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#MePA: perché sempre più Richieste di Offerta (#Rdo) per importi sempre più bassi?

#MePA, è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e Porzio & Partners.
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Italia


Il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione è nato per essere uno strumento di acquisto flessibile, non a caso fu voluto oltre un decennio fa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze come una alternativa alle Convenzioni Consip. La sua flessibilità deriva dalla disponibilità per gli Enti Pubblici di due funzionalità di acquisto: l’Ordine Diretto di acquisto (OD) e la Richiesta di Offerta (RdO). OD e RdO non sono procedure codificate dal Codice dei Contratti Pubblici ma semplici funzionalità informatiche che, collocate in un contesto più ampio, consentono di eseguire telematicamente le numerose procedure di acquisto previste dalla normativa sugli appalti pubblici. Il prezzo da pagare per la flessibilità è purtroppo il rischio di utilizzare non correttamente tali funzionalità all’interno del MePA, dando luogo a procedure di acquisto viziate o illegittime.

 

L’acquisto tramite Ordine Diretto da Catalogo mira soprattutto alla efficienza della procedura di acquisto e dunque al risparmio di tempo per l’Amministrazione; ma nello stesso tempo tutela l’economicità dell’acquisto poiché le Offerte nel Catalogo sono in concorrenza le une con le altre, in quanto sono pubbliche a tutti i Fornitori e sono soggette a continuo rilancio da parte di questi.

 

Se quindi l’Ordine Diretto si configura come lo strumento idoneo per l’acquisto di beni e servizi standardizzati e confrontabili, la Richiesta di Offerta ha invece come obiettivo principale il soddisfacimento di specifici requisiti di acquisto dell’Ente, rivolgendosi potenzialmente all’intera platea dei Fornitori abilitati al MePA. Questa grande flessibilità della RdO si paga inevitabilmente con una maggiore complessità procedurale, che invece non ci aspetteremmo di affrontare al momento di eseguire un acquisto tramite Ordine Diretto da Catalogo. Sottolineiamo il “non ci aspetteremmo” perché invece capita che la realtà e l’utilizzo pratico del MePA ci porti a sperimentare sensazioni diverse. Infatti, la mancanza di controllo di Consip sul catalogo e sulle procedure, qualche imperfezione nella piattaforma telematica, la inevitabile carenza di competenze giuridiche nei Fornitori e la propensione di alcuni di essi a strategie eccessivamente aggressive rispetto alle regole, rendono i cataloghi del MePA poco utilizzabili e capaci di disorientare l’utilizzatore. Troviamo nel Catalogo offerte per beni e servizi che non possono legittimamente essere venduti sul MePA, incompatibili con le specifiche dei Capitolati Tecnici, prezzi fuori mercato o pari a zero per essere primi nei risultati della ricerca. Ne deriva che l’Ordine Diretto, che nei consueti sistemi di e-commerce privato è una funzionalità semplice e immediata, diviene al contrario fonte di inefficienza, insicurezza o illegittimità per il dirigente dell’Amministrazione responsabile dell’acquisto.

 

Peraltro, non è solo questione di buon senso. Anche la legge mette in risalto l’importanza dell’Ordine Diretto, laddove il Regolamento di Attuazione del Codice dei Contratti Pubblici, all’art. 328, comma 4, lettera a) afferma che le Pubbliche Amministrazioni possono acquistare sul MePA tramite un “confronto concorrenziale delle offerte pubblicate” all’interno del catalogo. Come a dire, cerca nel catalogo tutti gli articoli che rispondono alle tue esigenze e acquista quello che costa di meno: l’indagine di mercato richiesta dalla legge la trovi bella e pronta proprio sul MePA, fai un Ordine Diretto e la motivazione per la Determina Dirigenziale di approvazione sprizza trasparenza da ogni riga.

 

Peccato che, come detto, il mondo reale è a volte altra cosa e le Amministrazioni sono costrette a fare di necessità virtù. Nei giorni in cui la corruzione imperversa, vuoi che si tratti di Expo, vuoi di Mose, negli uffici delle Pubbliche Amministrazioni italiane lavorano funzionari che non si lasciano sedurre da facili e immotivati affidamenti diretti che il Catalogo MePA nell’oggettiva impossibilità di eseguire un efficace confronto concorrenziale può indurre a fare. Sarebbe facile per loro acquistare “dal primo che capita” prendendo a giustificazione la difficoltà di navigare nel Catalogo, invece nel nome della trasparenza e del rispetto della normativa scelgono di lanciare una Richiesta di Offerta anche per appalti di importo confrontabile o inferiore al valore del tempo impiegato per eseguire la procedura di acquisto.

 

 

Lo dicono chiaramente i dati dell’Osservatorio MePA di Porzio & Partners, come riportato in figura: gli importi complessivi delle RdO rivolte a tutte le Imprese sono decisamente bassi, drammaticamente bassi se pensiamo al tempo dedicato per espletare una Richiesta di Offerta. Ma, siamo sicuri che questo sia il prezzo da pagare per essere trasparenti?

 

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