#cosedanoncredere: spot e messaggi ingannevoli, quando le offerte non sono così trasparenti

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Italia


Massimiliano Dona

Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

Quando circa un anno fa pensammo alla rubrica #cosedanoncredere, volevamo creare uno strumento di denuncia che in una maniera smart e innovativa evidenziasse le piccole e grandi opacità della pubblicità. Spesso, infatti, non basta depositare una denuncia alle Autorità competenti (che frequentemente si pronunciano con notevole ritardo) per evitare che i consumatori credano al messaggio ingannevole: è importante aprire loro gli occhi quando il tormentone è diffuso, mettendo in evidenza con un linguaggio semplice e diretto  che, alle volte, dietro agli spot più accattivanti, scritte in piccolo ci sono le reali condizioni dell’offerta, che non sono mai così convenienti come sembra.

 

In quanti, ad esempio, lo scorso dicembre avranno creduto alla campagna di Eni in cui si promuoveva un unico pacchetto che comprendeva gas, luce e carburante?

Noi denunciammo una certa opacità dello spot (Guarda il video #cosedanoncredere 03: Eni e la campagna ‘scopri eni3’) e, qualche giorno fa, l’ Antitrust ci ha dato ragione.

 

L’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato ha multato di 250 mila euro Eni per la campagna “Eni 3” in quanto gli spot in questione erano “ambigui e omissivi, in grado di falsare in misura apprezzabile le scelte dei consumatori in relazione ai servizi pubblicizzati”. In pratica, il messaggio pubblicitario, attraverso le immagini e la voce fuori campo, veicolava ai potenziali nuovi clienti una promessa particolarmente allettante consistente nella possibilità di bloccare il prezzo della bolletta di luce e gas per 36 mesi e di ottenere uno sconto immediato di 6 cent sull’acquisto di un litro di carburante: in realtà il blocco dei prezzi riguardava soltanto una quota delle bollette (la c.d quota energia) difficilmente quantificabile da parte dei consumatori, mentre per ottenere lo sconto sulla benzina era comunque necessario aderire ai programmi di fidelizzazione della società nella vendita di carburanti .

A questo aggiungiamo che oltre al messaggio ingannevole, la prima versione della pubblicità conteneva l’immagine di un grafitaro che disegnava il logo Eni sui muri delle città: grazie al nostro intervento il writer (che sicuramente non veicolava un messaggio positivo) è scomparso nelle versioni successive, ma ciò non ha reso l’offerta più trasparente.

 

Che dire? #cosedanoncredere colpisce ancora!

 

(Guarda la playlist “#Cosedanoncredere)

 

Chi volesse segnalare pubblicità ingannevoli può farlo scrivendo all’indirizzo di posta elettronica info@consumatori.it o su Twitter utilizzando l’hashtag #cosedanoncredere.

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