‘Un continente, una legge’. Viviane Reding: ‘Protezione dei dati e sicurezza online, due facce della stessa medaglia’

di Alessandra Talarico |

I dati personali sono la ‘valuta’ dell’economia digitale: tutto quello che pubblichiamo sul web ha un valore ed è vulnerabile se non è protetto da regole coerenti e uniformi. Per questo Data protection e Cyber-Security Strategy sono inscindibili.

Unione Europea


Viviane Reding

Le attività criminali online stanno registrando un incremento inquietante che, secondo i calcoli delle società specializzate, generano danni per 290 miliardi di euro l’anno e danno vita a un’economia criminale stimata da Europol in 1 trilione di dollari annui.

Si tratta di un clamoroso ‘effetto collaterale’ di Internet, che pure è la spina dorsale delle moderne società ed è considerato un volano fondamentale per l’economia: negli ultimi 5 anni, il web ha generato più del 20% del PIL nelle principali economie e se si trattasse di un paese, la internet economy sarebbe già nella top 5 mondiale.

I vantaggi della rete vanno, inoltre, ben al di la dell’economia: internet genera crescita e occupazione, può contribuire a ridurre la povertà e le disuguaglianze, dà eco alle richieste di cambiamento sociale e democratico.

 

Ma, come ha spiegato il Commissario Ue alla Giustizia Viviane Reding intervenendo all’Assemblea Parlamentare della Nato, Internet non è solo strumento di libertà e progresso: “può anche essere sfruttato per scopi settari ed estremisti…per ottenere guadagni illeciti o con obiettivi politici”, trasformarsi in un’arma in più da usare nei conflitti tra paesi.

Ed è per questo che la politica non deve abbassare la guardia e considerare il web nel suo complesso di sfide e opportunità.

Nel suo intervento, la Reding si è soffermata in particolare  sulla ‘connessione’ tra la riforma della direttiva Ue sulla protezione dei dati, avviata a gennaio del 2012, e la Cyber-Security Strategy presentata a febbraio 2013 (Leggi articolo Key4biz).

“Sbaglia chi crede che tra le due iniziative non vi sia relazione, chi mormora che servano scopi diversi e perseguano diversi obiettivi. Le due proposte – ha detto la Reding – si rafforzano reciprocamente e riflettono i valori su cui si basa l’Unione, contribuendo alla realizzazione di un mercato unico di 500 milioni di persone”.

 

Per spiegare la relazione tra le due iniziative, la Reding sottolinea innanzitutto che i dei dati personali sono la ‘valuta’ della moderna economia digitale: “Si tratta di un asset di fondamentale importanza e di enorme valore, che cresce ogni anno del 40%” e sono le nostre informazioni, le foto che postiamo sui social network, i discorsi che facciamo in chat, le discussioni che teniamo sui blog ma anche le stesse tracce della nostra navigazione online, che diventano merce di scambio.

Ed è per questo che la protezione dei dati è un diritto fondamentale nella Ue: “il controllo di ogni movimento, di ogni parola, di ogni click non è compatibile con i valori fondamentali o con la nostra concezione di società libera”, ha affermato Reding, sottolineando la necessità di adeguare la Direttiva del 1995 alla ‘digital age’ perchè – è sottinteso – se le persone non si fidano di quello che avviene ai loro dati online, l’economia digitale non va da nessuna parte e la spinta alla crescita che tutti si aspettano da internet non si concretizzerà.

 

Per fare un esempio della vulnerabilità dei dati online, basti ricordare l’attacco alla Sony, che ha compromesso i dati personali di 77 milioni di persone ed è costato all’azienda tra quasi 2 miliardi di dollari.

 

Ed è per questo che la protezione dei dati non si può scindere dalla sicurezza del cyberspazio: uno spazio immenso, senza confini e ricco di opportunità, ma anche ‘facilitatore’ di attività criminose di ogni sorta, proprio come nel mondo reale. E proprio come nel mondo reale, anche online bisogna difendere “i diritti fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto”.

“La nostra libertà e prosperità dipendono sempre più da un internet solido e innovativo e la Cyber-Security Strategy è la tabella di marcia per la sicurezza e la protezione di Internet, riguarda i nostri valori fondamentali”, ha aggiunto.

 

Le due iniziative condividono infine un obiettivo: quello di contribuire alla realizzazione del mercato unico digitale, superando l’attuale patchwork di interpretazioni nazionali che fanno lievitare i costi delle aziende che vogliono operare in paesi diversi.

L’attuale direttiva sarà quindi sostituita da un unico set di regole che permetterà risparmi per 2,3 miliardi di euro l’anno.

 

“One continent, one law: Un continente una legge, è questo quello che io chiamo semplicità, è questo che intendo per mercato aperto”, ha aggiunto.

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