Oggi i videogiochi si sono affermati come una delle forme di media più influenti e redditizie. Il settore, in grado di generare un fatturato di decine di miliardi di dollari all’anno, ha attraversato una crescita esponenziale ed è diventato non solo una forma predominante di intrattenimento ma anche un veicolo culturale e sociale. Durante la pandemia di COVID-19, l’industria videoludica ha visto un’ulteriore espansione, con un numero altissimo di persone che si sono rivolte ai giochi digitali come forma di evasione e connessione sociale. Eppure, a dispetto del suo successo commerciale, il 2024 ha mostrato anche l’altro lato della medaglia, fatto di licenziamenti record e chiusura di studi.
Così, molti produttori di giochi hanno iniziato a sondare il filone della nostalgia, rilanciando titoli del passato sotto nuove vesti. Questi giochi, che spaziano dai remaster, che aggiornano principalmente gli aspetti tecnici, ai remake e reboot, che reinterpretano giochi esistenti per adattarli a nuovi pubblici e tecnologie, non solo servono a celebrare il patrimonio ludico già esistente, ma sono anche scommesse sicure in un mercato sempre più saturo. La nostalgia nei videogiochi non è solo ricordo, ma una strategia per stimolare la vendita, attirare nuovi giocatori e rinnovare l’affetto dei fan di lunga data.
Luci e ombre nel mercato videoludico
Il fatturato globale del settore ha raggiunto i 184 miliardi di dollari nel 2023, e l’aumento del numero di giocatori e la diversificazione dei modelli di consumo hanno portato a una proliferazione di titoli e piattaforme, consolidando ulteriormente il ruolo dei videogiochi come colonna portante dell’industria dell’intrattenimento globale. L’industria videoludica si è quindi trovata a dover gestire le conseguenze di una crescita troppo rapida. Da inizio anno, oltre 8.800 lavoratori del settore sono stati licenziati, decisioni che sono spesso il risultato di ristrutturazioni aziendali e di un’inevitabile contrazione del mercato, che tenta di adattarsi a un nuovo equilibrio economico.
Il ricorso ai remake, ai remaster e ai reboot di giochi classici non solo permette di capitalizzare su un pubblico già consolidato, ma offre anche la possibilità di ridurre i rischi finanziari associati allo sviluppo di nuovi titoli. Le parole “remaster”, “remake” e “reboot” descrivono però tre approcci differenti alla rivisitazione di titoli esistenti, ognuno con un impatto e un obiettivo distinti.
Il remaster rappresenta il meno invasivo dei tre processi: in un aggiornamento tecnico che migliora la qualità visiva e sonora di un gioco, mantenendo però intatta la struttura originale. È come dare una nuova verniciatura a un’auto d’epoca: l’estetica migliora notevolmente, ma il motore rimane lo stesso. Un esempio illustre è la Mass Effect Legendary Edition, che ha rinnovato la grafica dei tre titoli (amatissimi) della serie originale, offrendo una migliore risoluzione e un frame rate più fluido, ma lasciando inalterata la storia.
Il remake, invece, va più a fondo: rielabora il gioco da zero per adattarlo alle moderne piattaforme e aspettative del pubblico. Il processo è paragonabile al cambio di motore su un’auto: oltre all’estetica, si migliorano prestazioni e funzionalità. Resident Evil 4 è un ottimo esempio, visto che la trasformazione che ha subito ha introdotto nuovi elementi di gameplay, una grafica radicalmente migliorata e modifiche alla trama, rendendo il titolo più avvincente anche per chi lo aveva già giocato in passato passato. Altre innovazioni possono includere l’accesso al multiplayer per il gioco online, che oggi può contare su prezzi molto minori per quanto riguarda gli abbonamenti a Internet e prestazioni superiori sia per il download che per l’upload, ma soprattutto per l’odiata lag, il ritardo nella risposta del gioco via Internet (basta controllare le diverse offerte oggi presenti per Internet casa su un comparatore come SOSTariffe.it per verificarlo).
Infine il reboot, che implica una reinvenzione completa, mantenendo il nome e gli elementi fondamentali del brand ma trasformandone radicalmente l’aspetto e il vibe. È come se l’auto conservasse solo il nome, ma venisse progettata quasi da zero. God of War del 2018 è un sòytp esempio perfetto di questo processo: pur continuando la narrazione del protagonista Kratos, il gioco introduce un nuovo sistema di combattimento, una visuale rinnovata e una narrativa più matura e complessa, che ha rilanciato il franchise per una nuova generazione di giocatori.
Gli esempi, da FFVII fino a Call of Duty
Secondo gli analisti, il momento ideale per un reboot di un gioco è tra gli 11 e i 20 anni dalla sua prima uscita, offrendo una nuova vita a giochi che altrimenti potrebbero essere dimenticati. La strategia di rilancio di titoli classici continua così a mostrare la sua efficacia: Resident Evil 4 Remake, ad esempio, ha venduto 7 milioni di copie in meno di un anno dalla sua uscita, e allo stato attuale delle cose sono previsti circa 30 rilanci di vecchi giochi in formati remastered o remake entro la fine del 2024. Un altro caso di studio è Final Fantasy VII, uno dei titoli più iconici della Square Enix, originariamente rilasciato nel 1997 per PlayStation. La sua trama e l’innovazione grafica (per i tempi) ne hanno fatto un pilastro culturale del gaming. La decisione di trasformarlo in una trilogia remake ha rinvigorito l’interesse generale, con Final Fantasy VII Remake e Final Fantasy VII Rebirth che hanno introdotto questi classici a un nuovo pubblico su piattaforme moderne. Il primo dei nuovi titoli ha venduto oltre 3,5 milioni di copie nei soli primi tre giorni.
Ancora, i cambiamenti possono derivare da nuove sensibilità culturali e sociali. Call of Duty: Modern Warfare è stata rebootata per riflettere una visione più maturo e critica della guerra, lontana dalla glorificazione del conflitto tipica degli anni successivi all’undici settembre, dando maggior risalto anche a combattenti di altri popoli e a ricostruzioni geopolitiche più sfumate. Gli aggiornamenti, quindi, non solo aumentano la rilevanza del gioco per il pubblico contemporaneo, ma servono anche a stimolare una riflessione critica sui temi della guerra e del militarismo, soprattutto in momenti così difficili per il pianeta. Attraverso queste modifiche, i reboot possono influenzare la percezione e la discussione su questioni reali, facendo da specchio per variazioni nelle norme e valori sociali.