#cosedanoncredere è una rubrica settimanale a cura di Massimiliano Dona promossa da Key4biz e Unione Nazionale Consumatori.
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Italia
Sentiamo spesso parlare di phishing e ormai anche i consumatori meno esperti di tecnologia sanno di cosa si tratta: è quella frode informatica finalizzata all’acquisizione per scopi illegali di dati riservati attraverso l’invio di e-mail contraffatte con la grafica ed i loghi ufficiali di aziende ed istituzioni.
Gli utenti hanno imparato a difendersi, anche se la fantasia dei truffatori è più veloce di qualsiasi provvedimento di contrasto. E così nei giorni scorsi il fenomeno ha coinvolto Carrefour, ma a farne le spese (è il caso di dirlo) sono stati soprattutto i consumatori che hanno cominciato a ricevere comunicazioni riguardanti una falsa carta prepagata “SpesAmica“, del valore di 300 o 500 euro, acquistabile a 100 euro grazie ad un presunto rimborso del Ministero dello Sviluppo Economico.
Alcuni clienti sono stati raggiunti persino da messaggi sms nei quali si invitava a fornire i propri dati per beneficiare dell’agevolazione. Naturalmente si tratta di una vera e propria truffa e l’azienda si è subito attivata per spiegare che non aveva lanciato alcuna campagna promozionale, ma la diffusione di queste email non sembra fermarsi a dimostrazione che sono molti i consumatori che ancora “abboccano”.
Il fatto è comunque preoccupante: com’è possibile che i malintenzionati siano entrati in possesso dei dati dei clienti Carrefour? Senza dire che episodi del genere accrescono la sfiducia dei consumatori verso le imprese, ma anche verso le norme e le istituzioni preposte a garantire la privacy.
E’ solo uno dei tanti esempi di violazione della privacy che potrei citare e che ci insegna almeno tre cose:
– in un momento in cui la crisi ha reso le aziende più aggressive nella loro comunicazione e il web rivoluziona il concetto di privacy è importante una nuova strategia di contrasto verso il “business dei dati sensibili” (dai più tradizionali programmi fedeltà, alla registrazione dei dati sul web);
– la protezione dei dati personali non può nulla se non riesce (grazie ad un maggiore coordinamento tra istituzioni, aziende e associazioni dei consumatori) a diffondere tra i cittadini una vera consapevolezza per difendersi dalle truffe online, dai call center molesti e dalle insidie del web;
– Conviene sempre consultare il sito della Polizia Postale per verificare la presenza di messaggi di allerta circa i rischi più diffusi attualmente in Rete.