Stati Uniti
Gli americani continuano a perdere fiducia nei media, soprattutto internet, per quanto riguarda l’informazione. Il fenomeno, secondo Gallup, è trasversale e avviene a prescindere dell’orientamento politico.
La fiducia degli americani nelle tre principali piattaforme giornalistiche – telegiornali, quotidiani e notiziari internet – continua ad assottigliarsi, secondo i risultati di un sondaggio Gallup.
La Ricerca descrive una diminuzione inesorabile del numero di americani che ripongono fiducia nei media classici, e che vede scendere ulteriormente la già bassa percentuale di coloro che hanno fiducia nel web, che passa dal 21 al 18%.
Il sondaggio della Gallup analizza il comportamento degli americani sia in termini generici, di popolazione totale, che specifici, considerandone l’ideologia politica, e lo raffigura in un grafico che prende in esame gli ultimi vent’anni (eccezion fatta per i media web, i cui primi dati risalgono al 1999).
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Si vede quindi, complessivamente, dal 1993 al 2014: i giornali perdere il picco del 51% del 1979, per passare dal 30% del 1993 al 19% di quest’anno; la TV dal 36% al 18% ed il web, preso in esame dal solo 1999, andar da 21 al 18%.
Sul piano politico la ricerca vede i conservatori, nel periodo 2004/2014, passare dal 23 al 15% nella fiducia ai giornali, dal 30 al 19% in quella verso la TV; alla luce di questi dati, quindi, risulta quasi alta la percentuale del 17% dei conservatori che si affidano al web per le notizie.
Ripetendo l’analisi tra i moderati, notiamo che nel decennio essi passano dal 32% al 24% per i giornali, dal 27% a un relativamente buono 21% per la TV, e ad un sempre relativamente buon 22% per le Rete.
I progressisti, nell’ordine, dal 44% al 34 per i giornali, dal 37% ad un disastroso 15%, per ciò che attiene a tv, e ad un comprensibile, considerata la loro natura politica, “buon” 22% in quanto a fiducia nel nuovo arrivato dei media, il web.
In sostanza, quindi, nonostante il recente debutto di piattaforme web specifiche per la diffusione di informazione giornalistica (Vox di Ezra Klein, o il rinato Five Thirty Eight di Nate Silver), possiamo dire che il digitale non ha sfondato ( la via informatica, nel modo di creare, diffondere e fruire delle notizie non ha davvero sfondato, non ha dirompentemente sbaragliato).
Se però guardiamo all’implodere inesorabile dei canali tradizionali, televisione e testate cartacee, comprendiamo come la sostanziale tenuta delle quote di aficionados sia una fondamentale vittoria: tale è se guardiamo a dati come quello diffuso dall’Annenberg Center for Digital Future, della Southern California University, un cui recente studio stima che, entro cinque anni, i principali giornali sulla classica carta non esisteranno più. E comunque, ora come ora, la lettura di testate giornalistiche elettroniche figura nella “dieta” giornaliera dell’americano medio: cosa rimarchevole, dato che sino a davvero poco tempo questa modalità neppure esisteva (EmmeDiBi)