#eJournalism: due americani su tre leggono i giornali online, ma solo per 1 minuto al giorno

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Secondo i dati comScore, gli americani preferiscono i social dove vi passano in media 33 minuti al giorno.

Stati Uniti


Newspaper digitali

Gli utenti si rivolgono sempre più a internet per informarsi ma, stando alle ultime stime, diminuisce il tempo che si dedica a leggere un giornale digitale.  Due terzi degli adulti americani – 161 milioni di persone – hanno visitato a marzo i siti web dei quotidiani, ma il tempo medio dedicato a ogni visita è stato un anemico 1,1 minuti al giorno.

 

Lo segnala Alan D. Mutter sul suo Reflection of a Newsosaur.  Dunque. La buona notizia per gli editori, come riporta questa settimana la Newspaper Association of America, è che il numero di visitatori unici dei siti web dei giornali – dice Mutter -,  è cresciuta a un ritmo record, toccando i 161 milioni a marzo. Si tratta di un aumento del 19% rispetto all’anno precedente e rappresenta il 66,6 % di tutti gli adulti negli Stati Uniti, secondo i dati forniti da comScore.

 

La cattiva notizia è che il visitatore medio a marzo ha speso solo 1,1 minuti al giorno su un quotidiano digitale, secondo i dati supplementari forniti Newsosaur. I dati mostrano che il tasso di impegno a giornali cade ben al di sotto del tempo trascorso in competizione destinazioni digitali. Aumenta invece il tempo medio speso sui social media che è di 33 minuti al giorno e quello dedicato ai siti di ricerca che è di 3,6 minuti al giorno, come ha detto Andrew Lipsman, vicepresidente di comScore.

 

Il grado di coinvolgimento e di permanenza sui siti dei giornali è più debole rispetto a quello offerto da altri siti di informazione. Su piattaforme come Yahoo News, NBC News, BuzzFeed e CNN il tempo medio di permanenza è di 3,8 minuti al giorno. Persino i siti di previsioni meteo, come si vede nella tabella, vanno meglio dei giornali, con una media di 1,5 minuti al giorno.

 

#eJournalism è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e LSDI (Libertà di stampa, diritto all’informazione).
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Commentando la disparità di coinvolgimento nei vari tipi di media, Lipsman – racconta Mutter – ha notato che un sacco di contenuti dei giornali vengono consumati su portali come Google News e altri servizi di aggregazione. “In questi siti c’è molto più consumo di contenuti giornalistici generali che non nelle singole testate“, ha detto in un’intervista. ‘‘E va ricordato che i giornali vengono letti anche offline, su carta, naturalmente”.

 

La popolarità degli articoli di giornale sui siti di aggregazione non genera ricavi per gli editori. Questa può essere una ragione per cui le vendite di pubblicità digitale ai giornali sono cresciute solo dell’1,5% nel 2013 mentre il totale della pubblicità digitale è aumentata del 17% .

 

Anche se i giornali possono fare poco contro gli aggregatori che usurpano una fetta del loro traffico, gli editori non dovrebbero accontentarsi di celebrare l’aumento anno su anno dei visitatori unici dei loro siti. Se i quotidiani attirano l’attenzione – almeno una volta al mese – di due terzi del paese, gli editori dovrebbero incoraggiare i lettori a restare offrendo loro contenuti interessanti e soprattutto utili e quel forte e appassionato coinvolgimento che gli utenti trovano nei social media.

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