#Cosedanoncredere: troppi contributi volontari spacciati per obbligatori nelle scuole

di di Massimiliano Dona (Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori) |

Diverse famiglie hanno scritto all'Unione Nazionale Consumatori, lamentando vessazioni e intimidazioni da parte di alcuni insegnanti che minacciano ritorsioni sui poveri allievi.

#cosedanoncredere è una rubrica settimanale a cura di Massimiliano Dona promossa da Key4biz e Unione Nazionale Consumatori.
Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Italia


Massimiliano Dona

Talvolta le aggressioni ai diritti dei consumatori si materializzano, dove non ti aspetti. Oggi vorrei soffermarmi sull’illegittima richiesta di denaro che molte famiglie ricevono da parte di certi istituti scolastici. Si tratta del contributo volontario che, come dice la parola stessa (repetita iuvant), è del tutto facoltativo: anche il Ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, ha recentemente ricordato che è illegittima la pretesa di quegli Istituti che lo richiedono spacciandolo per obbligatorio.

 

Del resto c’è anche una circolare dello stesso Ministero che chiarisce bene: “In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es.: assicurazione individuale degli studenti per responsabilità civile e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.). Eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria”.

 

Purtroppo, però, talvolta tra le parole e la concreta tutela dei consumatori passa una bella distanza: lo sanno bene quelle famiglie che continuano, proprio in questo periodo, a scrivere all’Unione Nazionale Consumatori lamentando vessazioni e intimidazioni da parte di alcuni insegnanti che minacciano ritorsione sui poveri allievi.

 

Ricordiamo allora che le tasse obbligatorie sono ben riconoscibili perché “intestate” all’Agenzia delle Entrate e mai alla scuola. Poi, per le famiglie che vogliono di contribuire (certe scuole sono effettivamente a corto di risorse) si ha il diritto di ricevere informazioni specifiche in merito all’utilizzo del versamento e che tale contributo (letteralmente ‘erogazione liberale’) è detraibile nella dichiarazione dei redditi.

 

Insomma, attenzione quando si sceglie la scuola per i nostri figli: è bene valutare l’ammontare della somma richiesta come contributo volontario e quale tipo di attività o spese andrà a coprire tale somma. Per gli Istituti che invece realizzano la “truffa” dei contributi scolastici facoltativi (ma obbligatori), in collaborazione con skuola.net, abbiamo interessato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: giusto per scoprire se si tratta di una pratica scorretta. Voi che ne dite?

 

 

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz