#Cashless: con sospensione conio 1 e 2 cent, l’Italia risparmia 21 mln l’anno

di di Cristian Testa |

Con l’approvazione della mozione proposta dall’on. Sergio Boccadutri (Sel), che impegna il Governo a sospendere il conio delle monetine da 1 e 2 cent, il nostro Paese potrebbe risparmiare ogni anno 21 milioni di euro.

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Italia


Ramini

La Camera dei Deputati nella seduta del 6 maggio ha approvato la mozione proposta come primo firmatario dall’on. Sergio Boccadutri di Sel che impegna il Governo Italiano a sospendere il conio delle monetine da 1 e 2 cent, i cui costi di produzione in Italia ammontano rispettivamente a 4,5c e a 5,2c e quindi a 4,5 volte e a 2,6 il valore nominale della moneta emessa. Costi che per altro mettono anche a nudo le solite inefficienze italiane dato che secondo uno studio della Commissione Europea del 2013 la media continentale dei costi di produzione per le monetine sarebbe del 150% rispetto al valore nominale.

 

Spiccioli quindi costosi e che non compensano gli oneri di produzione con un utilizzo generalizzato dato che vengono usate di rado e accolte dagli esercenti con evidente fastidio. Spesso i cosiddetti “ramini” a causa delle loro minute dimensioni (appena 1,67 mm di spessore e soli 2,3 g di peso) si perdono nei meandri dei nostri cassetti, negli anfratti dell’auto e nelle pieghe dei vestiti, costringendo le varie zecche nazionali a produrne sempre di più e innescando un circolo vizioso e costoso che in tempi di austerity non ha logica alcuna. Ogni anno, secondo il deputato Boccadutri, sarebbero possibili risparmi per 21 Mil per la sola Italia.  

 

La questione non è solo italiana, ma è ben più vasta: i tagli della moneta europea sono decisi dalla Banca Centrale Europea, ma i singoli paesi, che si occupano materialmente della produzione, hanno il potere di decidere se coniarli o meno. Questo è stato già fatto dalla Finlandia all’alba della moneta unica: il paese scandinavo già nel 2002 decise di sospendere (per legge) i ben poco utili “ramini”. E il suo esempio fu seguito due anni dopo dall’Olanda, senza una legge specifica, ma su base privatistica. Due paesi del virtuoso nord hanno quindi già intrapreso la strada dell’efficienza monetaria e hanno segnato la rotta per quelli che hanno intrapreso lo stesso cammino.

L’Irlanda con il suo National Payments Plan ha svolto un test nella cittadina di Wexford (20 mila abitanti) lo scorso anno per l’arrotondamento dei prezzi ottenendo risultati eccellenti: il 100% dei commercianti si è detto soddisfatto, cosi come l’85% dei consumatori.

La Banca Centrale del Belgio sta vagliando con attenzione la questione a causa della palese insoddisfazione dei cittadini nei confronti dei ramini: il 91% vorrebbe eliminare la moneta da 1c e l’83% farebbe volentieri a meno anche di quella da 2c.

 

Il dibattito sulla reale utilità delle monetine è da tempo aperto anche in Francia e negli USA dove in molti si domandano che senso abbia da un punto di vista economico la sopravvivenza del penny. Lo scarso affetto sia dei consumatori che dei commercianti nei confronti dei ramini lo sperimentiamo ogni giorno ed è stato ben testimoniato dal servizio di Agorà dedicato alla vicenda, nonchè dal notevole successo in questi giorni degli hashtag #nocent e #centfree.

 

Alle critiche mosse da alcune associazioni dei consumatori (Federconsumatori e Adusbef), bisogna replicare facendo osservare come sia i meccanismi a regime (Finlandia) che le sperimentazioni (come quella irlandese) hanno ottenuto soddisfacenti risultati limitando a valori nulli gli effetti inflattivi grazie a sistemi già ampiamente rodati. Infatti, questo genere di operazioni sono state adottate seguendo il modello dell’ “arrotondamento svedese“, utilizzato sin dagli anni 90 in Australia e nell’ultimo decennio da paesi extra euro come Svezia, Danimarca e Ungheria. In base a questo meccanismo i prezzi rimangono espressi fino al centesimo, quando si arriva al conto complessivo (per esempio al supermercato quando tutti i prodotti scelti passano in cassa), se si utilizzano sistemi di pagamento elettronico (carte, Nfc o altro) il conto rimane espresso al cent, mentre solo se si paga cash avviene l’operazione di arrotondamento (sia per eccesso che per difetto) con regole ben precise che annullano i rischi di un effetto inflattivo.

 

Gli strumenti per superare le inefficienze delle monetine, esistono e sono già stati ampliamente testati con successo. I centesimi furono introdotti all’alba della moneta unica per contrastare possibili fenomeni inflattivi dovuti all’arrotondamento, quindi avevano una funzione specifica ormai da considerare assolta. Inoltre, il loro valore reale in 12 anni è diminuito di almeno il 25% a causa dell’inflazione (per altro molto bassa nell’area Euro).

Le vecchie e scomode monetine sono un retaggio del passato, create con uno scopo specifico che è stato assolto (per altro con risultati imperfetti nel nostro paese), e che comportano un costo notevole di cui possiamo e dobbiamo fare a meno in questa fase difficile per le nostre economie. Non solo, come sostiene Boccadutri, lo Stato Italiano potrebbe risparmiare la bellezza di 21 Mil all’anno, ma a livello continentale la stessa Commissione ha calcolato che dal 2002 ad oggi la differenza tra costi di produzione dei cent e il loro valore nominale è stata un’attività in perdita per l’esorbitante valore di 1,5 Mld , cioè 3 persi da ogni singolo cittadino dell’Unione.

 

 

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