Unione Europea
Disoccupazione giovanile, PMI e digitalizzazione dei servizi sono stati al centro di questa giornata conclusiva di un Consiglio europeo agitato dalle notizie sulle azioni di spionaggio da parte della NSA, l’agenzia di sicurezza americana, su altri Paesi Ue (Leggi Articolo Key4biz).
Nella conferenza stampa tenuta oggi al termine di questo euro-vertice, il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha indicato su quali temi si è svolto il dibattito odierno. Intanto crescita e occupazione delle economie europee e soluzioni per rimanere competitivi.
L’impegno comune, ha detto Van Rompuy, è sicuramente quello della lotta alla disoccupazione giovanile. Oggi è, infatti, stata annuncia un’iniziativa che “dovrà essere pienamente operativa da gennaio”.
“Lo scorso anno – ha detto il presidente del Consiglio Europeo – i fondi Ue hanno aiutato 800 mila giovani a entrare sul mercato del lavoro. Dal prossimo anno vogliamo fare di più e questo richiederà uno sforzo serio da parte di tutti”.
In questo senso, il mese prossimo si terrà una Conferenza a Parigi che, ha sottolineato Rompuy, “spero dia nuovo impeto” a questa operazione.
Altro argomento di confronto è stato il sostegno alle PMI ad accedere più facilmente al credito.
“Le piccole e medie aziende – ha indicato Van Rompuy – sono state fortemente colpite dalla crisi”, per queste ragioni bisogna aumentare i finanziamenti a partire dal bilancio Ue per “aiutarli ad avere accesso ai prestiti“, che devono essere forniti rapidamente, per consentire di investire.
“Massima semplicità e onere minimo – ha precisato il presidente – riducendo la burocrazia e semplificando la legislazione per avere un quadro normativo più leggero“.
Altro impegno preso dai 28 Paesi Ue partecipanti al vertice, quello sulle opportunità di crescita economica e di un mercato unico digitale anche per i servizi (Leggi Articolo Key4biz).
“Su questo – ha concluso Van Rompuy – il Consiglio europeo manterrà alta la pressione“.
Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha sottolineato l’importanza del settore digitale per crescita e occupazione, senza tralasciare di ricordare che” i Paesi membri hanno già prodotto risultati concreti della applicazione della direttiva servizi e nella limitazione di barriere sproporzionate”.
In modo particolare si è parlato di PMI e di come evitare le difficoltà esistenti e agevolare l’accesso al credito nell’Eurozona (Leggi Articolo Key4biz).
In questo senso, ha spiegato Barroso, “abbiamo deciso di aumentare in modo significativo gli aiuti alle PMI attraverso i fondi strutturali europei“, ricorrendo ai finanziamenti della Banca europea per gli investimenti.
Una soluzione importante, ha commentato Barroso, specie per i Paesi che “subiscono forti pressioni su proprio bilancio”.
Lo scorso anno, ha analizzato il presidente della Commissione europea, l’85% delle PMI tedesche ha ottenuto il credito richiesto, la media nell’Europa meridionale è del 40% e in Grecia è del -25%.
“Spesso – ha puntualizzato – l’accesso non dipende dalla qualità della società ma dal modo in cui il debito sovrano viene percepito, dalla fiducia nutrita dal settore bancario“.
Barroso ha espresso la sua grande soddisfazione per l’avallo ottenuto dall’Europarlamento e dal Consiglio europeo all’iniziativa Regulatory Fitness and Performance Programme (REFIT) per ottenere una normativa più snella e ridurre oneri amministrativi per le società e cittadini.
Non si tratta di “mettere in discussione obiettivi condivisi, ma quanto della qualitò delle nostre regole, affinché siano in funzione dello scopo” che si vuole perseguire.
Barroso a questo proposito ha citato Montesquieu “Le leggi inutili indeboliscono quelle necessarie”.
Nella tabella presentata dal presidente della Commissione Ue al vertice di Bruxelles, l’Italia è molto in basso nell‘indice di competitività globale 2013-2014 e sta perdendo colpi rispetto al 2010.
La tabella, che fa parte della presentazione di Barroso ai 28 leader Ue intitolata “Innovare nell’era digitale: far ripartire l’Europa“, mette in ascissa la variazione nelle performance di competitività del 2011 rispetto al 2010, e in ordinata l’indice di competitività globale 2013-2014. L’Italia, poco sotto il valore 4,5 dell’indice, è nettamente sotto la media Ue, nel gruppo di coda che comprende tutti i ‘nuovi’ paesi membri dell’Est Europa e baltici, più Spagna, Cipro, Malta e, nella posizione più bassa, la Grecia. La perdita di competitività del 2011 rispetto al 2010 è comunque più marcata per quasi tutti gli altri paesi del gruppo, solo Ungheria e Slovenia fanno meglio (mentre Bulgaria e Lituania sono le peggiori). Le migliori performance sono quelle della Finlandia e della Germania, oltre la soglia 5,5 dell’indice di competitività, seguite nell’ordine da Usa, Svezia, Olanda, Giappone (che ha la migliore progressione nel 2011 rispetto al 2010) e Gran Bretagna. Sempre nettamente sopra la media Ue ci sono ancora, nell’ordine, Danimarca, Austria, Belgio, Lussemburgo, Francia e Irlanda.