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Sempre più diffuso l’utilizzo di robot e algoritmi di scrittura per la stesura automatica di articoli da parte dei giornali online. Uno degli ultimi casi eclatanti in ordine di tempo è l’articolo pubblicato qualche giorno fa sul sito del Los Angeles Times, che pochi minuti dopo una scossa di terremoto in California ha pubblicato la breve news dell’evento, firmando il pezzo con le credenziali del software che l’ha scritta.
A pescare la notizia online e i dettagli nella posta del giornale è stato un algoritmo specializzato in terremoti, denominato QuakeBot, specializzato in raccolta e rielaborazione di informazioni grezze relative a movimenti tellurici. E QuakeBot non è l’unico reporter-robot utilizzato dal Los Angeles Times.
La creazione di news da parte di macchine dedicate sta diventando la norma in diversi gruppi editoriali. Ad esempio, Forbes utilizza un’azienda di Chicago che si chiama Narrative Science per comunicare i suoi dati di bilancio. Da gennaio, poi, Forbes ha siglato un accordo con ProPublica per la creazione di news in tema di istruzione.
Per ora, i robot non sono ancora in grado di scrivere pezzi articolati di 2 mila parole per riviste specializzate, come ad esempio The Scientist. Ma articoli di sport scritti da un bot sono difficilmente distinguibili da quelli scritti da un reporter in carne e ossa, anche per l’alta percentuale di informazioni numeriche e statistiche che formano i pezzi di sport. E le cose cambieranno rapidamente, sempre a vantaggio delle macchine ovviamente.
Al momento, gli algoritmi di scrittura e i robot sono utilizzati per lo più per stilare articoli di nicchia, lasciano il compito di ampliare il discorso in forma narrativa più complessa ai giornalisti in carne ed ossa. In futuro chissà, di certo altre funzioni interessanti per i robot-reporter riguardano il settore dell’editing e la sua automazione.