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Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Qualche giorno fa, leggendo un articolo dedicato alla Giornata Mondiale dell’Ambiente, fissata per il 5 giugno, sono stato colpito da un dato: nel 2011, per la prima volta dal dopoguerra sono state vendute più biciclette che automobili (1.750.000 contro1.748.153). Gli italiani non si sono scoperti tutto d’un tratto ambientalisti (come ci piacerebbe che fosse), ma semplicemente, visto quanto costa ormai mantenere un’automobile tra caro carburante, assicurazione e costi annessi, sempre più consumatori hanno rinunciato alle quattro ruote a favore dei mezzi pubblici (altro settore in aumento negli ultimi 12 mesi) e a quanto pare anche della bicicletta.
Questo esempio dimostra il forte legame tra consumo sostenibile e crisi, in quanto entrambi rappresentano le più dirompenti novità degli ultimi cinquant’anni, accomunate dalla straordinaria capacità di stravolgere i sistemi economici e i modelli ricorrenti. Dopo che per anni abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, consumando molto più di quanto abbiamo prodotto, oggi, per cause di forza maggiore, siamo stati costretti a rivedere i nostri stili di vita e le abitudini di consumo: pensiamo al concetto di razionalizzazione della produzione al quale per anni siamo stati un po’ sordi quasi non ci riguardasse, finché è arrivata la crisi e abbattere gli sprechi è diventata un’esigenza per ogni singola famiglia ancora prima che per l’intero pianeta.
Eppure ogni anno sei grandi Paesi (Brasile, India, Filippine, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti) buttano via 5,3 miliardi di mele che messe in fila farebbero il giro della Terra nove volte e inquinano quanto 10 milioni di barili di petrolio bruciati. Non si tratta di uno spreco solo sociale, ma va anche considerato l’impatto sull’intero ciclo delle merci: l’energia, l’acqua, le risorse sprecate per la produzione, la commercializzazione, il trasporto, la conservazione e lo smaltimento.
Tutto ciò dimostra che la sostenibilità che per molto tempo abbiamo ritenuto un concetto elitario, destinata cioè ad un gruppo ristretto di persone, dotate, per lo più, di un’elevata istruzione, di una rete solida di relazioni sociali e ammettiamolo, anche di una discreta disponibilità economica, riguarda, in realtà, ciascuno di noi e anzi può rappresentare la strada per uscire dalla crisi.
D’altronde consumare in maniera sostenibile significa utilizzare equamente le ricchezze che la terra mette a disposizione: è un modello di sviluppo basato sulla sobrietà dei consumi, il rispetto della natura e il miglioramento delle condizioni di vita; rappresenta anche una sfida per l’industria che dovrebbe realizzare prodotti più fruibili e meno impattanti nel packaging, ma anche per i consumatori che devono imparare a risparmiare.
Abbiamo approfittato, dunque, della Giornata Mondiale dell’Ambiente per annunciare il tema della prossima edizione del “Premio Vincenzo Dona – Voce dei consumatori“, dedicata proprio alla sostenibilità, al risparmio, alla lotta agli sprechi e al rispetto per l’ambiente; l’appuntamento è, dunque, per il 21 novembre con un’edizione ancora più green!