Gli obiettivi di digitalizzazione dell’Europa sono ambiziosi, ma la loro realizzazione non è all’altezza. Si intitola così l’intervento odierno di Nick Read, Ceo di Vodafone Group sul Financial Times. Una lucida analisi della situazione “turbolenta” che sta vivendo la industry europea delle Tlc. A dimostrazione il Ceo di Vodafone Group cita “l’offerta shock di KKR per Telecom Italia evidenzia la vulnerabilità economica del settore”, scrive Read.
Europa indietro nel 5G
Se da un lato la digitalizzazione delle imprese è cresciuta dell’11% nel 2020, a fronte di una crescita dell’8% dei servizi digitali nella PA secondo i dati del DESI, “soltanto il 2,4% delle connessioni europee sono 5G, in confronto al 15% degli Usa e del 30% della Cina. Ed entrambi stanno accelerando”, dice Read.
Come uscirne?
L’Europa deve mettere in atto nuove politiche in grado di bilanciare la guerra dei prezzi di breve termine con la crescente necessità di investimenti digitali necessari in Europa per chiudere il gap con le grandi potenze globali. E’ necessario in primo luogo che l’industria abbracci il 5G e ne sfrutti le potenziali connessioni con l’IoT, i dati, il Cloud, l’AI. “Serve una strategia credibile” per portare il 5G e la digitalizzazione ovunque entro il 2030, come prevede il Digital Compass. L’Europa per Read deve specializzarsi in aree specifiche dell’ecosistema digitale.
Più fondi pubblici
Per ik Ceo di Vodafone Group, sono poi necessari maggiori fondi pubblici, in grado di liberare anche quelli privati. Il PNRR è certamente uno strumento che ha portato una ventata positiva. Ma non basta: secondo stime di Deloitte, manca ancora all’appello il 60% della capacità di spesa per rispettare gli obiettivi di digitalizzazione richiesti dalla Ue.
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Politiche pro-investimento
Serve in terzo luogo una serie di politiche pro investimento che favorisca le aziende europee chiamate a investire. Se in Europa ci sono più di 100 operatori, che hanno in media un bacino di 4,5 milioni di clienti, negli Usa ogni operatore ha in media 95 milioni di clienti mentre il Cina sono 400 milioni. Un confronto impari che spinge Read a spingere per un consolidamento del settore per accelerare sul 5G, anche perché nell’ultimo decennio i ricavi della industry sono calati del 13%, a fronte di un incremento del 13% negli Usa e del 30% in Cina.
Stop aste miliardarie, più paletti alle Big Tech
Stop quindi ai bagni di sangue per le aste frequenze, più paletti alle big tech americane. Queste altre due richieste di Nick Read ai policy maker europei. “Non è più sostenibile” che i grandi player della rete producano la maggior parte del traffico senza contribuire al pagamento delle reti. E qui Read fa l’esempio della Corea, dove la cosiddetta “tassa Netflix” impone alle big tech che producono gran parte del traffico streaming debbano contribuire con un extra. Negli Usa, sono allo studio iniziative per coinvolgere le big tech nel pagamento del servizio universale. “Senza provvedimenti” analoghi, chiude Read, l’Europa scivolerà ancora più indietro.
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