#cosedanoncredere, un sito e un evento perché il diritto all’informazione è anche dovere d’informarsi

di di Massimiliano Dona (Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori) |

‘Cose da non credere’ nasce con l'obiettivo di indagare sul grado di conoscenza dei consumatori e accrescere la loro consapevolezza, convinti che questa sia la strada per migliorare il mercato e far ripartire i consumi.

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Massimiliano Dona

Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

Equivoci, inganni, luoghi comuni, favole, asimmetrie informative, manie, scorrettezze: sono alcune delle parole chiave che scandiscono il video realizzato per noi da “Key4biz” e che riassumono al meglio il senso di “Cose da non credere”, l’evento (Roma, 23 maggio, villa Miani, ore 19) dedicato alla consapevolezza dei consumatori.

 

Guarda il video

 

Cosa sono le “cose da non credere”? Per avere un’idea basta dare un’occhiata al questionario che abbiamo pubblicato online sul sito www.cosedanoncredere.it e che riporta alcune delle affermazioni  più ricorrenti fatte dai consumatori ai nostri sportelli: in alcuni casi si tratta di credenze da sfatare, altre sono situazioni credibili nelle quali ciascuno di noi può ritrovarsi.

 

Qualche esempio? “Per leggere la bolletta elettrica è necessario essere ingegneri”; “ho sempre il diritto di rispedire indietro il prodotto quando faccio acquisti online; “la pubblicità è la migliore fonte di informazione nei tempi moderni” e molti altri paradossi relativi al web, l’energia, la spesa alimentare, le garanzie e tanto altro. Abbiamo chiesto ai consumatori di dare un voto da uno a cinque (dal meno al più credibile) a queste affermazioni per capire quanto ne sanno sui più comuni temi di consumo; dalle prime risposte risulta un quadro di luci e ombre, soprattutto per quando riguarda l’energia: in molti, infatti, rispondono ‘non saprei’ alle dichiarazioni relative ai consumi elettrici e di gas, alla lettura della bolletta e alle rinnovabili.

 

“Cose da non credere”, dunque, nasce con l’obiettivo di indagare sul grado di conoscenza dei consumatori e accrescere la loro consapevolezza, nella convinzione che questa sia la strada per migliorare il mercato e far ripartire i consumi; l’educazione dei consumatori, d’altronde, è sempre stato uno dei pilastri dell’Unione Nazionale Consumatori dalla sua fondazione nel 1955 e siamo convinti che questa attività deve essere rinforzata in questo momento di profonda difficoltà. Troppo spesso, infatti, si sente dire che sarebbe questo il tempo di un iper-consumatore, finalmente padrone delle sue scelte, ma noi non ne siamo così convinti: forse ciascun consumatore paga ancora un considerevole grado d’inconsapevolezza che riempie le esistenze di cose da non credere!

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