Tra Telecom Italia e Orange non è in discussione alcuna operazione. Lo ribadisce con non poca enfasi il presidente Giuseppe Recchi, che bolla la questione come una “fantasia” e stigmatizza un atteggiamento, quello del Ceo Orange, forse troppo superficiale su una questione che si ripercuote inevitabilmente sul titolo della società italiana.
L’ipotesi di un avvicinamento tra le due società ha ripreso quota nei giorni scorsi dopo le dichiarazioni proprio di Stephane Richard che si diceva possibilista sul dossier Telecom ma solo se a fare il primo passo fosse il presidente Vivendi Vincent Bollorè.
Di un possibile matrimonio tra i due gruppi, però, “…non se n’è mai parlato, non c’è in corso alcuna operazione di questo tipo, non c’è nessun dossier di nessun tipo con Orange”, ha detto Recchi, che in riferimento alle frasi di Richard ha ribattuto così: “Trovo che parlare come sta facendo il Ceo di Orange ripetutamente di un’operazione che è solo nella sua testa e non ha trovato riscontro nelle procedure di governance e noi nostri cda rimanga a oggi una fantasia di cui è bene ci sia un’assunzione di responsabilità per gli effetti che questo può creare sui media e sui mercati”.
Il presidente Telecom sostiene poi che queste uscite potrebbero considerarsi “dichiarazioni di interesse di una parte e spesso discordanti” spiegando poi che quando si parla di operazioni industriali di queste dimensioni, complesse sia dal punto di vista operativo che regolamentare, non si possa “…prescindere da riflessioni sulle sinergie industriali e strategiche”.
Recchi, insomma, va all’attacco in difesa della sua azienda, sempre più spesso al centro di rumors e speculazioni che inevitabilmente hanno ripercussioni sul titolo (ripercussioni in realtà positive almeno all’indomani delle dichiarazioni di Orange e delle esternazioni del premier Matteo Renzi e del presidente francese Francois Hollande).
“Immagino che un faro Consob sia acceso visto che il titolo si sta muovendo”, ha aggiunto Recchi, sottolineando che “l’attività del consiglio è oggi focalizzata sul miglioramento delle efficienze e dell’infrastruttura”.
Fibra ottica: porta aperta a Enel, ma intanto andiamo avanti da soli
Sul fronte della banda ultralarga, quindi, Telecom – ha detto ancora Recchi – non esclude l’intesa con Enel: la società elettrica guidata da Francesco Starace ha confermato ieri che i lavori per l’ultrabroadband della newco Open Fiber partiranno a maggio e che sono in corso colloqui con tutti gli operatori.
Prima di muoversi in direzione di Enel, però, la società telefonica attende che Agcom fissi i parametri di prezzo e accesso alla rete per poter comprendere le possibili sinergie derivanti da un lavoro congiunto.
In attesa della definizione del quadro regolatorio, Telecom però non sta ad aspettare: è infatti impegnata a portare avanti il proprio piano di investimenti, “il più grande mai fatto” dall’azienda, ha ricordato Recchi, ribadendo che “Telecom Italia non è per forza condannata a costruire una rete”, laddove, insomma, esista un cavo di fibra e sia più conveniente affittarlo da un terzo rispetto a farlo “noi siamo ben felici di affittarlo da terzi”.
Il piano industriale della società prevede investimenti per 12 miliardi di euro in tre anni con una particolare attenzione alla componente innovativa – che comprende fibra ottica e banda larga mobile LTE.
L’obiettivo è quello di raggiungere una copertura del fisso pari all’84% nel 2018 dal 36% del 2015. Attualmente, la fibra ottica di Telecom Italia, ha concluso Recchi, serve 948 comuni, che a fine marzo saranno 1.000.