È italiana. I suoi soci sono italiani. È finanziata interamente da capitali italiani. L’unica cosa non italiana è il nome: FacilityLive, motore di ricerca semantico che vuole imporsi sul mercato internazionale, perché se il cuore batte nel centro del Mediterraneo, la tecnologia non ha confini e i mercati tanto meno. FacilityLive pensa e lavora nel Polo tecnologico di Pavia, mezz’ora di strada da “Milano vicino all’Europa”, come recita uno dei grandi successi di un altro italiano, Lucio Dalla. E l’Europa è veramente molto vicina, a giudicare da come l’EIF European Internet Foundation ha accolto tra i propri membri – collocandola tra Google e Facebook – FacilityLive, la startup che ormai startup non è più, visto che ha in portafoglio grandi clienti internazionali (Vodafone, Accenture, Arriva del Gruppo Deutsche Bahn) e che il funding privato, ancora una volta rigorosamente italiano, è arrivato a quota 10 milioni di euro.
Tecnologia made in Italy
La speranza è che si avveri la predizione di Nigel Kendall, technology editor del Times, a proposito del rivoluzionario motore di ricerca semantico che l’azienda ha da poco immesso sul mercato: “se può essere fatto funzionare correttamente in tutta la rete, potrebbe cambiare ogni cosa. E ho detto ogni cosa”, anche oltre oceano sentiranno presto parlare nuovamente di Made in Italy, questa volta in campo tecnologico, in un settore non proprio scontato.
FacilityLive è stata fondata nel 2010 da Gianpiero Lotito, un tecnologo-umanista nato musicista, e Mariuccia Teroni, esperta di tecniche editoriali e trattamento delle informazioni; ma l’idea di sviluppare un motore di ricerca e una piattaforma per la ricerca e la gestione delle informazioni viene da molto più lontano, nei primi anni ’90, quando Lotito e Teroni si trovano ad affiancare i grandi gruppi editoriali italiani che di lì a poco avrebbero dovuto confrontarsi con la rivoluzione del digitale.
“Dopo quasi 15 anni di lavoro a fianco degli editori – racconta Lotito – ci rendemmo conto perfettamente che i motori di ricerca erano stati pensati per trovare le informazioni e non per organizzarle. Mancava qualcosa che solo chi aveva vissuto quel cambiamento era in grado di cogliere: un organizzatore delle informazioni che consentisse a chi effettua la ricerca di trovare in modo puntuale esattamente ciò che sta cercando”.
Il pezzo mancante
Il pezzo mancante, così Lotito spesso ama definire la tecnologia di FacilityLive: “I motori di ricerca che noi tutti utilizziamo quotidianamente, adottano il principio statistico della rilevanza: se cerco qualcosa in un giacimento informativo, partendo dal principio che in molti hanno fatto una ricerca come la mia e che i risultati più rilevanti restituiti dal sistema sono stati A,B,C,D,X,Y,Z ecc, è molto probabile che anche ciò che sto cercando sia all’interno di quel bouquet di risposte che mi viene fornito – aggiunge Lotito – È evidente che se la mia necessità è la precisione, ho bisogno di tutt’altra risposta, l’approccio statistico-probabilistico non può funzionare. Se cerco i calzini da abbinare ai pantaloni, posso anche permettermi di andare per approssimazione; ma quando ho a che fare con dati che riguardano ad esempio la salute o il mio conto corrente, il margine di errore non può essere contemplato. Questa è la differenza tra rilevanza e pertinenza: noi lavoriamo su quest’ultima”.
Iperlente e vista unica
Le parole che campeggiano nella home page di FacilityLive rappresentano pienamente la filosofia dei fondatori, che già nel 2006 presentano domande di brevetto in tutto il mondo. “Oggi abbiamo ottenuto brevetti in 42 paesi, compreso quello americano – aggiunge Lotito – che attesta in modo inequivocabile che la nostra tecnologia apporta miglioramenti alla metodologia di ricerca di Google. Ma forse il riconoscimento più importante – perché più difficile da ottenere – l’abbiamo avuto proprio col brevetto europeo”.
Tra le unicità che i certificatori internazionali hanno riconosciuto a Facilitylive, c’è l’Iperlente, uno strumento che consente la navigazione di qualsiasi sito o altra informazione remota direttamente dalla pagina dei risultati, peraltro organizzata in aree (widget) customizzabili; e, infine, la “vista unica”, ovvero la possibilità per l’utente di avere in un’unica pagina la visione contemporanea delle informazioni multimediali cercate.
Semplificare la vita delle persone
“One search, One site”, insomma. “Uno dei nostri obiettivi è quello di riuscire a semplificare la vita delle persone: che si tratti di ambienti business-enterprise o consumer, poco cambia. Con la nostra search semantica, la vista in un’unica pagina, l’iperlente, il drag&drop e la piattaforma che raccoglie il tutto in un front end potente ed estremamente amichevole, puntiamo decisamente su precisione e velocità. Sappiamo bene quanto sia importante il tempo e per poterlo utilizzare al meglio – e non mi riferisco solo al lavoro – e per poterlo utilizzare al meglio servono strumenti facili da usare. È così che noi intendiamo la tecnologia, e il nostro impegno quotidiano va esattamente in questa direzione”.
Una scommessa avvincente soprattutto nell’era dei Big Data, un termine che Lotito non ama particolarmente. “Forse dovremmo iniziare a ragionare con maggior determinazione su un altro concetto, quello degli Smart Data. L’approccio “muscolare” al trattamento dei dati – tipicamente americano – funziona discretamente nei “vecchi” motori di ricerca basati sulla statistica; ma in epoca di sovraccarico informativo la vera sfida è quella di riuscire ad estrarre valore dal dato, e per questo ci vogliono strumenti nuovi, capaci di raffinare la ricerca e restituire qualità al posto della consueta quantità a cui in qualche modo siamo stati abituati”.
Fare la differenza negli ambienti enterprise
Dunque il Web è il terreno di applicazione di FacilityLive e Google il competitor principale? Lotito sorride e precisa: “In questo momento non abbiamo competitors, per un motivo molto semplice: facciamo un altro “mestiere”. Non siamo né migliori né peggiori degli altri motori di ricerca, siamo diversi perché alla base della nostra tecnologia c’è una metodologia diversa; è quello che ci è stato riconosciuto con i brevetti. Ma dove veramente FacilityLive fa la differenza è negli ambienti enterprise, ovvero là dove esistono giacimenti informativi anche enormi, ma conosciuti e descrivibili. Un esempio per tutti, i call center. O meglio ancora, la loro evoluzione, il Customer Engagement Center. Qui, precisione nell’estrazione e raffinazione del dato, vista unica e velocità di risposta si traducono in una straordinaria opportunità di business. Ma la stessa cosa vale per il sito aziendale, o per la Intranet, o per le applicazioni per portare i prodotti ai clienti”.