#eJournalism: social media poco ‘affidabili’, ma fonte privilegiata per la metà dei giornalisti

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Secondo lo studio ‘The Social Media Impact’, la metà dei giornalisti usa i social media come fonte per le loro notizie ma spesso tralascia di verificarne l’attendibilità.

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Giornalismo e social media

I social media sono ormai considerata una fonte per l’informazione, ma da prendere con le pinze. Più del 30% dei giornalisti non li ritiene, infatti, affidabili anche se la metà ammette di usarli.

 

Un terzo dei giornalisti ritiene che i social media non siano una fonte affidabile di informazioni. Nonostante questo, però, la metà dei giornalisti afferma che i social media sono la loro principale fonte di informazione.

Sorprendentemente, la metà dei giornalisti dichiara di ritenere che l’opinione degli utenti sia più affidabile di una dichiarazione di un’organizzazione. I giornalisti usano i social media per scoprire di che cosa la gente stia parlando e di cosa stia scrivendo, ma non sempre verificano se quelle opinioni si basino su fatti  reali.

Sono alcuni dei dati emersi da uno studio – The Social Media Impact (#SMING14) – condotto da ING tra un campione di giornalisti e professionisti della comunicazione di vari paesi del mondo.

 

#eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione).
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La Ricerca dimostra che il dialogo sui social media sta guadagnando importanza, che i giornalisti usano ampiamente i messaggi dei social media, pur avendo dubbi sulla loro affidabilità. E che, nello stesso tempo, i professionisti delle Relazioni pubbliche ritengono che l’informazione giornalistica stia diventando sempre meno affidabile in  quanto i giornalisti fanno sempre meno fact-checking.

Fra gli altri dati rilevanti che lo studio ha messo in evidenza:

 

  • Il fact-checking, il complesso delle procedute di controllo e verifica, diventa sempre meno stringente: “Prima pubblicare, poi, se necessario correggere” è diventato il motto di oggi. Solo il 20% dei giornalisti controlla sempre i propri dati prima di pubblicare un articolo. Quasi la metà dei giornalisti ha ammesso di aver pubblicato la maggior parte dei loro servizi quanto più rapidamente possibile e di aver fatto delle correzioni in seguito, se era necessario. I professionisti delle relazioni pubbliche hanno notato anche che l’arrivo dei social media ha accentuato questa tendenza.

 

  • Il 60% dei giornalisti del campione ha detto di sentirsi meno vincolati da regole giornalistiche sui social media rispetto a quanto accade sui media tradizionali, come può essere ad  esempio un articolo di giornale. I giornalisti agiscono in modo diverso sui social media rispetto a quanto avviene sui media tradizionali, condividendo sui primi la loro personale opinione più apertamente, nonostante il fatto che i giornalisti vengano visti come persone vincolate all’oggettività e impegnate a riportare eventi di importanza generale.

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