Italia
Rubrica settimanale #cosedanoncredere, curata da Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Fanno riflettere le “3 R” che disegnano il nostro Paese secondo l’ultimo rapporto Censis: risparmio, rinuncio e rinvio. Il risparmio per la verità è una “non presenza”, nel senso che gli italiani non riescono più a mettere nulla da parte e anzi danno fondo ai loro risparmi per fronteggiare la crisi; forse più familiari sono, purtroppo, le rinunce che i consumatori sono stati costretti a fare nell’ultimo anno: niente viaggi, no a cene al ristorante, addirittura c’è chi fa a meno del riscaldamento domestico a causa dei costi proibitivi.
Il rinvio è forse una magra consolazione: si rimanda a tempi migliori il cambio dell’auto, si mantiene la vecchia tv e la giacca fuori moda sopravive ad un’altra stagione.
L’austerità naturalmente si fa sentire anche sui doni di Babbo Natale che difficilmente quest’anno saranno ricchi: basti pensare che secondo gli ultimi dati i consumi natalizi sono in calo del 3% rispetto al 2011. D’altronde anche senza voler dare i numeri basta fare una passeggiata per le vie del Centro per accorgersi che la maggior parte dei negozi sono vuoti e anche chi non rinuncia ai regali ha a disposizione un budget limitato. Ovviamente la spending review si attuerà anche sulle tavole che quest’anno saranno più sobrie rispetto agli anni passati: l’aspetto positivo è che si ridurranno probabilmente gli sprechi e meno cibo all’indomani delle feste finirà nella spazzatura.
Eppure con un po’ di accortezza e senso critico risparmiare è possibile: il risultato della nostra inchiesta sui consumi di Natale fa ben sperare in quanto dimostra che al prezzo di un cd o di due biglietti del cinema o di un aperitivo frugale è possibile preparare la tavola per il cenone di Natale. Sembra assurdo?
No, non lo è e nella nostra analisi spieghiamo come. Rita, l’inviata della nostra associazione, è andata a fare la spesa per quattro persone per il cenone di Natale in quattro diversi canali di vendita di Roma: il discount, il supermercato, l’ipermercato e la vendita al dettaglio (cioè gli esercizi commerciali specializzati nella vendita di un determinato prodotto), dimostrando che con una spesa tra i 14 e i 25 euro si possono acquistare tutti gli ingredienti della tradizione natalizia. Nel carrello Rita ha inserito prodotti a buon mercato, ma non scadenti: per questo motivo ai fini dell’inchiesta abbiamo preferito separare alimenti da bevande in quanto è evidente che preferendo un vino più costoso o uno spumante pregiato il prezzo dell’intera cena può lievitare e di molto.
Leggi i risultati completi della nostra inchiesta sul Natale low cost
Confrontando le spese ci accorgiamo che con un po’ di accortezza nella scelta del canale di vendita e dei prodotti si può risparmiare oltre ogni immaginazione: comprando il pesce, le verdure, la frutta secca, il pandoro e tutto ciò che fa parte della tradizione natalizia al discount si spendono circa 14 euro a persona; se si sceglie il supermercato la spesa aumenta del 31,32% (circa 20 euro a testa); all’ipermercato il prezzo sale del 39,51% e nei negozi al dettaglio addirittura del 44%. Se si moltiplicano i dati per il numero degli invitati ci si rende conto che il risparmio tra l’uno e l’altro canale di vendita è notevole.
Dalla comparazione risulta poi che su alcuni prodotti la differenza tra i vari negozi è minima, mentre è molto più marcata per pesce, vino e dolci: un utile accorgimento per risparmiare senza rinunciare ad alcune prelibatezze tipiche del periodo quindi è di differenziare i canali della spesa a seconda dei propri gusti e esigenze. Un amante del panettone ad esempio, risparmierà sul pesce, ma si concederà un dolce realizzato in pasticceria e pagato più di quello industriale; la signora che ama invece i carciofi tipici del periodo, spenderà un po’ di più dal fruttivendolo, ma preferirà probabilmente il vino del supermercato piuttosto che quello da enoteca.
Anche scegliere la tempistica giusta può servire a risparmiare: inutile aspettare l’ultimo momento per acquistare la pasta, il vino e i prodotti confezionati con una data di scadenza; guardare le etichette è un’ottima abitudine che può far risparmiare fino al 20% e che andrebbe rispettata ancora di più in queste occasioni.
Le offerte “sottocosto” della grande distribuzione, poi, possono essere un’ottima occasione, ma è importante non esagerare con le quantità, acquistando solo alimenti che siamo certi di consumare o che è possibile conservare anche dopo la fine delle feste. E’ sempre meglio, inoltre, preferire prodotti italiani e di stagione: ci guadagneremo sia in termini economici che di qualità.
Non può mancare un occhio al risparmio energetico e all’ambiente perché anche questo è un modo di fare economia.
La nostra inchiesta, dunque prova a dare agli italiani qualche consiglio per un cenone low cost: un consumatore disattento, infatti, rischia di spendere circa il 215% in più rispetto al più oculato. Come?
Leggete il nostro decalogo e lo scoprirete!