Non solo WhatsApp, ma anche le app di giochi che circolano in Rete sono a rischio spionaggio per gli utenti.
Dopo la criticità dell’applicazione di messaggistica fatta emergere dal Financial Times – dove WhatsApp potenzialmente permetteva ad uno spyware di prendere il controllo da remoto del nostro smartphone e ovviamente anche la sottrazione di dati sensibili – un nuovo report ha evidenziato come le app di gaming per dispositivi mobili siano a forte rischio privacy.
Come? I games invierebbero i dati personali a terze parti non ben identificate, tanto che persino gli sviluppatori delle app non saprebbero bene quali informazioni vengono inviate e a chi.
Lo spiega un report pubblicato su Vox, che ha evidenziato come molti videogame per smartphone contengono al loro interno dei codici inseriti da altre società in quanto gli sviluppatori non costruiscono più le app da zero, ma ne prendono altre già esistenti e le personalizzano per risparmiare tempo e denaro.
Purtroppo, però, c’è un prezzo da pagare: molti videogame per smartphone nascondono dei codici che comunicano con software esterni, regalando i dati personali degli utenti. Tra le applicazioni incriminate ci sarebbero Angry Birds e Candy Crush.
Rischio privacy
Studi recenti hanno dimostrato che i giochi sono i canali preferenziali per prelevare dati personali e lanciare messaggi commerciali, anche se i dati prelevati dai giochi dovrebbero essere anonimi, nella realtà non è così. Un’inchiesta del New York Times ha scoperto che è molto facile de-anonimizzare le informazioni prelevate dalle app. Innanzitutto, è possibile geolocalizzare i dati, quindi risalire alla posizione della persona nello spazio. Oltre a questo, le app vengono usate sugli smartphone e quindi possono risalire a numeri di telefono, e-mail, profili social e quant’altro.