Italia
Ieri sul mio “wall” di Facebook, sulla pagina della rivista francese Paris Match, ho letto la storia di Magalie.
Magalie ha 33 anni, e una bambina di otto mesi, quando scopre di aver un cancro al seno.
Dopo lo sgomento e l’incredulità iniziali, decide di parlarne.
Pensa che parlarne le consenta di accettare meglio la malattia.
Voleva dire alla gente: “Sì, ho un tumore…No, non mi vergogno…Sì, posso raccontarvelo…“.
#Storie è una rubrica curata da Fabienne Pallamidessi e dedicata all’“Internet della gente”.
Inviateci i link dei siti sui quali vorreste si sviluppasse una storia all’indirizzo storie@key4biz.it e Fabienne Pallamidessi la costruirà per voi.
La rubrica è anche su Facebook (Internet della gente) e Twitter (@InternetStorie).
Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
E’ stato suo marito ad aver avuto l’idea del blog e lei ha pensato che i disegni sarebbero stati un mezzo più originale e ludico per parlare della malattia… anche se non aveva mai disegnato prima di allora!
Il suo messaggio: “…E’ semplice…. Non c’è età per aver un tumore al seno e questa malattia colpisce donne sempre più giovani. Ho sentito la mia ‘pallina’ per caso mentre mi sentivo in ottima forma e non avevo male da nessuna parte. Sono andata dal medico e meno di una settimana dopo, ho saputo. Prendete il tempo di osservare il vostro seno e praticate l’autopalpazione una volta al mese. Non rimandate una visita dal vostro medico se avete qualche dubbio. Un depistaggio precoce può salvarvi la vita“.
Che cosa ha imparato Magalie da questa malattia?
Che non è un tabù e che non è contagiosa.
Che non è una debolezza voler parlarne o riposarsi quando si è stanche o accettare l’aiuto di chi ci sta vicino…
Il suo blog bilingue (pubblica in francese e in inglese) è una vera miniera di informazioni ed è già seguitissimo in Francia e in Australia, tant’è che sta per nascerne un fumetto da destinare ai servizi di oncologia negli ospedali.
La storia di Magalie fa parte degli innumerevoli fili che s’intrecciano in Rete.
In questo caso, un filo prezioso che infrange il silenzio e ci rende più solidali. Più vicini.
Innanzitutto a noi stessi!
Il mio progetto?
Chiedere a Magalie di poter partecipare alla sua iniziativa traducendo il suo libro in italiano. Perché anche io vorrei dare il mio contributo di consapevolezza.
Ma voi, amiche donne, non trascuratevi.
Mai.