#cosedanoncredere… e non chiamiamoli furbetti

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Italia


Massimiliano Dona

Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

Il nostro non è un Paese per fessi. Ammettiamolo: l’idea che i “furbetti” siano più intelligenti degli altri e anche se ogni tanto fregano qualcuno, in realtà sono brave persone, è dura da sradicare nella mentalità degli italiani. E anche gli altri, che così furbi non sono, in fondo quasi invidiano l’intraprendenza di chi, come nel celebre film di Totò, riuscirebbe a vendere persino la Fontana di Trevi a un ingenuo italo-americano.  D’altronde la stessa letteratura e la cinematografia hanno contribuito a creare questo mito dell’italiano un po’ azzeccagarbugli, ma sempre dal cuore d’oro, costretto a qualche piccola truffa dagli eventi della vita.

 

Oggi, questa connivenza nei confronti dei truffatori sta lentamente diminuendo, lasciando il posto all’indignazione, soprattutto perché i cittadini hanno iniziato a capire (purtroppo a spese proprie) che l’insofferenza alle regole di qualcuno, danneggia tutti e non fa che alleggerire i portafogli, già duramente provati dai soliti rincari e vecchie e nuove tasse.

 

Appunto le tasse: l’idea che non pagarle è da intelligenti o quantomeno è un’esigenza per “tirare a campare” e sottrarsi al fisco sanguisuga, è ancora, purtroppo, ben sedimentata nella mentalità di molti italiani che, forse, dimenticano che tasse eque pagate da tutti si traducono in servizi funzionanti e quindi sanità, scuola e sicurezza al servizio del cittadino.

 

Ai nostri sportelli arrivano quotidianamente denunce da parte di consumatori che, superata l’iniziale vergogna di “esserci cascati”, ci raccontano di aver aperto la porta a sedicenti venditori porta a porta; di aver firmato contratti che sembravano veri affari, ma si sono rivelati delle fregature; di aver risposto senza pensarci a false email, apparentemente provenienti dalla banca, rivelando i propri dati personali; senza contare i casi di chi ha pagato profumatamente maghi e santoni, temendo di avere il malocchio. La regina della scorrettezza, però, resta la telefonia, basti pensare che dei 9 milioni di euro di multe comminate dall’Antitrust lo scorso anno, più di 2 milioni riguardano i gestori di telecomunicazioni, internet e mobile.

 

Un altro settore in cui il “bidone” è piuttosto comune è il turismo; ogni anno al rientro dalle vacanze estive, ma anche dopo Natale, Pasqua e qualche weekend gli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori sono letteralmente presi d’assalto da consumatori che, partiti anche solo per qualche giorno, si sono visti rovinare la vacanza da sovraprezzi inaspettati, alberghi dalla struttura fatiscente, inconvenienti dell’ultima ora causati dall’agenzia viaggi, per non parlare di ritardi aerei e perdita dei bagagli. Per far fronte a tutto ciò quest’anno abbiamo lanciato durante le vacanze di Natale l’iniziativa: “un avvocato a portata di tweet” in cui dal mio account Twitter (@massidona) ho fornito ai viaggiatori in difficoltà qualche piccolo consiglio per fronteggiare l’emergenza.

 

Per provare a ripetere il successo della campagna (qualcuno mi ha scritto persino la notte dell’ultimo dell’anno!) da oggi per una settimana sarò a disposizione di chi avesse qualche dubbio in tema di saldi: anche questo, infatti, è un argomento su cui in molti ci scrivono soprattutto in queste settimane.

 

C’è che chiede se ha diritto alla garanzia anche comprando un capo scontato, chi ha dei dubbi sull’uso della carta di credito, chi invece denuncia vere e proprie scorrettezze dei negozianti che tra capi in saldo dell’ultima stagione mettono in vendita anche rimanenze degli anni precedenti senza alcun avviso per il cliente. Anche queste sono piccole fregature che se il consumatore riconosce riesce a tener lontane o comunque a reagire nel momento in cui ha di fronte il “furbetto” di turno.

 

La chiave è proprio questa: maggiore educazione e più consapevolezza sono la prima arma contro i furbi, nella convinzione che le regole sono la prima garanzia per i propri diritti.

 

Facciamo però anche uno sforzo semantico: iniziamo a chiamarli solo truffatori e non furbetti, è il primo passo per dire basta a tante #cosedanoncredere che accadono nel nostro Paese!

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