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Non siamo un Paese paperless. Resta la carta anche con la piattaforma notifica atti

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Il Garante privacy ha espresso parere favorevole alla piattaforma per la notificazione degli atti della pubblica amministrazione. È il nuovo sistema, sviluppato per rendere “più efficienti ed economiche” le comunicazioni aventi valore legale tra Pa-cittadini e imprese. La notificazione attraverso la piattaforma non si applica agli atti relativi al processo civile o penale. 

Non siamo un Paese paperless

Ma ecco il paradosso della piattaforma. Resta la carta, nonostante l’invio degli atti in formato digitale. Infatti, nella bozza del d.P.C.M si legge: “Il gestore si avvale del fornitore del servizio universale anche per effettuare la consegna della copia cartacea degli atti oggetto di notificazione”. In quali casi si è obbligati ad inviare la copia cartacea? In caso di casella di PEC o servizio elettronico di recapito certificato qualificato saturi, non validi o non attivi, dopo due tentativi. Ed anche quando il cittadino ne fa esplicita richiesta attraverso la stessa piattaforma ed in possesso del codice IUN (l’Identificativo univoco della notificazione).

Piattaforma notifica atti Pa-cittadini e imprese

In concreto, le pubbliche amministrazioni potranno avvalersi di un’unica piattaforma, gestita da PagoPa, attraverso la quale contattare i soggetti interessati su tre tipologie di domicilio digitale, ovvero indirizzi Pec appositamente individuati. I destinatari possono eleggere uno o più domicili digitali di Piattaforma (diversificandoli in relazione ai vari mittenti), nonché indicare un recapito digitale dove ricevere gli avvisi di cortesia.

Modalità alternative di accesso alla piattaforma notifica atti per chi non ha Pec, SPID o Cie

Sono state previste, nella bozza di Dpcm, predisposto dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, anche modalità alternative di notifica e di accesso alla documentazione per garantire il servizio anche ai cittadini, magari quelli più anziani, che non dispongono ancora di un indirizzo Pec oppure di un’identità digitale Spid o della Cie (Carta di identità elettronica), necessarie per accedere alla piattaforma.

Ma la piattaforma “dovrà comunque garantire la riservatezza dei documenti e la privacy delle persone coinvolte”, ha osservato il Garante, indicando 3 correttivi.

Piattaforma notifica atti Pa-cittadini e imprese, i 3 correttivi del Garante Privacy

E se Pec o servizio elettronico di recapito certificato qualificato sono saturi?

In caso di casella di PEC o servizio elettronico di recapito certificato qualificato saturi, non validi o non attivi, dopo due tentativi, il Gestore rende disponibile in apposita area riservata, per ciascun destinatario della notificazione, l’avviso di mancato recapito del messaggio, e dà notizia al destinatario dell’avvenuta notificazione dell’atto a mezzo di lettera raccomandata, senza ulteriori adempimenti a proprio carico, nonché invia a quest’ultimo anche l’avviso di cortesia (ove possibile).

Ai destinatari non titolari di un indirizzo PEC o di un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, l’avviso di avvenuta ricezione è notificato senza ritardo, in formato cartaceo e in busta chiusa, a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, direttamente dal Gestore. 

Accesso alla piattaforma? Con SPID o Cie. Prevista delega 

L’autenticazione alla Piattaforma ai fini dell’accesso avviene tramite SPID (“di livello di sicurezza almeno significativo”) o CIE, e l’accesso all’area riservata (ove sono consentiti il reperimento, la consultazione e l’acquisizione dei documenti informatici oggetto di notifica) è assicurato anche tramite il punto di accesso telematico. È anche prevista la possibilità, per il destinatario, di conferire apposita delega per l’accesso alla Piattaforma a uno o più delegati.

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