#cosedanoncredere: perché in autostrada i panini costano così tanto? L’Antitrust indaghi

di di Massimiliano Dona (Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori) |

La concorrenza non sempre è amica dei consumatori, anzi andrebbe chiarito che quella del mercato delle autostrade forse non è ancora vera concorrenza.

Italia


Massimiliano Dona

Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

E’ il prezzo, l’aspetto che fa più arrabbiare quei consumatori che, viaggiando in autostrada, si fermano alle stazioni di servizio. E’ quanto si evince dalla ricerca realizzata con l’Istituto Piepoli sulla ristorazione autostradale e presentata qualche giorno fa nell’ambito della conferenza “Una sosta di qualità?“.

 

Dall’indagine è risultato un quadro di luci ed ombre sul settore: l’indice di soddisfazione dei consumatori si alterna, infatti, tra un certo apprezzamento per la modernizzazione dell’offerta del servizio in autostrada e la lamentela per l’eccessivo costo dei prodotti.

 

Ma perché un panino, una bibita o un caffè in autostrada costano più di quanto costerebbero in un qualsiasi altro bar in città?

 

La risposta, purtroppo, affonda le sue radici in una concorrenza che non sempre è amica dei consumatori, anzi andrebbe chiarito che quella del mercato delle autostrade forse non è ancora vera concorrenza. Confrontando i prezzi dei diversi operatori del settore il consumatore troverà, infatti, i medesimi prezzi alti e non solo: qualità decrescente anno dopo anno in particolare per quanto riguarda la pulizia dei locali e, soprattutto, dei servizi igienici.

Ma, ancor più incide, sulla soddisfazione del consumatore, il meccanismo delle royalties che i vari operatori del settore devono pagare al concessionario (come Autostrade per l’Italia). Ebbene detto importo non è commisurato ai volumi venduti, ma è fisso, dunque, è naturale che in un momento di crisi del mercato autostradale, questo “prelievo forzoso” metta in difficoltà i ristoratori con evidenti ricadute sui consumatori costretti a pagare prezzi più alti a fronte di servizi meno efficienti.

Se si vuole evitare che, come spesso accade nel nostro Paese, l’interesse di pochi (e nello specifico mi riferisco ai concessionari autostradali) prevalga su quello di molti (e cioè imprese e consumatori) si rende urgente l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (che la nostra Unione intende sollecitare) prima che, in un momento di così grave incertezza, il decadimento dell’offerta rovini la reputazione del nostro Paese in Europa.

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