#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.
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Italia
Con 15 milioni di acquirenti online – secondo l’ultima rilevazione presentata dal Consorzio Netcomm, un volume d’affari delle aziende italiane che ha superato gli 11,2 miliardi di euro ed un panorama in forte cambiamento – dalla crescita di Paypal che contende alle carte di credito usate direttamente il primato fra i metodi di pagamento e transazioni da smartphone e tablet ormai rilevanti (quasi il 12% del totale) – l’eCommerce italiano si trova a fare i conti con nuove frontiere e nuove sfide che risultano tanto più significative quanto più i marketplace e i siti di vendite ne sono ormai concorrenti diretti ed imprescindibili.
Ecco gli ambiti più significativi di attenzione e di innovazione sia per le dotcom che per le aziende tradizionali che si cimentano con un comportamento verso l’acquisto online ormai consueto e pervasivo:
– la fruizione dei siti da mobile rende le tecniche tradizionali di tracciamento dell’utente meno precise ed efficaci così come, più in generale, i cookie sono meno significativi per attribuire la corretta attribuzione del canale di web-marketing protagonista della vendita:
in attesa che nuove tecnologie siano disponibili sul mercato, conterà lavorare su una capacità più elevata di far registrare e loggare il
consumatore: non a caso le politiche di Amazon – dall’acquisto con un click a Prime – vanno da anni in questa direzione;
– il dynamic pricing, già molto presente nel mondo del travel e del ticketing, sarà una frontiera di sperimentazione interessante così da elevare lo scontrino medio e il ricavo medio annuale per utente. Se pensiamo che un colosso come Staples adegua negli Stati Uniti il prezzo alla vicinanza del consumatore a negozi fisici dei concorrenti capiamo la portata di questo cambiamento;
– la diffusione dei social media e l’evoluzione dell’algoritmo di Facebook li rendono meno un canale di sviluppo del traffico del sito e più un canale di customer care: l’esempio pionieristico di Privalia in Italia è un benchmark, a distanza di anni, ancora tutto da seguire così il ruolo del customer feedback di Monclick che fa del rapporto con i clienti la pietra miliare del miglioramento del servizio, ma anche della reputazione dell’azienda;
– la necessità di abbassare il tasso di abbandono renderà più diffusi gli strumenti di proactive engagement come quelli proposti da Vivocha pur con le dovute accortezze per non rendere pesante la navigazione sul sito. Allo stesso modo dovranno essere utilizzate con più incisività e valore le tecniche di trigger mail (per esempio quella relativa al carrello abbandonato);
– la SEO cambia e affronta nuove sfide: le tecniche di keyword density e di link building saranno a breve superate e rendere più importante concentrarsi sui bisogni degli utenti e sulla necessità del sito di partire da tali bisogni per risolverli, grazie a contenuti, tutorials e pr digitali più avanzate;
– si diffondono le tecniche di machine learning e, come dimostra il caso Netflix, si aprono frontiere nella lettura di dati provenienti da set diversi per sperimentare e personalizzare prezzi, raccomandazioni, offerte e leve attivabili sui diversi canali di web marketing;
– muta infine l’online advertising e le nuove opportunità date dal remarketing e dal real time bidding pongono le aziende che hanno un modello di business già totalmente digitale come i siti e-commerce ad approfittare di tecnologie più flessibili e tali da coglierle pienamente.
A meno di due mesi dal prossimo Ecommerce Forum, il lavoro da fare è quindi molto, ma in contesto positivo e in crescita: il che è già qualcosa.