#Vorticidigitali. Perché l’artigiano è sempre più digitale

di di Andrea Boscaro (Founder and Associate at The Vortex) |

Cresce tra gli artigiani l'uso di Pinterest e dei portali per i prodotti fatti a mano come Etsy e Dawanda e più in generale l'adozione dei social media per generare un perimetro ‘editoriale’ con cui coinvolgere gli utenti.

#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it.
Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Italia


vortici digitali

Dai fablab ai makers, dall’esplosivo successo dei portali come Etsy al diffondersi di Pinterest, il rapporto fra artigianato e digitale si fa sempre più stretto al punto da avvicinare un numero crescente di persone ad abbracciare questi due termini, anche provenendo da esperienze diverse.

 

Le ragioni sono molteplici e di carattere sia tecnico che di modello.

 

Il precisarsi dei confini d’uso delle stampanti 3D e più in generale la costante informatizzazione di parti del processo creativo e produttivo ha incentivato l’impiego costante della Rete come ambiente in cui reperire informazioni, formarsi e condividere idee ed esperienze: PA trasparenza con cui imprese come la Torrefazione Carbonelli raccontano la propria evoluzione colpiscono se pensiamo ai “segreti” che un tempo rappresentavano la vera base della bottega artigiana. Come ricorda Sennett, il grande talento di Stradivari è morto con lui perché non è stato capace di trasmetterlo alla generazione successiva e questa è la prima differenza fra artigiani e makers dice questi ultimi partecipano attivamente ai processi partecipativi, anche digitali.

 

Il secondo elemento è legato al modello che è sempre più narrativo: i prodotti dei makers sono sempre più basati sulla narrazione di una storia e sulla “vendita” di un’esperienza, unico fattore che può distinguerli dal modello industriale e dall’appartamento verso soluzioni low-cost.

 

Oggi l’artigiano deve raccontare e lo può fare soprattutto per immagini: di qui l’uso di Pinterest e dei portali per i prodotti fatti a mano come Etsy e Dawanda e più in generale l’adozione dei social media per generare un perimetro “editoriale” con cui coinvolgere gli utenti in un percorso che, un po’ come un laboratorio, li porti ad essere clienti e testimonial.

 

Sempre ricordando Sennett, l’artigiano reca in sé il valore della conoscenza come progressivo affinarsi di un talento: questa stessa specificità lo deve assimilare al web-marketer che passo passo deve trovare il suo fattore differenziante in quell’ambiente potenzialmente rumoroso che è la Rete.

 

 

 

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz