#vorticidigitali. La serendipità in Rete per un piano editoriale digitale unico e attraente

di di Andrea Boscaro (Founder and Associate at The Vortex) |

La serendipità, ossia la sensazione che si prova quando si scopre una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra, è il tesoro nascosto della Rete.

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vortici digitali

#vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

 

Le bolle informative, nell’accezione di Eli Pariser che per primo le ha denunciate nel suo libro “Filter Bubbles“, sono da tempo riconosciute fra i principali rischi delle attuali piattaforme digitali e anche nei nostri contributi abbiamo affrontato le ragioni che le hanno portate ad esistere.

 

Nell’analisi del nuovo algoritmo di Facebook che premia gli amici e le pagine con cui abbiamo precedentemente interagito, abbiamo sottolineato come tale comportamento tenda a personalizzare l’abbondanza di informazioni che la piattaforma contiene sulla base dei nostri interessi e delle nostre relazioni: così facendo, esclude la possibilità di farci interagire con persone e informazioni che fuoriescono dai nostri interessi. Noi stessi siamo infine portati a nascondere dalle nostre bacheche opinioni che non condividiamo o notizie che ci risultano lontane dalla nostra sfera di attenzione. Facebook è un bar che ci porta a entrare in contatto solo con quelle conversazioni in cui ci sentiamo a nostro agio e sappiamo quanto questo sia un limite.

 

Se poi osserviamo Google e la sua evoluzione, possiamo comprendere con plastica evidenza come il gigante di Mountain View ci veda. Consultando la Dashboard che, all’URL www.google.com/ads/preferences, ci vengono mostrati i dati demografici e di interesse che ha reperito su di noi o in modo esplicito (con un profilo su Google+ per esempio) o in modo implicito nel nostro navigare e fare ricerche. Non è una cosa nuova: Altavista più di dieci anni fa lo faceva, ma certamente Google ha assunto nella nostra quotidianità un peso tanto più rilevante quanto più ci accompagna anche sul nostro smartphone grazie a funzionalità di vera e propria intelligenza artificiale come Google+.

 

La conoscenza che Google ha di noi basata sul nostro comportamento personalizza sempre più i risultati di ricerca ai quali possiamo accedere in una tendenza della Search per cui diminuiscono i fattori espliciti (le keyword) ed aumentano i fattori impliciti (la geolocalizzazione, la nostra profilazione, il ruolo dei risultati sociali): il rischio è accedere ad un mondo stretto attorno a noi, sulla base del nostro storico e del circuito relazionale entro il quale siamo inseriti. La realtà però potrebbe stare fuori e noi non siamo in grado di vederla.

 

I riferimenti filosofici di questa dimensione del Web si sprecherebbero a partire dai famosi “occhiali di Kant“, ma in questa sede ci preme sottolineare due altri personaggi famosi che invece che filosofia hanno fatto giornalismo.

 

Indro Montanelli, parlando del quotidiano, diceva che esso ha un perimetro ampio come la vita: come non possiamo provare tutte le esperienze che la vita potrebbe donarci così non leggiamo mai per intero un quotidiano, ma il suo ruolo è proprio quello di farci trovare qualcosa che non cercavamo e non ci aspettavamo. 

 

Tiziano Terzani, messo in guardia anni prima da un indovino di non prendere un aereo in un particolare anno della sua vita, viaggiò per un intero anno su treni ed autobus per le strade dell’Oriente: in quella circostanza si sentì di raccomandare a tutti di farlo perché questa condotta gli ha consentito di vedere cose che altrimenti sarebbero sfuggite ai suoi occhi di uomo e di giornalista.

 

La serendipità è il tesoro nascosto della Rete e una grande opportunità che editori ed imprese hanno per rendere il loro “piano editoriale digital” davvero unico e attraente.

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