la linea ideologica del Ministro dell’Interno Matteo Salvini rispetto alle “ong”, è stato commentato ironicamente!), a partire da Medici Senza Frontiere, con la quale è stato già definito un accordo di partenariato (trattative sono in corso con Greenpeace e Wwf e Sea Shepherd), nonché ad associazioni del “sociale” e del “terzo settore”.
Abbiamo domandato a Christian Lelli se il fallimento di progetti televisivi con alcuni punti di contatto con Nsl Radio Tv, come Current Tv e Babel (la versione italiana dell’emittente fondata da Al Gore ed il canale dedicato alle comunità straniere in Italia), e la concorrenza inevitabile con un canale come Tv2000 (l’emittente della Conferenza Episcopale Italiana – Cei), anch’esso sensibile assai al “sociale”, non lo preoccupasse, rispetto ad un modello di business che appare complesso (ed ardito), in un mercato televisivo come quello italiano, saturo di offerte variegate (e con un assetto sostanzialmente ancora “triopolistico”).
L’imprenditore (che ha alle spalle un percorso anche nel settore cinematografico, con la società di produzione Iris Film) ci ha risposto che Nsl è un canale meno ideologizzato e targettizzato rispetto ai falliti Current Tv e Babel, si pone come progetto cross-mediale che intende proporre una lettura “divulgativa” ma critica di tematiche che riguardano sia il futuro del pianeta sia la nostra quotidianità.
L’emittente si pone come “start-up” ovvero “newco” fondata nel 2018 dal Gruppo Nsl Italia: è stata avviata acquisendo gli asset e le autorizzazione per la fornitura di servizi di media audiovisivi – ovvero le frequenze – di Telemontegiove srl.
Il “modello di business” della emittente ci sfugge un po’, ma anche se si trattasse soltanto una iniziativa di “mecenatismo mediale” non può che essere accolta con favore, anzitutto dalla società civile.
Di fatto, Nsl è una televisione che – pur piccina picciò – cerca di acquisire un ruolo di “supplenza” rispetto ad una Rai ancora indubbiamente deficitaria, in materia di sensibilità sociale.
Sciogliamo l’arcano dell’acronimo: pur non trattandosi – assolutamente, è stato precisato – di una emittente religiosa, Nsl sta per “Nostra Signora di Lourdes”, che è il nome per esteso del gruppo attivo nel settore della medicina privata “di prossimità”, che controlla il canale radio-televisivo-crossmediale. Christian Lelli, con molta discrezione, rivela che è stata una sua personale esperienza a Lourdes, qualche anno fa, ad “illuminarlo”, rispetto all’esigenza di una informazione critica focalizzata sulle tematiche sociali.
Clicca qui per il sito web e qui, per la pagina Facebook dell’emittente radio-televisiva-crossmediale “Nsl Radio Tv”, presentata a Roma il 22 febbraio 2019.
Clicca qui, per la videoregistrazione, a cura di Radio Radicale, del 16° seminario “Parole Guerriere – Seminari Rivoluzionari”, dedicato a “Comunicare il cambiamento, la Rai e la Rete”, tenutosi il 21 febbraio 2019 a Montecitorio.