Italia
di Flavio Fabbri
Equivoci, luoghi comuni e disinformazione, la nostra società troppo spesso si basa sulle #cosedanoncredere e il mondo dei consumatori è il più sensibile alle false verità che sono messe in circolazione. L’informazione ai cittadini deve essere di qualità, trasparente e verificabile, solo così è possibile tutelare i diritti di chi consuma e muove l’economia reale.
Su questo tema si e tenuta ieri a Roma, a Villa Miani, la seconda edizione di “Cose da noncredere“, evento di community organizzato dell’Unione Nazionale Consumatori (prima associazione di consumatori in Italia, fondata nel 1955) finalizzato sia al confronto tra aziende, regolatori e decisori pubblici, sia a tracciare un’agenda di azioni da sottoporre alle Istituzioni politico/governative per la crescita del Paese, anche dal punto di vista dei fruitori del mercato.
Un workshop di lavoro, confronto e riflessione, organizzato in due momenti: l’incontro degli addetti ai lavori, divisi in quattro tavoli (web, energia, food e salute e benessere), e una sessione plenaria partecipata da personalità di spicco del mondo delle istituzioni, delle imprese e della società civile, che hanno raccontato le loro “cose da non credere”.
Tra i quattro Tavoli tematici in programma (web, food, salute e benessere) quello dedicato all’energia proponeva con maggior forza il ruolo centrale dell’informazione nella tutela del consumatore.
Come ha spiegato il moderatore Alessandro Ortis in apertura dei lavori, “le carenze informative non sempre consentono ai consumatori di usare l’energia in modo razionale ed efficiente“, cosa che presupporrebbe “la conoscenza puntuale e dettagliata dei consumi e della struttura dei costi“.
I clienti domestici devono prendere coscienza di questi scenari, mentre gli attori istituzionali (nazionali ed europei) devono proporre e realizzare tutti gli interventi necessari per rendere effettive l’efficienza e la riqualificazione energetica delle abitazioni (dal riscaldamento all’uso razionale degli elettrodomestici). È inoltre essenziale, in un momento di crisi economica e di sfiducia come questo che viviamo, analizzare il grado di conoscenza dei cittadini in tema di energia e sottoporre alle Istituzioni politiche e governative una serie di proposte di azione, anche per la crescita del paese, che, dal punto di vista dei consumatori.
Ai partecipanti è stato chiesto di dire la loro su sei questioni chiave: riduzione degli oneri generali di sistema; gas e sicurezza degli approvvigionamenti; rapporti fra società di distribuzione e di vendita dell’elettricità e del gas; revisione dei prezzi elettrici di riferimento per i clienti domestici; mercato del giorno prima (mgp) del settore elettrico; mobilità sostenibile.
Secondo Ester Benigni di A2A, “è fondamentale capire come rendere attuativo il risparmio in bolletta” e quindi decidere come destinarlo all’efficientamento della rete e dell’infrastruttura del comparto termoelettrico.
Per Enrico Gigliogli di Acea, “il settore elettrico ha registrato una diminuzione di prezzi all’ingrosso nell’ordine del 20-40, assieme ad una tariffazione di rete tra le più basse d’Europa, ma il consumatore, per gli oneri di sistema, ha in realtà visto i costi lievitare“.
Il prezzo dell’elettricità pagata dai clienti finali in Italia è superiore di circa il 25-30% rispetto alla media degli altri Paesi europei, anche perché è gravato di Oneri Generali di Sistema (OGdS) che sono pari al 21% dei prezzi finali per un consumatore domestico tipo.
Alessandro Bosso si è concentrato sul rapporto tra distribuzione e vendita. “I problemi sono due – secondo il rappresentante di Hera Comm – relativi a rapporti con il cliente e al credito“. “Nel primo caso potrebbe essere utile il sistema informativo integrato, sull’elettrico non c’è problema, ma sul gas le cose stanno diversamente, perché finchè non si risolve questo punto, che coinvolge 400 distributori gas, non ci saranno passi in avanti sostanziali“.
Va ricordato che il prezzo del gas naturale e la sicurezza del suo approvvigionamento sono essenziali per il superamento della crisi economica che sta colpendo alcuni Stati dell’Europa (soprattutto meridionale) e, nello specifico, per rilanciare la crescita dell’economia italiana.
“Serve più consapevolezza da parte del consumatore e delle aziende che operano sul mercato“, ha dichiarato Benedetta Celata di Edison. Il presupposto è sempre che “l’informazione trasparente crea fiducia e rilancia i consumi“. “È così che si valuta serenamente anche la reputazione delle aziende, con il cliente può sapere, grazie alla semplificazione e, ad esempio, alla fatturazione elettronica, cosa , quanto e come sta pagando“. È dunque necessaria maggiore trasparenza nei rapporti di regolazione tra le società di vendita e il cliente finale. Sulla standardizzazione dei contratti, però, Celata ha espresso un giudizio critico, definendola: “contro la libertà commerciale delle aziende, lì dove libertà per il mercato significa disporre di una piattaforma aperta e funzionale che offra ai clienti i servizi più efficaci“.
“Il sistema informativo integrato consente trasparenza tra la vendita e il consumo, ma serve un disegno organico per non appesantire l’infrastruttura nazionale e per scaricare gli oneri impropri“, ha affermato Carlo Bagnasco di Energetic Source.
Il Sistema informativo integrato (SII), è la struttura digitale per la gestione dei flussi informativi relativi ai mercati dell´energia elettrica e del gas, basato su una banca dati dei punti di prelievo e dei dati identificativi dei clienti finali, la cui progettazione, attuazione e conduzione sono state affidate dal Governo all’Acquirente Unico, azienda pubblica del Gruppo GSE.
Tra i vantaggi del SII ci sono: una maggiore efficienza del settore e più facilità per gli utenti nel cambio di fornitore nell’ambito della liberalizzazione del mercato energetico. Il regolamento (deliberato nel 2012) ha disposto, inoltre, l’accreditamento al SII, in qualità di utenti, dei soggetti del settore elettrico, delle aziende distributrici di energia, degli utenti del dispacciamento di unità di consumo e degli esercenti la maggior tutela.
Tre le strade da seguire, secondo Fabio Bulgarelli di Enel: la sicurezza deli approvvigionamenti di gas, l’efficienza energetica e la promozione del contatore elettronico, sia per l’elettricità, sia per il gas. “L’assenza di uno dei tre elementi danneggia il mercato e non consente risparmio. Per i venditori, infine, serve un sistema di garanzie solido, anche in relazione al problema delle morosità“.
Come più volte è stato sottolineato al Tavolo: la mancanza di regole certe e uniformi nelle comunicazioni fra distributori e venditori sta provocando notevoli disagi ai consumatori, specialmente in caso di cambio di fornitore, rallentando, fra l’altro, lo sviluppo del mercato libero nel settore energetico. Le Società di vendita, insieme alle Associazioni dei Consumatori, sono in attesa del pieno funzionamento del Sistema Informativo Integrato, che dovrà standardizzare i principali processi di mercato e verificarne la corretta applicazione migliorando così lo scambio dei dati, anche di misura, tra distributori e venditori.
Per Patrizia Acide di Eni gas&power, il rapporto venditore-distributore è fondamentale per il funzionamento del sistema, anche a vantaggio dei consumatori: “Servirebbero degli standard di servizio più elevati che coinvolgano i distributori nell’erogare un servizio di alta qualità sul mercato, dal servizio di assistenza alla semplice lettura“.
La rete energetica nazionale e quella delle comunicazione hanno molti punti di convergenza, ha commentato Claudio Contini di Telecom Italia Digital Solutions: “Le nuove tecnologie della comunicazione sono quelle che abilitano i contatori elettronici. Le città sono attraversate da reti integrate che consentono di offrire servizi innovativi al consumatore. Tali infrastrutture garantiscono interoperabilità, terzietà, portabilità ed efficientamento“. “Un patrimonio enorme per lo sviluppo del mercato – ha precisato Contini – in cui la spesa elettrica si presenta inferiore a quella del gas e non incide sui bilanci famigliari più di altre voci. Il problema è che lo sviluppo del vettore elettrico oggi è difficile da immaginare, perché è disincentivato. Un fatto che incide anche sulla mobilità sostenibile ed elettrica, che è prima di tutto legata ai traporti pubblici e delle merci, come accade nel resto d’Europa“.
Al fine di promuovere un consumo più efficiente di elettricità e dare impulso allo sviluppo del vettore elettrico, si è posta l’esigenza di rimodulare i prezzi di riferimento per i clienti domestici residenti, nel senso di eliminare l’attuale progressività collegata agli scaglioni di consumo.
Si è inoltre evidenziato, ad esempio, che l’utilizzo di pompe di calore per il riscaldamento e il raffrescamento o di cucine ad induzione, potrebbe ridurre l’utilizzo di energia primaria, l’inquinamento nei centri urbani, le importazioni di combustibile e anche il costo unitario dell’elettricità.
La mobilità sostenibile è per Rita Caroselli di Assogasliquidi un punto fondamentale in Europam anche in relazione alla strategia 2020: “Ma serve un mix di soluzioni tra auto elettrica, biofuel, carburanti gassosi a bassa emissione di inquinanti, con il concomitante abbassamento del prelievo fiscale su risorse quali il gpl e il metano“.
In attesa che la ricerca tecnologica proponga un nuova generazione di auto elettriche, sono stati previsti, in misura inadeguata, incentivi per promuovere l’uso di alcuni carburanti poco inquinanti, quali il GPL, il metano, ecc. In effetti, come spiega l’Unione Nazionale dei Consumatori, il progressivo grave inquinamento delle nostre città pone con sempre maggiore urgenza l’esigenza di tutelare la salute dei cittadini, mettendo in campo misure di mobilità sostenibile sul piano ambientale.
Tornando agli oneri di sistema, Michele Governatori di AIGET ha sottolineato che “una parte degli oneri di sistema è individuabile nella redistribuzione, che non dovrebbe trovarsi nella bolletta. Il consumatore si confronta con un prezzo che non è determinato sull’efficienza netta del servizio. Tutta la catena del valore deve condividere il rischio (morosità), anche per responsabilizzare la distribuzione a disalimentare in tempi celeri il consumatore in caso di mancato pagamento. Per il SII, invece, risulta centrale la terzietà dei dati di switching“.
“Liberalizzare il mercato significa regolamentare in maniera nuova e più semplice il rapporto tra consumatore e mercato“, ha spiegato Paolo Vigevano di Acquirente Unico. “Al momento attuale, però, manca la fiducia e la trasparenza. Il mercato tutelato è una soluzione, regolamentando prezzo e domanda in relazione all’offerta. Il prezzo che ne esce è trasparente. A questo si può affiancare lo sportello dell’energia, assistendo i cittadini in diverse situazioni e tipologie di problemi. Il valore aggiunto del SII è nella terzietà, nella fiducia al sistema“.
“Gli approvvigionamenti gas in Europa sono stati stabiliti affidandosi alla concorrenza – ha detto Massimo Ricci di GME – ciò significa che ci sarà un’evoluzione dei prezzi in relazione al numero dei contratti. Il mercato elettrico ha dato sei segnali di contenimento dei prezzi. Le rinnovabili hanno elevato nuovi vincoli tecnici e nuove sfide. Questo comporta una discussione aperta tra tutti gli attori europei per la stabilità della regolazione”.
Riccardo Basosi dell’Università degli Studi di Siena – rappresentanza italiana area energia in Horizon 2020, ci ha ricordato che ricerca e innovazione tecnologica si intrecciano con la regolamentazione del mercato energetico, proprio grazie al programma europeo Horizon 2020: “A seconda delle regioni e della loro classificazione – della convergenza, della transizione ed evolute – queste hanno degli obblighi di spesa alla voce energia. I fondi Horizon possono essere usati in sinergia con quelli della coesione. Dal punto di vista del consumatore è fondamentale l’attenzione all’uso finale. Il 50% del totale degli usi finali è di tipo termico e qui siamo un poco indietro. L’efficienza energetica e il tema del low carbon sono al centro dei programmi europei, a cui si aggiunge il pacchetto clima“.
Come i consumatori percepiscono gli operatori del mercato libero? Con molta sfiducia, ha risposto Paola Quaranta dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: “Ricevono bollette e non capiscono tariffe e voci correlate. Immaginano che ci sia un errore, lamentano i consumi presunti e si rivolgono all’acquirente unico protestando per il fatto che non riescono a contattare il rivenditore. Se poi devono cambiare gli operatori si accavallano i conguagli. Sia per il gas, sia per l’elettricità, chi ci rimette è il rivenditore e il mercato libero è percepito come scorretto e poco responsabile. Per facilitare e semplificare l’entrata nel mercato libero servirebbero degli sportelli dedicati per assistere tale passaggio. Solo così si può tutelare il consumatore e limitare la confusione“.
La cosa da non credere, per Tullio Fanelli dell’Enea, è la comunicazione della Commissione Ue sulla sicurezza del mercato energetico, perché non opera nessuna scelta tra quelle necessarie: “Nel gas servirebbe una scorta di sicurezza obbligatoria. L’Europa ha dettato il criterio per l’approvvigionamento di gas nei singoli Paesi ma non ne ha uno centrale. La sicurezza è vista in antitesi rispetto alla concorrenza. Si parla di sicurezza commerciale contrapposta agli standard dei mercati spot, quando invece dovrebbe essere considerata nella capacità infrastrutturale che assicura la giusta concorrenza. Il tema è centrale per costruire una politica energetica dell’Ue, anche alla luce della crisi libica e ucraina”.
Oltre la sicurezza, ha precisato Laura Vecchi del Ministero dello Sviluppo economico, c’è anche il documento Ue sulle linee guida degli aiuti di Stato in materia di energia e ambiente: “Gli oneri di sistema sono stati rimodulati per le imprese energivore. Destinatario delle misure è sempre il consumatore. Da parte del ministero c’è attenzione nei confronti del settore, ma sempre alla luce di quanto deciso a Bruxelles, per ulteriori confronti anche in relazione al semestre europeo italiano. Nel rapporto distributori-rivenditori ci sono dei tavoli aperti. L’Autorità sta per produrre un documento sul tema, ma al momento chi ci rimette è sempre il consumatore“.
Sulla riduzione degli oneri generali in bolletta, Egidio Fedele Dell’Oste ha ricordato che “l’onere complessivo attuale è di 15 miliardi, Sulle tariffe incide anche la politica industriale nazionale e non incide in maniera corretta. Qualche onore potrebbe essere spostato sulla fiscalità. Sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas siamo allineati con il prezzo europeo, ma dovremmo essere interessati ad ottenere un prezzo minore. La gran parte del gas è consumato per produrre energia elettrica. La disponibilità di infrastrutture aumenta la capacità e favorisce concorrenza e sicurezza“.
Al termine del Tavolo dedicato all’Energia, Marina Varvesi dell’Aisfor, ha presentato USmartConsumer, progetto comunitario finanziato dalla Unione Europea nell’ambito del programma comunitario EIE – Energia Intelligente per l’Europa – attivo dal 1° marzo 2014.
Un’iniziativa, a cui partecipa tramite Aisfor anche l’Unione Nazionale Consumatori, che mira a ridurre i consumi energetici dei consumatori grazie ad migliore uso dei contatore intelligenti, sia in termini quantitativi – aumentando il numero di cittadini italiani che utilizza la lettura ed i dati forniti dai contatori per ridurre i consumi elettrici domestici – sia in termini qualitativi – aumentando i servizi offerti ai consumatori dagli operatori energetici.
Il progetto è della durata di tre anni e vede la collaborazione di 10 enti provenienti da diversi paesi europei sotto il coordinamento della Spagna. L’Italia è rappresentata da AISFOR, che è punto di riferimento di tutti i soggetti nazionali interessati a promuovere l’uso efficiente dei contatori intelligenti sul territorio nazionale.
Un settore, quello dell’energia, in continua evoluzione e che vedrà ancora ulteriori momenti di confronto tra tutti gli attori in campo, soprattutto in relazione agli avvenimenti geopolitici che vedono protagonisti Ucraina, Russia, Cina, Europa, USA, Medio Oriente e Libano. A conclusione dell’incontro, Alessandro Ortis ha indicato alcuni fattori chiave da tenere in considerazione per lo sviluppo pieno del settore energetico nazionale ed europeo, tra cui: innovazione tecnologica, mercato unico, consapevolezza del consumatore.
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