#Storie. E George, come la preferirà? A caccia di nodi in rete…

di di Fabienne Pallamidessi (Autrice - Sceneggiatrice) |

Possono essere di seta, di cotone, di lana o di cuoio e anche ad alcune donne piace indossarne una ogni tanto, magari la vostra con solo poche gocce di profumo.

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George Clooney

Certo per George non lo so, ma se per alcuni è un supplizio, per altri un obbligo, per alcuni è una vera passione!

Alcuni le preferiscono sobrie, alcuni amano solo le più pazze e se la maggior parte le porta solo di giorno, altri le sfoggiano solo nelle occasioni mondane e c’è addirittura chi le tollera solo a jabot, ma sono rari, o a farfalla. Di cosa stiamo parlando? Ma di cravatte, naturalmente.

 

Possono essere di seta, di cotone, di lana o di cuoio e anche ad alcune donne piace indossarne una ogni tanto, magari la vostra con solo poche gocce di profumo.

 

#Storie è una rubrica curata da Fabienne Pallamidessi e dedicata all’“Internet della gente”.
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La cravatta può rivelarsi molto utile in caso di emergenza: come nel caso in cui si debba fermare un’emorragia, ma può ugualmente essere usata per giocare a moscacieca, anche se rimane comunque lo strumento quasi indispensabile per un primo colloquio di lavoro.

 

Eh sì, caro Alessandro, questa volta ti tocca, ma prima di indicarti i link migliori su come annodarla, ho curiosato su Internet ed ecco cosa ho scoperto.

La moda della cravatta appare nel Seicento, viene introdotta in Francia dal reggimento di ussari croati di Luigi XIII e la parola “cravate” sarebbe una deformazione della parola “croate

Luigi XIV creerà la funzione di “cravatier” che avrà l’ambito onore di scegliere la cravatta, i gemelli e i diamanti di sua Maestà…

Gran bel lavoro, non c’è che dire!

Neanche la Rivoluzione riuscirà a eliminarla, malgrado tutti gli sforzi della terribile “vedova”.

Sarà il newyorkese Jesse Langdorf che avrà l’idea nel 1924 di tagliarla in diagonale e di assemblarla in tre parti per semplificarne l’uso.

Un’invenzione che darà alla cravatta il suo aspetto attuale e da cui sono nate le tecniche per annodarla.

E per finire in bellezza…se per le cravatte tessute, di preferenze di lana o di lino, la “maison” tradizionale è Charvet a Place Vendôme, per le cravatte stampate resta privilegiata la grande maison italienne Marinella a Napoli. 

 

Ah, per la cronaca, la cravatta la più cara del mondo, costa più di 220.000 dollari, è stata  concepita da Satya Paul per il gruppo Suashish Diamond. In pura seta, è ornata da 261 diamanti da 77 carati e 150 grammi d’oro…

Esagerati!

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