#Cosedanoncredere: sistema SEPA, ennesima furbata delle banche per far cassa?

di di Massimiliano Dona (Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori) |

Alcune banche, introducendo il nuovo sistema di pagamento SEPA, hanno anche previsto costi non dovuti per i correntisti. L’UNC si è rivolta all'Antitrust perché faccia chiarezza.

#cosedanoncredere è una rubrica settimanale a cura di Massimiliano Dona promossa da Key4biz e Unione Nazionale Consumatori.
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Italia


Massimiliano Dona

Non vorrei apparire populista, ma oggi devo dirvi di fare attenzione alle banche. E già perché (almeno per alcuni Istituti di credito) sembra proprio che ogni scusa sia buona per far pagare qualcosa in più ai consumatori: l’ultima furbata si annida nella novità dell’anno, il sistema di pagamento SEPA.

 

L’acronimo sta per “Single euro payments area“, cioè l’area europea all’interno della quale dal 1° febbraio 2014 sono attivi i nuovi strumenti di pagamento (bonifico e addebito diretto sul conto corrente) che mandano in pensione il “vecchio” bonifico e il Rid, cioè l’addebito automatico di bollette e altri pagamenti sul nostro conto corrente.

Quali i vantaggi? 500 milioni di cittadini possono ora fare e ricevere versamenti in 33 Paesi dell’area euro (sia quelli che utilizzano l’euro sia quelli che utilizzano una valuta diversa ma che effettuano comunque pagamenti in euro) senza più differenze tra pagamenti nazionali ed europei: tutti dovrebbero avvenire con la stessa facilità, sicurezza e agli stessi costi su cui si può contare nel proprio contesto nazionale.

 

Ma, come sempre accade, ogni medaglia ha il suo rovescio. SEPA sta, infatti, creando vari disagi agli utenti che denunciano la mancata effettuazione di operazioni, disservizi nel pagamento delle bollette domiciliate, addebiti multipli e, cosa più grave, l’introduzione da parte di alcune banche di costi non dovuti.

 

Io ritengo inaccettabile che sia l’utenza a subire le inefficienze del sistema e i problemi organizzativi degli istituti di credito e per questo abbiamo presentato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato una segnalazione a carico di quelle banche che stanno approfittando dell’introduzione del nuovo sistema di pagamento SEPA.

Mi chiedo allora come si può pensare di ridare fiducia ai cittadini nel mercato (e nell’Europa) se ogni novità rischia di trasformarsi nell’ennesima angheria nei confronti dei consumatori: oltre alla denuncia alle Autorità competenti, abbiamo chiesto l’intervento dell’ABI (l’associazione bancaria) perché per una volta richiami le sue associate ai doveri di lealtà e trasparenza verso la clientela, non tralasciando l’aspetto fondamentale del contenimento dei costi, fugando così il legittimo sospetto che si tratti dell’ennesima occasione ‘per fare cassa’.

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