#Storie. Profumo di pomodoro e basilico: da Lilli e il Vagabondo al Foie Gras

di di Fabienne Pallamidessi (Autrice - Sceneggiatrice) |

Si chiamava Lynn ed era un’americana DOC: newyorchese fino alla punta delle dita e pazzamente innamorata dell’Italia.

Italia


Lilli e il Vagabondo

Per voi, anzi per noi (mi ci metto anch’io) aggiungere qualche foglia di basilico su un piatto è un gesto quasi automatico: c’est normal.

Esiste qualcosa di meglio di una salsa di pomodoro fresco con basilico? Certamente, eppure in gran parte del mondo quelle verdi foglioline sono sempre sinonimo di sole, di mare e di sogno… e se la Francia con il suo savoir-faire è riuscita a fare sì che “champagne” significhi festa, successo, ricchezza e seduzione, l’Italia con la sua cucina rimane al primo posto delle hit-parade dell’amore…

 

 

… ma anche dell’amicizia. La famosa spaghettata delle 3 del mattino, dove la mettiamo?

 

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A proposito di amicizia, ricordo il pranzo straordinariamente disastroso che mi preparò la prima ragazza con la quale condivisi una casa a Roma… poco prima di aver una linea Internet.

 

Si chiamava Lynn ed era un’americana DOC: newyorchese fino alla punta delle dita e pazzamente innamorata dell’Italia.

Stavo apparecchiando, quando, a un tratto, mi urlò dalla cucina :

Non c’è basilico!!!“…

Aspetta, vado giù a prenderne un po’ giù da Ettore!“, risposi…

Ahimé, non ne ebbi né il tempo né l’occasione, perché con l’impeto di un grande chef, sollevò il coperchio di uno dei vasetti che la signora Anna, la nostra padrona di casa ci aveva lasciato, tuffò la mano dentro, pescò una manciata di foglioline verdi secche e ne cosparse i tre litri di sugo un po’ acquoso che bolliva!

 … Aiuto!!!

Non era basilico, non era origano… era tè!

Ve lo giuro…

Sospirai desolata mentre lei mi guardò stupita : “Ma non fa niente, vedrai che non si sentirà...”

Che cosa ve lo dico a fare, mangiai gli spaghetti al tè con una tonnellata di parmigiano, poi delle piccatine al limone, accompagnate d’insalata che aveva arricchita con delle fette biscottate ridotte in polvere “per renderla più croccante“, mi sforzai di finire il quarto di mela imburrato di burro di noccioline che lei “adorava”, ma soprattutto cercai di convincerla di non bere tutta la bottiglia di vin santo, regalo della signora Anna, spiegandole che era un vino da dessert… senza successo.

Conclusione: Lynn si disse soddisfattissima dal suo “pranzetto all’italiana” poi, alzandosi dal tavolo barcollando, si buttò sul letto dove dormì fino a sera.

Bon, dopo quell’esperienza, cucinai sempre io…

 

Vi potrei però raccontare anche dei miei amici francesi che per farmi piacere mi cucinano “italiano” ogni volta che torno in Francia…

Da qualche tempo, sono totalmente impazziti per ogni tipo di  carpaccio (da pronunciare con l’accento sulla “o“).

Ecco le meraviglie che ho potuto assaggiare:  carpaccio di capesante, carpaccio di salmone e addirittura un carpaccio di fegato d’oca… Noblesse oblige !

 

 

Ovviamente, hanno tutti una pianta di basilico sul balcone, della mozzarella rigorosamente di bufala (ma non hanno ancora imparato a non tenerla in frigo) e gli piace salutarmi con uno squillante “Ciao bella!“, (con l’accento sulla “a“).          

 

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