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I tombini, chiamati così più o meno da tutti, in realtà non sono tombini. Propriamente parlando, il termine ‘tombino’ comprende anche tutto l’apparato sottostante – il ‘pozzetto’ – che collega la superficie stradale ai canali di scolo. Il familiare disco metallico che ne copre l’accesso si chiama invece ‘chiusino’ – un nome che in qualche modo ruba la poca dignità rimasta a un comunissimo elemento dell’arredo urbano che già passa quasi sempre inosservato.
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Comunque si chiamino, questi coperchi sono per natura estremamente resistenti. Perlopiù riportano almeno il nome della città dove sono situati e, non di rado, anche della fonderia e l’anno di fabbricazione. Ogni tanto esprimono maggiori ambizioni di utilità. Nell’immagine che appare qui sopra – riguardante un ‘chiusino’ di Oklahoma City, una media metropoli nell’interno degli Stati Uniti – il disegno mostra una mappa del centro urbano, mentre il punto azzurro chiaro fissato a sinistra è un ‘voi siete qui’.
La trovata è interessante, ma bisogna anche ammettere che in qualche modo mette a rischio la vita utile del chiusino che dovrebbe ‘valorizzare’. Non è tanto raro trovare, nelle metropoli più stabili, chiusini che hanno un secolo di vita. Tuttavia le città ormai cambiano molto più in fretta rispetto ai pesanti dischi di ferro. I chiusini sopravvivono come sono perché fanno una sola cosa e la fanno perfettamente. Quelli normali non ‘scadono’ mai, quelli di Oklahoma City invece possono diventare ‘obsoleti’ in un paio di decenni o anche meno, ogni volta che si altera il percorso stradale.